L’Italia U18 ha trionfato al Torneo “Albert Schweitzer”, sconfiggendo in finale gli USA per 86-73. Nel corso del match, gli azzurrini sono stati sotto anche di 11 punti, riuscendo a recuperare il gap e a incrementare il vantaggio fino al +10, che ha di fatto segnato la parola “fine” sulla partita.
Per l’Italia si tratta del quarto titolo della propria storia in questo torneo. Le precedenti vittorie sono arrivate nel 1966, nel 1969 e nel 1983.
Ma vediamo di capire meglio che cos’è il Torneo “Albert Schweitzer” e di descrivere il cammino degli azzurrini dalla vittoria sulla Cina allo spettacolare trionfo contro gli Stati Uniti.
Il torneo viene giocato per la prima volta nel lontano 1958, in onore di Albert Schweitzer, medico, teologo e missionario tedesco, Nobel per la Pace nel 1952.
Le prime due edizioni del torneo le vince il Belgio. La terza edizione, giocata nel 1966, dopo 6 anni di sospensione, vede a sorpresa la vittoria dell’Italia. Il torneo viene rigiocato anche l’anno seguente e dal 1967 il torneo viene disputato ogni due anni fino al 1989. Successivamente, l’ “Albert Scweitzer” verrà bloccato a causa della Guerra del Golfo, sì proprio quella guerra che negli anni ’90 causerà oltre 100.00 morti tra iracheni, statunitensi e non solo. Nel 1993 saranno proprio gli Stati Uniti a vincere il torneo (il quarto della loro storia), mentre nel ’94, infine, verrà deciso di istituire il torneo negli anni pari e quella terminata sabato è stata la 27esima edizione della prestigiosa competizione che nel tempo ha assunto un vero e proprio valore mondiale.
L’Albert Schweitzer ha visto la partecipazione di numerosi giocatori che di lì a poco tempo avrebbero dominato la scena del basket mondiale: Ramon Session, Igor Rakocevic, Viktor Krhyapa, Arvydas Sabonis, Tim Duncan e “udite udite”… Mr Magic Johnson. Ebbene sì, la stella dei Los Angeles Lakers, del Dream Team del ’92, vincitore di 5 anelli NBA e di 3 MVP, a 18 anni, nell’edizione del 1977, fu protagonista della terza vittoria degli Stati Uniti in questa manifestazione. Tra gli italiani vanno invece senza dubbio citati Dino Meneghin e Antonello Riva.
Speriamo tra qualche anno di poter aggiungere tra queste “stelle”, qualcuno dei protagonisti di questo trionfale cammino azzurro.
Di seguito ecco la formazione degli azzurrini con le rispettive squadre di appartenenza:
4 Federico Mussini (1996, 190, P, Grissin Bon Reggio Emilia)
5 Enrico Merella (1996, 180, P, Tavoni SNC Sassari)
6 Martino Mastellari (1996, 190, G, Tulipano Fortitudo Bologna)
7 Ion Lupusor (1996, 190, A, Viola Reggio Calabria Ssdarl)
8 Andrea Spera (1996, 203, A/C, Sidigas Avellino)
9 Andrea Gennaro Picarelli (1996, 192, G, E.A.7 Emporio Armani Milano)
10 Andrea La Torre (1997, 202, A, Stella Azzurra Roma)
11 Luca Severini (1996, 202, A/C, Virtus Siena)
12 Diego Flaccadori (1996, 190, G, Blu Orobica Bergamo)
13 Alberto Cacace (1996, 193, A, Azimut Loano)
14 Bruno Mascolo (1996, 185, P, Manital PMS Torino Srl)
15 Daniel Donzelli (1996, 198, A, UCC Casalpusterlengo)
Vanno citate, senza alcun dubbio, le incredibili prestazioni di Federico Mussini e Diego Flaccadori. Il primo, playmaker della Reggiana, ha chiuso la competizione con 20.8 punti di media ed è stato inserito nel miglior quintetto, composto appunto da Mussini, Hakanson (Svezia), Lazarevic (Serbia), Happ (Usa) e Guven (Turchia). Un incredibile onore per l’azzurrino, che già nel corso delle Final 8, non si era intimorito davanti a giocatori del calibro di Ragland e Diener.
Diego Flaccadori, giocatore proveniente dall’Orobica Bergamo, fa parte del giro della Nazionale già dal 2012 con gli U16. La guardia bergamasca ha chiuso l’ “Albert Schweitzer” a oltre 16 punti di media, con un massimo di 23 contro l’Ucraina, ma tutti e 12 i giocatori hanno dato un incredibile supporto per la vittoria finale del torneo. Enrico Merella, giocatore del Tavoni Sant’Orsola Sassari (DNC), in uno stato sul proprio profilo Facebook ha scritto: “Sapete perché siamo campioni del “mondo”? Perché dal primo minuto della prima partita contro la Cina fino all’ultimo minuto della finale contro Usa, siamo rimasti sempre uniti, non abbiamo mai mollato, siamo sempre rimasti lì in campo con la testa, anche chi stava in panchina, e quando partiva un tiro sembrava che stesse tirando tutta la squadra e quando uno difendeva sulla palla sembrava stesse difendendo tutta la squadra… Sì, posso dirlo, ci siamo meritati questa medaglia!! Forza Italia!! E soprattutto NON SI MOLLA MAIII!!! E deve essere sempre il nostro punto di forza, SEMPRE.” E’ in queste poche parole che è racchiuso il messaggio della vittoria degli azzurrini, che fin dal match contro la Cina, vinto per 92-51 e dominato per tutti i 40′, hanno sempre dimostrato di essere uniti e di credere alla vittoria, dalla prima palla a due.
Gli azzurrini hanno dominato la prima fase, sconfiggendo Nazionali molto più temibili come Cina e Spagna, tenendo gli iberici a soli 67 punti e subendo solo 61.3 punti di media nelle prime tre partite. Nella seconda e ultima giornata della seconda fase era arrivata la prima (e ultima) sconfitta contro gli USA, ma anche in questa partita gli azzurri avevano dimostrato di poter compiere il miracolo, rimanendo in partita per più di 30′.
Già dalla semifinale contro la Turchia era arrivata la pronta reazione dei ragazzi, che al termine di un match combattutissimo e deciso solo nelle battute finali erano riusciti ad avere la meglio sugli anatolici di Korkmaz (23) e Guven (18).
Eccoci infine arrivati all’epilogo: la sfida contro gli Stati Uniti, quella partita che segnerà la storia di questi 12 ragazzi. L’Italia nel secondo quarto scivola a -11, ma in quel momento Mussini e compagni reagiscono e volano sul +8 (49-41). Gli Stati Uniti, trascinati da un Hupp da 20 punti (Hupp sarà poi eletto MVP del torneo), riescono a rimanere incollati al match fino al 39′, quando una tripla di Donzelli (17 per lui in finale) segna la fine delle ostilità e consegna all’Italia il quarto sigillo al Torneo “Albert Schweitzer” di Mannheim. Dopo la vittoria nell’Europeo U20 e la prestigiosa vittoria dell’U18, il futuro dell’Italia sembra apparire roseo. Ora tocca ai giocatori (e non solo) dimostrare di essere pronti alla conferma in campionati di alto livello e al confronto con giocatori che possono apparire molto più fisici ed esperti. Noi siamo con loro.
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