Il Barcellona non perde la testa e batte lo Zenit in gara 2 dopo un supplementare

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FC BARCELONA – ZENIT ST PETERSBURG 81-78 d.t.s.
(13-16/25-13/10-19/18-18/15-12)

Il Barcellona, con fatica, non lascia le mura amiche con una sconfitta e batte in rincorsa uno Zenit San Pietroburgo coriaceo ma molto inesperto nel finale. Ci sono voluti 45 minuti per decidere le sorti di una gara 2 pazzesca, che questa volta sorride ai padroni di casa. Ora tutto da rifare a San Pietroburgo, con gara 3 e gara 4 pronta per essere giocate e vinte.

Solito grande equilibrio anche nei primi minuti di questa gara 2. Il Barcellona, come un leone ferito, si fa subito più volte avanti con Oriola e Mirotic, uno degli “assenti” nella sconfitta di mercoledì. Gli ospiti però approcciano alla partita come nelle 48 ore precedenti, iniziando piano e macinando punti con Black, Thomas e Pangos, autore del canestro che decide il primo quarto in favore dello Zenit (13-16). Il secondo periodo sorride ancora ai russi inizialmente, sospinti sul +6 da Zubkhov e Baron. Quei punti però sono una chimera per i ragazzi di coach Pascual, che subiscono l’onda d’urto del definitivo ingresso di Brandon Davies nella partita. L’americano si sblocca dalla lunetta e mette 8 punti aprendo ad un break importante per i suoi, un 12-0 a cui seguono poi i canestri di Bolmaro, Smits e Kuric. Rivers e Poythress mettono un po’ di confusione nella difesa blaugrana, ma lo Zenit non riesce a rimettersi in carreggiata e si arrende, sul finale, al canestro del +9 targato Cory Higgins (39-28).

Gli ospiti sono chiamati a dare un colpo di reni alla gara. Sotto di tre possessi, gli ospiti trovano la quadre giusta riaprendo una gara quasi virtualmente chiusa. L’inadeguatezza offensiva dei catalani sommata alla ritrovata precisione al tiro permette alla compagine russa di pareggiare con Hollis e Baron chiudendo un parziale da 3-10.  Il Barcellona, complice un brutto momento, firma solo 10 punti nella terza frazione ed è chiamata a non perdere ulteriormente la concentrazione (48-48). La gara ora si gioca sui possessi, e da una parte è Davies il deus ex machina dei padroni di casa, per gli avversari la triade Thomas-Hollins-Pangos (unico sottotono dei tre) fa sfracelli in attacco. I tanti falli spesi nel quarto periodo (più Zenit che Barcellona) consentono più volte alle squadre di affidarsi alla lunetta, non sempre generosa, soprattutto nel finale la mano trema. Nessuna delle due squadre fa il passo successivo, i tentativi di Pangos, Mirotic, Higgins fanno a infrangersi nel ferro. Sevono altri cinque minuti al Palau Blaugrana (66-66).
Gli ospiti aprono al meglio l’overtime dopo aver sprecato il matchpoint, portandosi avanti prepotentemente per tre volte con i soliti noti. L’ingresso in campo di Hanga spariglia un po’ le carte nel parquet, con l’ex Baskonia autore della tripla che rimette ancora in parità la disputa. La gara diventa una partita di scacchi, fatta di marcature ruvide, sbavature offensive e punti pesantissimi nelle mani dei vari protagonisti. Davies prova a confermare la sua grande forma, così come anche il solito Pangos. Ma è ancora Hanga a metterci la firma, con due giocate difensive importantissime: una prima rubata porta ai due liberi del vantaggio firmati dallo stesso ungherese, seguito poi da Higgins (44 totali per il Barça ndr), la seconda invece alla palla persa da Pangos che chiude la gara. I catalani possono tornare a respirare. La vittoria al limite rimette tutto in discussione (81-78).

FC BARCELONA: Davies 22, Hanga 5, Bolmaro 7, Smits 6, Gasol 0, Oriola 6, Abrines 0, Higgins 15, Kuric 9, Claver 0, Mirotic 8, Calathes 3

ZENIT ST PETERSBURG: Rivers 4, Zakharov 0, Pangos 23, Fridzon 0, Hollins 12, Thomas 17, Baron 7, Khvostov 0, Zubkov 2, Poythress 4, Black 9

fonte foto: IndianSports11

Mario Puggioni
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