Mentre Lance Stephenson si diverte a Charlotte, Larry Bird si dispiace della scelta della società di lasciarlo partire…
Ieri Stephenson ha messo nero su bianco la sua decisione di lasciare i Pacers, legandosi ufficialmente ai Charlotte Hornets, firmando il contratto con la franchigia del Carolina del Nord. L’ex numero 1 di Indiana non si chiamerebbe Born Ready, se subito dopo la firma non si concedesse una serata divertente, giusto per rilassarsi un attimo e imparare ad orientarsi nella sua nuova città. Ecco dunque Lance posare in un locale con due tifose già conquistate dal suo fascino in maglia Hornets, con un cappellino che – va detto – gli dona parecchio…
Nonostante sia un personaggio appariscente e del tutto opposto allo schivo Bird giocatore, l’ex-numero 33 dei Celtics ha sempre stravisto per Born Ready e si dichiara molto dispiaciuto e deluso del fatto che Indiana non sia riuscita a trattenerlo:
<< Mi spiace davvero tanto di averlo perso, spero che questo non interferisca nei nostri rapporti. Ho fatto quello che ho potuto per trattenerlo qui. Anche se non avesse avuto altre offerte, ero deciso a dargli quei 44 milioni perchè credo nel ragazzo. Se date un’occhiata al nostro roster, abbiamo cinque o sei ragazzi al loro ultimo anno di contratto, poi ci sono David [West, ndr.] e Roy [Hibbert, ndr.] che possono uscire dal contratto… quindi davvero non credete che volessimo tenere Lance e Paul [George, ndr.] con noi il più possibile?
[…]
E’ stato semplicemente deludente. Quando andavo agli allenamenti, se era nel suo momento buono, Lance era il nostro miglior giocatore – e di molto. E lavorava, molto. Se lavori tanto quanto lui, diventerai sempre di un livello superiore. Mi mancherà, assolutamente. E sta anche crescendo: quello che ha fatto nei playoffs [ear-blowing e trash-talking, ndr.] sono venute fuori dal nulla. Ma io conosco per certo quanto è forte Lance e il valore aggiunto che rappresentava per la nostra squadra. >>
Se Lance Stephenson è riuscito a conquistare in tal modo un sergente di ferro come Bird – nonostante la sua originalità – significa che abbiamo davanti agli occhi un potenziale campione. Ora la palla passa però a Born Ready: sta a lui dimostrare di essere un giocatore di tale livello, approfittando di una squadra che gli riserverà un ruolo più di rilievo rispetto a quello ottenuto ai Pacers, dove la stella di Paul George impediva a quella di Lance di brillare di luce propria.
E’ l’ora X, caro Lance…
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