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I Golden State Warriors vietano i campanacci ai tifosi dei Sacramento Kings

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I Sacramento Kings sono tornati ai Playoff per la prima volta dal 2006, e al momento sono anche in vantaggio 2-0 sui campioni in carica dei Golden State Warriors. E questo ha riportato attenzione alle “cowbells”, letteralmente dei campanacci per mucche, che i tifosi portano da ormai una ventina d’anni alle partite, suonandole per infastidire gli avversari. Al Chase Center, casa degli Warriors, tutto questo non sarà permesso.

Come comunicato dai Kings, i tifosi di Sacramento che si presenteranno a San Francisco con un campanaccio, dovranno lasciarlo all’entrata e potranno recuperarlo al termine della gara. È facile capire come gli Warriors non abbiano alcuna intenzione di favorire “disturbi” ai propri giocatori durante partite cruciali per la loro stagione. Oltretutto i tifosi dei Kings presenti nella Baia rischiano di essere molti, visto che le due città distano appena un’ora e mezza di macchina.

Parte delle ragioni dietro questa scelta degli Warriors, tra l’altro, potrebbe essere dovuta al comportamento di un tifoso dei Kings in Gara-2. In un video pubblicato anche sui social, si vede un uomo suonare con insistenza il suo campanaccio proprio a pochi centimetri dal GM di Golden State, Bob Myers.

Ma perché i campanacci sono diventati una vera e propria tradizione alle partite dei Kings? La “colpa” è di Phil Jackson, che quando allenava i Lakers a inizio anni 2000 insultò la gente di Sacramento definendola una “cow town”, una città di mucche, e affibbiando ai tifosi dei Kings l’appellativo di persone “semi-civilizzate”. La risposta di questi ultimi fu proprio usare queste parole contro i Lakers e tutti gli avversari che da quel momento hanno fatto visita a Sacramento.

Il campanaccio è diventato un simbolo dei Kings, tant’è che nella loro prima stagione al Golden 1 Center ne era stato piazzato uno nel tunnel degli spogliatoi, che i giocatori potevano suonare mentre entravano in campo. Quest’anno invece un campanaccio è stato installato nella palestra di allenamento di Sacramento, mentre a tutti gli abbonati è stato regalato un campanaccio in miniatura.

Francesco Manzi

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