James Nnaji, nuovo gioiello all’orizzonte per il Barcelona?

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Finora abbiamo parlato quasi esclusivamente del Real Madrid come la cantera più prolifica d’Europa: d’altronde, se tanti prodotti del settore giovanile ottengono le loro occasioni per mostrare il loro valore in prima squadra sul campo (attualmente con Vukcevic, Nunez, Ndiaye e Klavzar), c’è ben poco da obiettare.

Se andassimo a guardare agli eterni rivali del Barcelona, però, si nota una cosa singolare: dopo aver lavorato su giocatori poi accasatisi in NBA come Mario Hezonja e recentemente Leandro Bolmaro, tanti prodotti del settore giovanile catalano hanno avuto più fortune in altri lidi (tra i vari ricordiamo Ludde Hakanson, Stefan Peno, Tom Digbeu, Brancou Badio, Matthew Marsh e Haris Bratanovic). Inoltre è bene precisare che altri lanci in NBA come Rodions Kurucs e Luka Samanic non l’hanno raggiunta per mezzo dei blaugrana: il profilo del lettone era già intrigante ai più durante i tornei giovanili dell’ANGT e dalle prestazioni con la seconda squadra in LEB Silver, mentre per il croato è risultata decisiva la scelta di giocare per l’Olimpia Ljubljana (che si divideva tra la Champions League e la Lega Adriatica).

Il prestigio del club tuttavia continua ad attirare attenzioni a livello internazionali (tra gli ultimi il gigante senegalese Dianko Badji che ha tentato la carta NBA sostenendo dei workout, senza successo) e all’ultimo ANGT qualcosa è cambiato. In una finale tiratissima contro un Real Madrid in emergenza che ha tirato fuori prestazioni super con Eli Ndiaye, Henri Veesar e Sediq Garuba, è sembrata emergere una qualità più alta sul piano tecnico da parte dei catalani, nonostante la sconfitta. I nomi di questi prospetti? Gael Bonilla, ala messicana con doti da playmaker e una notevole intelligenza di gioco offensiva. Augustin Ubal, playmaker uruguaiano dal fisico asciutto ma dalle lunghe leve e grandi capacità realizzative. Michael Caicedo, punta di diamante della squadra con doti atletiche fuori dal comune e potenziale da tiratore ancora in crescita. E infine il protagonista di oggi, James Nnaji.

Nato in Nigeria il 14 agosto 2004, ultimo dei suoi fratelli, inizia a giocare a basket tardi, all’età di 12 anni. Arriva in Europa non ancora quindicenne grazie all’aiuto dell’allora agente e tuttora organizzatore della EYBL, Balazs Radics. Nnaji proviene da una famiglia povera, con un fisico adeguato per il gioco ma un atteggiamento timido e poca conoscenza della pallacanestro. Solo Laszlo Ratgeber, uno dei coach più vincenti in Ungheria e oggi Professional and Strategic Director della National Basketball Academy, intravede del talento nel ragazzo e nel giro di neanche due anni questo talento sboccia. Grazie alla mentalità, all’attitudine e all’etica del lavoro gli bastano solo 10 partite per attirare le attenzioni fuori dai confini nazionali. Nell’ottobre 2020 arriva la chiamata d’eccellenza, con il Barcelona che lo prende sotto i suoi colori e lo schiera subito in prima linea tra ANGT e in LEB Silver. Se in terza divisione spagnola arranca nel trovare minuti, Nnaji si trova più a suo agio a competere con i coetanei. Infatti, dopo una prima fase di Valencia un po’ ai margini del gioco, esplode nella fase successiva del torneo che lo porterà a giocare la finale 2021 sopracitata e verrà inserito nel miglior quintetto della manifestazione.

La crescita del giovane sembra non fermarsi qui, merito anche di un Sarunas Jasikevicius che prudentemente sta mettendo alla prova le linee verdi tra Eurolega ed ACB. Il nigeriano aveva già debuttato contro lo Zalgiris e siglato i primi punti contro il Baskonia proprio nella massima competizione europea, ma non aveva mai esordito in campionato. Almeno fino a quando l’infortunio di Brandon Davies non ha spinto il coach lituano a farlo partire in quintetto contro il Manresa. La vittoria storica del BAXI (prima volta dopo 25 anni al Palau) non ha però oscurato il debutto del classe 2004, terminato con 10 punti, 5 rimbalzi e 5 stoppate (!) con 19 di valutazione in meno di 20′.

Caratteristiche tecniche

Centro di 209 cm per più di 90 kg, Nnaji presenta una notevole apertura di braccia e di gambe che gli consentono ampi movimenti, ma anche una reattività che gli consente di muoversi velocemente e restare vigile per adeguarsi a diverse situazioni di gioco. La mancanza di tonnellaggio sicuramente è un fattore su cui lavorare per prepararsi meglio al mondo professionistico, anche se non ha paura di mettere il corpo e resistere ai contatti avversari. I maggiori limiti sono sul piano tecnico: essendo un giocatore con un ruolo principalmente off-ball, non ha molte occasioni di mettere palla per terra e il suo raggio di tiro è circoscritto nelle vicinanze del ferro. Il tiro è sicuramente un punto su cui migliorare, almeno per avere maggiore confidenza in lunetta.

A livello tattico, è un giocatore con un bagaglio offensivo semplice, basato principalmente sul PnR o sulla ricezione profonda. Molto affidabile come target interno, usa intelligentemente il tabellone e con il tocco giusto per appoggiare in sicurezza, oltre all’istinto nel prendere posizione sotto i tabelloni e convertire prontamente le seconde opportunità in tap-in vincenti. Tuttavia non è da sottovalutare in post perché può riaprire il gioco o innescare i tagli dei compagni. Nella propria metà campo fa un buon lavoro come rim protector: si dimostra attento a tutto quello che passa nei pressi della sua area di competenza e con la sua combinazione veloce di mani e piedi può ostacolare con facilità gli avversari o addirittura negare loro il canestro grazie all’eccellente timing e alla verticalità nel stoppare.

 

Aspettative

Eventuali proiezioni sono ancora troppo premature, sia perché si è affacciato solo da un anno alle competizioni giovanili internazionali di punta, sia perché la classe 2004 dovrà aspettare ancora un anno prima di avere la possibilità di dichiararsi eleggibile per la NBA (e purtroppo c’è già un certo Victor Wembanyama che occupa senza rivali il primo posto per la classe europea). Però farsi trovare pronti e lavorare bene paga sempre, con la speranza che per Nnaji sia la prima di tante lezioni utili che può imparare sotto Jasikevicius.

Federico Gaibotti

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