Marko Scekic: tutta La Provincia ce l’ha con lui

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Raccontiamo la storia per bene. Marko Scekic, 10 minuti dopo la fine dell’incontro tra Acqua VitaSnella Cantù e Cimberio Varese, esce dallo spogliatoio per andare a salutare i suoi ex tifosi (gli Eagles) perchè conserva ancora molte amicizie in quel di Cantù dopo due anni e mezzo passati tra gioie e dolori (ricordiamo che Sceka ha fatto il crociato quando militava nelle file biancoblu) e voleva soltanto ringraziarli per quello che loro avevano fatto per lui nel periodo canturino.
A quel punto i tifosi varesini iniziano ad insultarlo pesantemente dandogli dell’”uomo di m….”; gli chiedono persino di togliere la canotta perché non lo ritengono degno di indossare una maglia così prestigiosa, lui che ha combattuto con grande abnegazione in campo risultando il migliore per i biancorossi.
Fin qui ci può stare, sappiamo tutti com’è il mondo ultras: le cose vengono dette senza filtri e senza possibilità di pensarci, ciò che viene in mente, si canta (tutto sommato è comprensibile anche che essi se la prendano con un giocatore che va a salutare i suoi ex tifosi, nonché loro primi nemici).

Marko Scekic, al centro delle polemiche varesine (pressers.ba).
Marko Scekic, al centro delle polemiche varesine (pressers.ba).

Il pomo della discordia che ha fatto infuriare i tifosi canturini è stato un articolo apparso ieri su “La Provincia di Varese” scritto da un giornalista il cui nome è Francesco Caielli che attacca pesantemente Marko Scekic come se stesse scrivendo su un forum qualsiasi di Varese e non sulla testa principale della provincia.
In particolare riportiamo le parole in questo articolo: “L’hanno visto tutti il centro serbo (che, tra l’altro, in campo era stato uno dei meno peggio) andare a farsi festeggiare dalla curva degli ultras di Cantù. Abbracci, pacche sulle spalle, sorrisi… roba da matti. […] Ma chissenefrega se ha ancora amici a Cantù, ci mancherebbe: liberissimo di frequentare chi vuole al di fuori del parquet. Fuori dal parquet appunto, non un minuto dopo la fine di un derby amarissimo, non di fronte alle lacrime di delusione di quelli che sono i tuoi tifosi (biancorossi, non biancoblù, dai non è difficile distinguerli)…”. Aggiungendo infine: “Nelle tante delusioni della stagione si aggiunge pure questa. Quella di un uomo che non ha capito proprio nulla di cosa significhi giocare qui… che non ha dimostrato un minimo di attaccamento alla maglia ed alla società che lo paga. Quella di un giocatore che nessuno rimpiangerà, domani, quando non ci sarà più“.

Sicuramente sono parole molto forti, usate nei confronti di un professionista inattaccabile che ha sempre dato tutto per la causa (non solo quella canturina ma anche quella varesina durante tutta la stagione) e che non merita di certo un trattamento così tanto ingiurioso.

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