Ci sono leggende che arrivano da lontano, giocatori che in NBA sono solo di passaggio e che sono a tutti gli effetti bigger than basketball. Manute Bol è stato “più grande” di tante cose. Probabilmente anche di quello che è stato il suo reale impatto sulla pallacanestro. È stato il primo africano in NBA, ma la sua carriera è stata soltanto un mero strumento per salvarsi e salvare più persone possibili in Sudan, la sua terra natale. Un paese dal quale ha cercato in tutti i modi di scappare e dove poi non ha potuto fare a meno di tornare. In questo video parleremo di uccisioni di leoni, di stoppate (tantissime stoppate!) e soprattutto di un grande uomo, letteralmente e spiritualmente.
Prima di lasciare questa terra il 19 giugno 2010, a Washington, e lì venire sepolto, in una bara di quasi 2 metri e mezzo costruita ovviamente su misura. Lasciò 10 figli, 6 da un primo matrimonio e 4 da un secondo, tra cui Bol Bol, attuale giocatore degli Orlando Magic, che prese il nome di uno dei nonni di Manute, membro della tribù dei Dinka.
“Se nel mondo esistessero solo Manute Bol, sarebbe un mondo in cui vorrei vivere” ha detto una volta Charles Barkley, uno dei suoi più grandi amici. I record vanno e vengono, gli esseri umani, come Manute, rimangono. Per sempre.
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