Jamal Murray è uno dei protagonisti assoluti del titolo NBA vinto dai Denver Nuggets.
Una storia meravigliosa per un giocatore che poco più di due anni fa si era rotto il crociato e ora ha trascinato i Nuggets all’anello di campioni NBA. Un percorso tortuoso, che lo stesso Murray ha raccontato dopo la vittoria sui Miami Heat.
Subito dopo la fine della partita ho provato un’emozione incredibile, non sono riuscito a trattenere le lacrime, ho lavorato tutta la vita per questo traguardo. Era il mio sogno fin da bambino, il sogno che mi ha fatto andare avanti dopo l’infortunio. Per diversi mesi non riuscivo a camminare o a fare le scale. Zach LaVine mi ha aiutato molto ma anche altri colleghi che avevano subito lo stesso trauma come Gallinari, Oladipo e Klay Thompson. Ci sono passati prima di me, il loro esempio mi ha spinto a voler diventare a mia volta una fonte d’ispirazione per chi deve affrontare grandi difficoltà. La mentalità con cui reagisci a ciò che ti accade è fondamentale. Sapevo che all’inizio avrei fatto pena, mi ricordo ancora il match del rientro contro Utah, non mi sono mai sentito così spaesato sul parquet. Non volevo attaccare il ferro, andare a rimbalzo, buttarmi nel traffico, temevo di ricadere male, volevo evitare ogni contatto. Non avevo paura ma tanti dubbi, ero esitante, però non ho mai perso la fiducia in me stesso e adesso posso dirlo: non poteva desiderare un finale migliore. Durante le Finals sentivo le farfalle nello stomaco, quella bellissima sensazione che ti fa sentire vivo. Possiamo vincere ancora, con l’altruismo e la fiducia reciproca che ci hanno portato fin qui.
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