L’Olimpia Milano si prende con pieno merito gara 5 della finale scudetto, una partita molto più sotto controllo di quanto dica il 79-72 finale. Con Biligha come asso nella manica, coach Messina si gode anche i soliti Melli e soprattutto Shields, autentico mattatore. Dall’altra parte a Scariolo non può bastare Hackett se Shengelia, Mickey e soprattutto Teodosic non riescono a produrre nulla di buono.
Olimpia Milano
Melli 7: l’ormai consueta prova di intelligenza e sostanza, con tante cose preziosissime sui due lati del campo, specialmente nel primo tempo.
Baron 6,5: un primo periodo eccellente che risulta molto importante nell’economia del match.
Napier 6: gestione non lucidissima in alcuni frangenti ma la sua capacità di creare con la palla fra le mani è imprescindibile per l’Olimpia.
Ricci 5,5: non una serata memorabile per lui, qualche passaggio a vuoto anche in difesa ma ha l’attenuante di essere schierato spesso da ala piccola.
Biligha 7,5: impatto devastante, cambia la partita nei 12 minuti che Messina gli concede dopo averlo tenuto a lungo seduto in questa serie, lui si fa trovare pronto con una serie di giocate che non finiscono nelle statistiche e indirizzano il match.
Hall 5: poco più che una comparsa, non c’è stato bisogno delle sue iniziative a gioco rotto.
Baldasso s.v.
Shields 8: giocatore straordinario per doti fisiche, leadership e carattere; nel momento più importante si prende per mano l’Olimpia con tutta la sua classe.
Hines 5: in affanno, spesso in ritardo, non sta spiccando per brillantezza in questo finale di stagione.
Datome 6: poco coinvolto in attacco ma encomiabile nello sporcare le percentuali di Belinelli con un gran lavoro difensivo lontano dalla palla, soprattutto nel secondo tempo.
Voigtmann 6,5: partita poco appariscente ma con tante cose utili, pur senza segnare dall’arco, come testimoniano i 6 rimbalzi e i 5 punti da abbinare agli 8 punti messi a referto.
Coach Messina 7,5: toglie dalla partita Teodosic e Shengelia, nel secondo tempo limita Belinelli, ritrova il suo sistema difensivo impeccabile con rotazioni difensive da applausi. E poi tira fuori dal cilindro un “coniglio” che risponde al nome di Paul Biligha.
Virtus Bologna
Belinelli 6,5: costretto agli straordinari dalla serataccia di Teodosic, le super attenzioni della difesa di Milano finiscono con abbassargli le percentuali.
Pajola 6+: partita senza pecche, in crescita rispetto all’inizio della serie.
Jaiteh 6-: anche lui più coinvolto rispetto agli episodi precedenti ma se cattura un solo rimbalzo non può avere la sufficienza piena…
Shengelia 4,5: non entra mai in partita, Milano fa tanta densità nel pitturato ma anche lui ci mette del suo nel fallire alcune conclusioni che possiede nel repertorio.
Hackett 7: per larghi tratti tiene in vita quasi da solo la Virtus con energia e capacità di andare al ferro, avrebbe meritato qualche scarico in più da parte dei compagni che spesso sono andati a infognarsi quando era liberissimo sul perimetro.
Mickey 4,5: prestazione con pochissimi lampi, i lunghi di Milano lo annullano.
Ojeleye 5: troppo timido, le poche responsabilità che si prende si rivelano forzature.
Teodosic 4: assente ingiustificato, non trova mai il fondo della retina e nel secondo tempo viene relegato in panchina.
Abass s.v.
Cordinier 6,5: un po’ confusionario perché si ritrova il pallone in mano molto più del solito, sbroglia diverse matasse perché è l’unico, oltre ad Hackett, ad essere in grado di assorbire i contatti della difesa di Milano quando va alla conclusione.
Coach Scariolo 5,5: il dato dei rimbalzi offensivi (12-5) è preoccupante ma si tratta di un fondamentale dove l’attitudine individuale conta molto più del sistema. Tre delle sue star steccano in maniera così grossolana che è difficile attribuire colpe all’allenatore.
Foto: Olimpia Milano