La stagione 2014/2015 dell’Openjobmetis Varese si è rivelata deludente sul piano dei risultati e semplicemente catastrofica a livello dirigenziale. Scelte sbagliate, cambi di direzione alquanto confusionari, conferme a giocatori non all’altezza ed esclusioni eccellenti. Poi, certo, tanta sfortuna intorno ai biancorossi: un roster già “corto” in partenza che ha dovuto convivere per tutta la stagione con una serie di infortuni incredibili. Ad esempio, con Kangur fuori per metà campionato, è venuta a mancare alla squadra tanta esperienza. A questo bisogna aggiungere le numerose ricadute accorse a Yakhouba Diawara, anima e cuore di Varese, di cui si è sentita particolarmente la mancanza in termini di punti e leadership. Così come la fragilità fisica di Andy Rautins, probabilmente il giocatore più forte e tecnico della squadra prima dell’arrivo del duo Maynor/Eyenga, che l’ha accompagnato per tutta la stagione, non permettendogli di esprimere al meglio la sua pallacanestro.
Analizziamo, però, con calma la stagione della squadra di Piazza Monte Grappa.
A Settembre a Varese si respira aria di rinascita, l’entusiasmo è alle stelle dopo il ritorno di Gianmarco Pozzecco. E’ tornato il figliol prodigo, una delle leggende recenti del club, senza ombra di dubbio il giocatore più amato dalla folla biancorossa. Uno di coloro in grado di riempire i palazzetti da soli, uno che resterà per sempre nella storia del basket italiano. Il “Poz” è un personaggio unico, dall’animo buono e tremendamente sincero, forse troppo. Parla e agisce senza pensare, a volte sbagliando, ma è questo che piace alla gente: la sua onestà, la sua spontaneità, la sua allegria.
Pozzecco però questa volta non delizierà la platea con le sue giocate geniali, a Varese Gianmarco è tornato in veste di allenatore. In tanti criticano la scelta della società, ritenendola azzardata e puramente legata al marketing. Per molti Pozzecco non è ancora pronto ad allenare in Serie A, per tanti non ha ancora la stoffa per gestire le grandi pressioni, come quelle di un ritorno in una piazza importante del basket italiano ed europeo che lo ha amato e che lo ama tuttora alla follia. Gli unici a non avere dubbi invece sono i tifosi di Varese, pronti a riaccoglierlo a braccia aperte.
“L’effetto Poz” si vede eccome fin da subito, con migliaia di abbonamenti venduti in pochissimo tempo, cosa non da poco vista la stagione precedente rivelatasi fallimentare in Eurocup e in campionato. I tifosi passano dall’essere delusi e arrabbiati con la società ad amarla ancor di più dopo la decisione di riportare a casa il loro idolo. Alla fine saranno ben 3000 le tessere vendute, un’ottima campagna abbonamenti dopo che Varese aveva rischiato di dimezzare i propri abbonati a causa della debacle della stagione 2013/2014. L’anno precedente, infatti, la squadra non era riuscita a tenere gli stessi standard della magica annata 2012/2013 terminata con il primo posto in campionato, in regular season.
L’euforia a Varese non si placa, anzi, viene alimentata dalla partenza col botto della squadra, con la vittoria nel derby con Cantù. Una sfida passionale che coinvolge tutto il popolo di fede biancorossa, anche perché meglio non si poteva chiedere al calendario: ovviamente tutto ciò spiega il perché di un PalaWhirpool pieno come non si vedeva da tanti anni, con 5000 persone sugli spalti. Rimarrà nei cuori dei tifosi varesini l’esultanza “scalmanata” di Pozzecco sotto la curva, in una partita che lui sentiva più di tutti.
Le prime giornate saranno decisive per la stagione di Varese, svoltando l’annata per il verso sbagliato. Complice di questo saranno le numerose partite buttate via per troppa superficialità, quando la vittoria era lì ad un passo. Gli esempi migliori sono le partite contro Reggio Emilia, Venezia, Roma e Sassari (in ordine cronologico). Quello lampante, che ha lasciato anche l’amaro in bocca per diverso tempo, è sicuramente il primo, contro la Grissin Bon. Match che verrà ricordato per il grave errore di valutazione commesso da coach Pozzecco, quando a pochi secondi dalla sirena avanti di 3 non ordina ai suoi di fare fallo per mandare gli avversari in lunetta, permettendo ad Amedeo Della Valle di pareggiare con una gran tripla e mandare la partita all’overtime. Alla fine a vincere sono gli emiliani mentre iniziano ad affiorare le accuse all’inesperto allenatore di Varese. L’Openjobmetis mette in fila una serie di sconfitte preoccupanti, prima di riprendersi con tre vittorie consecutive contro Brindisi, Bologna e Caserta. Varese perde altre partite e resta fuori dalle prime 8, fallendo l’obiettivo n.1 della stagione, ovvero la partecipazione alla Coppa Italia.
Nel girone di ritorno succede di tutto: a metà gennaio Dawan Robinson, fino a quel momento il miglior realizzatore della squadra con oltre 16 punti a partita -nonchè uno dei giocatori più prolifici della Serie A- viene tagliato per cercare di acquistare un altro play, con caratteristiche completamente differenti dal nativo di Philadelphia. Al suo posto arriva Eric Maynor, ex Philadelphia 76ers e Oklahoma City Thunder. Maynor, dopo qualche uscita, si ambienta alla grande nel nostro campionato e trascina la squadra ad una buona ripresa a suon di assist. L’uomo assist: era questo che a Varese mancava ad inizio stagione, con il buon Robinson che aveva doti più da finalizzatore che da passatore. Il 10 febbraio Varese decide di tesserare Johndre Jefferson per colmare la lacuna più grande, il ruolo di centro. Ed Daniel, il pivot titolare, dopo una buona partenza, ha un’involuzione tecnica disarmante e lascia la squadra, firmando per la Vanoli Cremona. Molti tifosi storcono il naso per questa ennesima manovra di mercato, non tanto per la partenza sacrosanta di uno spento Daniel, ma per l’inesperienza di Jefferson. Il nuovo acquisto di Varese infatti viene da Mantova, dove meno di un anno fa giocava in Silver. Invece, sarà proprio l’ex giocatore dei “Pungiglioni” la grande sorpresa dell’annata varesina, risultando un ottimo innesto sotto e sopra il ferro.
A Febbraio, doppio shock in casa Varese e doppie dimissioni: il 19 febbraio il GM Cecco Vescovi lascia a sorpresa, lasciando i tifosi increduli. Segue la replica di Gianmarco Pozzecco, qualche giorno dopo, il quale passa il testimone ad Attilio Caja. Con il nuovo coach la squadra sembra prendere una boccata d’aria fresca, complice anche il recupero di Kangur e l’esplosione definitiva di Eyenga (altro acquisto arrivato a stagione in corso), supportato dall’ottimo momento di forma di Maynor. La stagione di Varese si conclude con l’11°posto, dopo aver rischiato a tratti anche di dover lottare per non retrocedere.
Voto 5,5
In questa stagione maledetta, gli infortuni hanno pesato molto, così come la sfortuna nei risultati del girone d’andata. Noi di Basketuniverso crediamo che la causa della deludente stagione varesina sia dovuta alla confusione dirigenziale e alle folli scelte di mercato, come mandare via Robinson o attendere l’evoluzione di Daniel, perdendo troppo tempo. Un peccato.
Miglior realizzatore: Maynor 13.5 punti a partita
Miglior assistman: Maynor 7.4 assist a partita
Miglior rimbalzista: Jefferson 8.6 rimbalzi a partita
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