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Figli e figliastri

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Ieri sera Nigel Hayes-Davis ha scritto una pagina di storia dell’EuroLega, realizzando 50 punti nella partita casalinga contro l’Alba Berlino. Uno in più del precedente record, risalente a 5 anni fa: i 49 punti di Shane Larkin. La scalata verso i 50 punti è stata piuttosto rapida: Hayes-Davis ci ha impiegato poco meno di 30′ e dopo 1’20” di partita era già a quota 10. E giustamente è stato celebrato. Dall’EuroLega, ma anche da tanti suoi colleghi. Vincent Poirier, centro del Real Madrid, ha scherzato dicendo che a lui servirebbero 5 partite per mettere insieme così tanti punti. Mike James si è intromesso, sottolineando che a lui ne basterebbero 2 o 3.

Di prestazioni del genere non se ne vedono spesso in Europa: prima dei 49 di Larkin, il record era 42 punti. Corretto quindi celebrare quella che è stata una prestazione che forse non rivedremo per anni. Ma vedendo anche le reazioni sui social dei tifosi, almeno di quelli italiani, viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe successo se una situazione del genere si fosse verificata oltreoceano. In quella NBA che tanto l’appassionato medio di basket europeo ama bistrattare, definendola appena può, sotto ogni video o post, “un circo”.

Perché la partita del record di Hayes-Davis è stata la cosa più vicina a ciò che viene criticato alla NBA quotidianamente. Se vi fermate a guardare ogni canestro del fenomeno del Fenerbahçe, noterete che non stava giocando proprio contro una difesa asfissiante. Anche se spesso l’equazione che viene menzionata è: siamo in EuroLega, quindi si difende bene per forza. Il primo canestro della partita di Hayes-Davis è un lay-up a tagliare la difesa dritto per dritto, senza che arrivi un aiuto sotto canestro.

E anche su altri canestri, non tutti per carità, accade qualcosa di simile. Strano? Assolutamente no. È perfettamente normale che la peggior squadra della competizione, l’Alba Berlino, sia ultima in classifica per un motivo. È semplicemente una cattiva difesa, non a caso concede più punti di tutti. E probabilmente, arrivati alla terzultima partita della stagione con 5 vittorie totali, i giocatori non ci mettono più tutta questa intensità.

Ma possiamo andare avanti: in una partita senza storia, Hayes-Davis ha giocato anche troppi minuti. Abbiamo detto che i suoi 50 punti sono arrivati in nemmeno 30′, ma è stato comunque il giocatore del Fenerbahçe che è rimasto più di tutti in campo. Altri titolari non sono arrivati ai 20′: Calathes ne ha giocati 19, Motley nemmeno 14, Biberovic 15. Insomma è stato evidente fin da subito che Jasikevicius volesse regalare all’americano l’occasione di scatenarsi, non per forza di segnarne 50. E così è andata.

Nel corso del quarto periodo poi Jasikevicius aveva deciso di aver visto abbastanza: sul +34 Fenerbahçe, con Hayes-Davis a quota 43 punti, lo ha sostituito quando mancavano 3 minuti e mezzo alla fine.

Ma il pubblico lo ha chiamato a gran voce, e così Jasikevicius, che di record sicuramente se ne intende, lo ha ributtato nella mischia un paio di possessi dopo. Il messaggio era chiaro: vai e batti il record. Hayes-Davis è rientrato e il Fenerbahçe ha giocato gli ultimi possessi dando la palla solo a lui, che prima ha fatto 1/2 ai liberi, poi ha subito un fallo segnandone altri 2, infine ha praticamente aspettato palla a centrocampo mentre i suoi compagni difendevano per segnare 2 punti facili in solitaria.

Sull’ultimo canestro, quello del record, un bell’eurostep viziato però da una violazione di campo non fischiata dagli arbitri. C’è stato anche questo: un errore arbitrale, di quelli che vediamo quotidianamente anche dall’altra parte dell’oceano. Che vengono additati quasi come volontari, dei mancati fischi solo per favorire lo spettacolo, spesso sulle violazioni di passi. Ma se volessimo giocare a questo giochino potremmo dire che gli arbitri qui abbiano chiuso un occhio, a partita virtualmente chiusa da un pezzo, per non rovinare la festa di un intero palazzetto e dell’EuroLega tutta.

Ed elencati i fatti, non è forse vero che in molti avrebbero additato una simile gara come “circo”, se solo il palcoscenico della stessa non fosse stato l’EuroLega?

Badate bene: in questo articolo non si vuole sminuire la prestazione di Hayes-Davis, anzi. È stata una partita clamorosa, la sua, altrimenti non sarebbe la prima da 50 punti in una competizione che esiste da 23 anni. Se segnare 50 punti fosse facile, lo avrebbero fatto in tanti. Quel che si vuole sottolineare è la miopia e l’incoerenza, magari anche involontaria (non sempre), di una buona fetta dell’opinione pubblica, che fa figli e figliastri.

Non è un caso che anche in queste ore si sia tirata in ballo la NBA, dicendo che i 50 punti di Hayes-Davis valgono come X (inserire numero alto casuale) punti segnati in NBA. Come se fosse una gara, come se anche quando non c’entra nulla si volesse affermare un proprio senso di superiorità, come fosse possibile un paragone numerico di questo tipo. Lo hanno scritto tifosi qualunque sui social, ma lo ha scritto anche James White su Twitter, secondo l’ex Pesaro questi 50 punti valgono addirittura come 85-100 punti in NBA. La stessa cosa era avvenuta anni fa, con i 49 punti di Larkin: c’era chi li aveva paragonati agli 81 di Kobe Bryant. Semplicemente senza senso.

Se una circostanza si verifica in NBA, allora c’è chi leva i forconi e grida allo scandalo. Se qualcosa di simile avviene in Europa, si fa finta di niente o addirittura si applaude.

Ma l’errore sta nel primo caso, non nel secondo. Perché è giusto celebrare prestazioni uniche come quella di Hayes-Davis. Allo stesso modo non è semplice segnare 70 punti in NBA, come fatto da Joel Embiid e Luka Doncic a gennaio. Andrebbero analizzate con lo stesso metro di giudizio. Perché contrariamente a quello che spesso si vuole far passare di solito, anche in Europa esistono le squadre che difendono male. Così come in NBA, ad alcuni sembrerà strano ma è così, ci sono squadre che difendono bene anche durante la stagione regolare che, per ovvi motivi (anche di regolamento), ha un altro ritmo rispetto a quella di EuroLega. Ci sono le Alba Berlino in NBA, forse più numerose, è vero, così come ci sono i Detroit Pistons anche in EuroLega.

Tra un paio di giorni, nessuno si ricorderà che Hayes-Davis è stato mandato in campo nel secondo tempo con l’unico scopo di battere un record di punti o che di fronte aveva una delle peggiori squadre della storia recente dell’EuroLega. Rimarrà solo un numero: il 50, e quello sì che ce lo ricorderemo per anni.

Lo spettacolo serve allo sport, ne è parte integrante ed è ciò che alla fine ci emoziona. Bisogna solo imparare a celebrarlo senza pregiudizi.

Francesco Manzi

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