Tatum, Memphis, il record di Pop: il meglio di marzo in NBA

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Solitamente verso la metà del mese di marzo si può fare già un bilanci della stagione. Le squadre in fondo alla classifica non hanno più niente da chiedere e cominciano a far riposare i loro giocatori più forti, facendo perdere appeal intorno alla NBA. L’introduzione del play-in ha in parte cambiato questa tendenza e quest’anno si sono presentate situazioni che hanno reso godibile anche il finale della regular season.

 

JAYSON TATUM

NBA Tatum Kobe Bryant playoff

Continuano a mietere vittime i Boston Celtics: la squadra allenata da Ime Udoka dal 29 gennaio ha vinto 27 partite su 32, complici le ultime due sconfitte consecutive rimediate contro Heat e Raptors. Un record che ha rilanciato le ambizioni dei Celtics, che dovranno fare i conti con l’infortunio di Williams, ma si stanno giocando il primo posto della Eastern Conference.

Jayson Tatum, stella della franchigia, è il principale protagonista di questa cavalcata, tanto da essere inserito timidamente anche nella corsa al titolo di MVP. Nel mese di marzo Tatum ha alzato ulteriormente il livello del suo gioco: rispetto a febbraio è passato da segnare 24.5 punti di media a realizzarne quasi 33. In questo mese ha concluso appena 4 gare (su 13) sotto quota 30 punti, ritoccando il suo season-high contro i Brooklyn Nets (54 i punti realizzati a fine partita). Un mese da sogno certificato con il premio di Giocatore della settimana vinto per 3 volte.

 

MEMPHIS GRIZZLIES

Ja Morant Memphis

Questo mese è corretto esaltare non solo la stagione quanto lo spirito di questo gruppo. Memphis si è assicurata il secondo posto della Western Conference e la vittoria della Southwest Division per la prima volta nella storia della franchigia, quanto lo spirito del roster. I Grizzlies fanno bene all’immagine della Lega: trasmettono entusiasmo in ogni giocata che fanno e si sentono invincibili. Questo è reso possibile anche dai risultati ottenuti: a marzo il record è ancora una volta ampiamente positivo con 11 vinte e 3 perse. Al momento Memphis vanta una striscia di 6 vittorie consecutive, nonostante l’assenza di Ja Morant e un calendario che gli ha messo di fronte Nets, Bucks e Warriors.

Non è detto che questo possa bastare, anzi. È bello però vedere un gruppo così unito che trasmette divertimento e voglia di giocarsela con tutti.

 

POP

Mandatory Credit: Scott Wachter-USA TODAY Sports

Gregg Popovich da quando si è seduto per la prima volta sulla panchina dei San Antonio Spurs (10 dicembre 1996) ha vinto 5 titoli nba, è stato per 3 volte votato come miglior allenatore dell’anno e di recente ha guidato la nazionale USA all’oro olimpico. Nella notte italiana tra martedì 12 e mercoledì 13 marzo Pop ha vinto la partita 1336 della sua carriera, diventando l’allenatore con il più alto numero di vittorie in carriera (superato Don Nelson). Molto probabilmente si tratterà dell’ultimo vero, grande, riconoscimento della sua carriera, considerata la deriva presa dagli Spurs in questi ultimi 3 anni, ben lontani dalla possibilità di giocarsi un titolo. Un traguardo storico di cui Popovich di certo non aveva bisogno per essere consacrato come uno dei più importanti allenatori della storia NBA.

 

MINNESOTA TIMBERWOLVES

towns

Minnesota ha viaggiato intorno al 50% di vittorie per tutta la stagione: nel mese di febbraio la squadra ha cambiato passo e adesso si sta aprendo la strada per un risultato inaspettato. Il periodo per i T’Wolves è favorevole: dopo aver affrontato uno dei calendari più difficili a inizio anno, la squadra è riuscita a crescere nel corso della stagione e anche a marzo ha chiuso con 10 vinte su 15 gare disputate. Il record è stato rovinato dalle 4 sconfitte rimediate nelle ultime 5, perdendo però contro Mavs, Suns, Celtics e Raptors.

Minnesota difficilmente eviterà l0 spareggio al play-in, anche se i Jazz sono avanti di sole due partite. La squadra ha trovato una sua solidità in NBA e sembra pronta a non sfigurare nella post season.

 

TYRESE MAXEY

Mandatory Credit: Bill Streicher-USA TODAY Sports

Aveva dimostrato un più che discreto potenziale già nella sua prima stagione tra i professionisti, attirando l’attenzione durante gli scorsi playoff. Quest’anno il ruolo del numero #0 dei 76ers è cresciuto vistosamente, complice l’impatto che è riuscito a portare sul parquet. Nell’arco di due stagioni il suo minutaggio è passato da 8 punti di media in 15 minuti a oltre 17 a partita in 35 minuti di impiego.

A marzo sono arrivate tre prestazioni sottotono contro Nets, Mavs e Bucks, ma sono seguite gare di ottimo livello, come contro Cleveland (33 punti, 10/15 al tiro). L’apice nel mese appena concluso è arrivato contro gli Heat, nella vittoria che lo ha visto protagonista date le assenze di Embiid e Harden. Maxey ha trascinato Phila alla vittoria con 28 punti, affermandosi sempre di più come un giocatore fondamentale per l’economia di questa squadra in ottica playoff.

Giovanni Aiello

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