Grant Hill annuncia il ritiro

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Sono completamente in pace con me stesso per la decisione di ritirarmi, ma non è stato facile

Queste le prime parole di Grant Hill da “pensionato”, oggi ha infatti annunciato l’addio al basket giocato all’età di 40 anni. Quella di Hill è stata una carriera costantemente decisa dagli infortuni e nessuno può dire dove sarebbe potuto arrivare con un fisico sano.

Hill inizia la carriera collegiale a Duke nel 1990, vincendo il primo titolo NCAA nel 1991. Nel 1992 si ripete, decidendo all’ultima azione la partita contro Kentucky, da molti considerata la squadra di college più forte di sempre, con questa giocata per Chris Laettner per avanzare alle Final Four:

Nel 1994 Hill viene chiamato con la terza scelta assoluta dai Detroit Pistons, dietro solo a Glenn Robinson e Jason Kidd. Il giovane Grant fa subito vedere di cosa sia capace, segnando 19.9 punti di media da rookie e vincendo il premio di Matricola dell’Anno insieme a Kidd. Le prime stagioni filano lisce con ottime cifre, sempre oltre i 20 di media aggiungendoci parecchi rimbalzi; chiude la stagione 1996-97 con cifre che ora come ora definiremmo “Lebronesche”: 21.4 punti, 9.0 rimbalzi e 7.3 assist. I Pistons nonostante Hill non ottengono mai risultati importanti nella postseason e Grant cambia squadra nel 2000, scambiato agli Orlando Magic, che già dispongono di un altro assoluto talento: Tracy McGrady. Purtroppo i piani dei Magic non andranno mai a buon fine, Hill gioca solo 4 partite nella prima stagione in Florida a causa di un infortunio alla caviglia, 14 nella seconda, 29 nella terza. Proprio nel 2003 si sottopone ad un intervento chirurgico per risolvere i problemi fisici e rischia la vita a causa di un’infezione da stafilococco, che lo costringe a sei mesi di antibiotici. La stagione 2004-05, tornato apparentemente sano, è ottima e coronata dalla convocazione all’All Star Game, ma presto un’ernia inguinale lo costringerà a soli 21 match disputati la stagione successiva. Nel 2006-07, ormai 34enne, passa ai Phoenix Suns dove tutto sommato vive quattro anni quasi perfetti dal punto di vista degli infortuni, ma senza poter mai incidere ai Playoffs a causa della pochezza della squadra se escludiamo le Finali di Conference giocate nel 2010, la prima ed unica volta che Hill riesce a superare i primi due turni di Playoffs.  Nel 2011 diventa il settimo giocatore della storia a mantenere 13 o più punti di media all’età di 38 anni. L’ultima stagione la spende a Los Angeles, sponda Clippers, dove le aspettative sono tante, ma tutte tradite, come spesso è accaduto nell’arco della sua carriera: di nuovo eliminato al primo turno. Con 40 primavere sulle spalle Hill quindi saluta tutti, dopo una carriera di 19 anni in NBA per certi versi molto simile a quella di T-Mac: potenziale incredibile, innumerevoli infortuni e mai vincente.

Grant Hill chiude con zero anelli, ma con moltissimi altri riconoscimenti: Rookie of the Year nel 1995, sette volte All Star, una volta nel primo quintetto All NBA, quattro volte nel secondo, due volte campione NCAA e una volta Difensore dell’Anno per quanto riguarda il college. Giù il cappello per l’ennesimo giocatore che non ha mai vinto tutto ciò che avrebbe potuto, perseguitato dalla sfortuna.

Francesco Manzi

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