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Il miglior quintetto di sempre della Pallacanestro Biella

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È di pochi giorni fa l’annuncio che Pallacanestro Biella rinuncerà a partecipare al prossimo campionato di A2, vendendo il titolo sportivo ricominciando probabilmente dalla serie C.

Così vogliamo provare a strappare un sorriso (o a far scendere una lacrimuccia) ai tanti tifosi biellesi e non solo, indicando quello che secondo noi è il quintetto All-Time della storia recente di Pallacanestro Biella (tralasciando quindi i fasti della Libertas degli anni ’70).

Sono ovviamente tantissimi i nomi che hanno scritto la storia della società rossoblu dal 1994 a oggi, e che hanno contribuito a portarne in alto il nome in ogni categoria. Abbiamo deciso quindi di concentrarci sui giocatori che a nostro avviso hanno lasciato maggiormente il segno con la canotta di Biella.

 

“Smoking” Joe Smith

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“Noi non qui per giocare, noi vuoi vincere!”. Con questa frase Joe Smith, allora capitano, mise subito le cose in chiaro prima della storica gara-5 al PalaLottomatica di Roma che Biella vinse guadagnandosi l’accesso alle semifinali scudetto 2009. E questa frase incarna non solo lo spirito combattivo del play di New Orleans, ma è anche rappresentativa di come si sentisse veramente parte della squadra in cui ha militato 3 stagioni, guidandola al massimo traguardo della propria storia. Smith incarnava il vecchio ruolo del playmaker: capace di guidare la  squadra mettendo in ritmo i compagni, ma anche di mettersi in proprio quando necessario con strisce di canestri in grado di spaccare in due la partita. Smith venne anche votato come giocatore più amato dai tifosi in un sondaggio social sulle pagine della LNP, a dimostrazione di quanto sia entrato nel cuore dei biellesi

 

Matteo Soragna

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13 stagioni totali all’ombra del Mucrone, condite da un bronzo agli Europei in Svezia del 2003 e dalla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene del 2004. Sicuramente il giocatore italiano che ha dato più lustro ai colori rossoblu. Giocatore dotato apparentemente di una flemma olimpica (appunto…), quando lo vedevi giocare sembrava non faticasse mai, ma poi andavi a leggere il tabellino e scoprivi quanto fondamentale fosse il suo apporto, soprattutto leggendo lo score del giocatore avversario marcato da Soragna che sovente concludeva la partita con numeri al di sotto delle proprie medie. Completamente integrato nel tessuto biellese, lo si vedeva spesso in giro per la città con la famiglia come “uno qualunque”, anche se il giocatore con la canotta n. 7 in quegli anni a Biella non era per nulla uno qualunque, anzi era “il Capitano”

 

“Cookie” Belcher

Fu protagonista indiscusso delle prime 4 stagioni in serie A di Biella, quelle in cui tutto sembrava ancora un sogno ad occhi aperti, esattamente come sembrava incredibile poter assistere al PalaPaietta alle evoluzioni di un giocatore che ricordava Tiramolla per la sua esplosività ed elasticità. Giocatore totale, instancabile e sempre pronto a sacrificarsi per il bene della squadra, tanto da giocare spesso con infortuni e acciacchi vari, cosa non sempre scontata per un americano in Europa. Queste sue caratteristiche gli valsero anche i gradi di capitano e questo non fece altro che moltiplicare i suoi sforzi in campo. Indiscutibilmente uno dei giocatori più amati dai tifosi biellesi, soprattutto tra quelli coi capelli bianchi

 

Joseph Blair

“Cosa ci fa un Harlem Globetrotter a Biella??” è quello che deve aver pensato la maggior parte dei tifosi all’annuncio nell’estate 1998 alla vigila del primo campionato di A2. Questo ragazzo con l’aria chi è passato di lì per caso, con i capelli indomabili e con il viso gentile, conquisterà subito il cuore dei tifosi biellesi che lo eleggeranno a idolo incontrastato di quella prima stagione nella serie cadetta. Anche se vestirà i colori rossoblu per una sola annata, il legame tra Blair e Biella resterà indissolubile, tanto che suo figlio Joseph jr crescerà cestisticamente nelle giovanili di Pallacanestro Biella dove esordirà anche in A2. Alzi la mano a chi, tra i tifosi di Biella, non si stampa in viso immediatamente un sorriso a 32 denti pensando a Joseph Blair

 

Jazzmarr Ferguson

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Al suo approccio col pubblico rossoblu dopo la prima amichevole estiva, sembrava un bambino in un negozio di caramelle: occhi sbarrati e sorriso stampato in faccia, non la smetteva di dare “il cinque” a chiunque gli passasse vicino. E questo amore a prima vista fu subito ricambiato dal pubblico col quale istaurò un rapporto bellissimo, che si autoalimentava a ogni canestro del folletto di Louisville che amava mostrare l’orecchio sotto la curva per far aumentare ancora di più i decibel del tifo. Anche lui come Smith si fermerà 3 stagioni a Biella, dove sarà un vero biellese, vivendo molto la città e frequentando i suoi luoghi preferiti. Unico di questo quintetto ad aver giocato solo in A2, ma impossibile da escludere

 

Sesto uomo – Nicola Minessi

Se dici Pallacanestro Biella automaticamente dici “Mine”. Unico giocatore a giocare e segnare con la maglia biellese dalla B2 alla A. Bresciano ma biellese di adozione, quando arrivò sotto il Mucrone sembrava un alieno: chi lo aveva mia visto a Biella un bianco schiacciare in partita? Protagonista delle promozioni in B1 e A2, farà di Biella la sua casa per molti anni, diventando anche Team Manager per alcune stagioni. La sua maglia n. 5 è appesa sul tetto del Biella Forum

 

Menzione speciale – Paolo Barlera

Un ragazzo d’oro, un gigante buono, nel vero senso della parola. Una malattia ce l’ha strappato nel pieno dei suoi anni e di una carriera che l’avrebbe sicuramente portato lontano. La città l’aveva adottato e lui si era fatto adottare. Il suo nome campeggia a caratteri cubitali dietro il settore verde del Forum. Per sempre

Riccardo Picco

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