Mike Budenholzer si commuove durante la cerimonia per il COY: „Questo premio è di Popovich“

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Durante la premiazione per il trofeo di coach of the year, Mike Budenholzer, allenatore degli Atlanta Hawks, si è commosso parlando del suo ex-capo e mentore Gregg Popovich.

Popovich e Budenholzer insieme ai tempi di San Antonio.
Popovich e Budenholzer insieme ai tempi di San Antonio.

Dopo 17 anni da assistant-coach di Gregg Popovich sulla panchina di San Antonio, Mike Budenholzer ha firmato un contratto da capo allenatore degli Atlanta Hawks nel 2013. Dopo una prima stagione di “assestamento”, coach Bud ha portato i Falchi al primo posto ad Est con il record di 60 vittorie e 22 sconfitte, mettendo in mostra una pallacanestro bella e vincente che gli è valsa il premio di coach dell’anno.

Durante la cerimonia di premiazione, Budenholzer ha voluto riservare un ringraziamento speciale al proprio mentore, Gregg Popovich. Ecco il contenuto degli ultimi due minuti di conferenza stampa, in cui il neo-allenatore dell’anno è apparso visibilmente commosso:

Budenholzer ha vinto il suo primo COY, frutto di una stagione da 60 vittorie e 22 sconfitte.
Budenholzer ha vinto il suo primo COY, frutto di una stagione da 60 vittorie e 22 sconfitte.

Come ultima cosa mi sembra appropriato finire il discorso parlando del vero Coach of the Year, Gregg Popovich. Questo premio appartiene a lui, ha una posizione riservata sulla scrivania di Pop a San Antonio. Ogni due o tre anni lui lo vince e si lascia fare qualche foto di fianco a lui. Forse riuscirò a infiltrarmi nel suo ufficio e a rimetterlo a posto.
Sono stato davvero molto fortunato a lavorare vicino a un allenatore che ha fatto così tanto per l’NBA, che significa molto per tanti allenatori. Ha condiviso molto con me e non so da dove cominciare per esprimere quanto gli sia grato per avermi voluto al suo fianco per così tanti anni. La cosa che ha fatto Pop per me, e che ha fatto per tanti allenatori, è avermi lasciato allenare. Sembra molto semplice come cosa, ma è proprio questa  la bellezza di essere a contatto con lui, di lavorare vicino a lui. Spesso le cose che danno più soddisfazione sono molto, molto semplici.
Lui ci ha lasciato allenare. Ci ha lasciato allenare insieme a lui, ci ha sempre raccontato di come fosse contento che i suoi giocatori si fossero lasciati allenare da lui. Io ora parlo per me ma penso di parlare per molti colleghi, che non saprei nemmeno elencare… io voglio ringraziare Pop per averci fatto allenare insieme a lui. Mi ha preparato per ottenere questa importante opportunità, e io credo che questo, alla fine, sia il lavoro di un allenatore. Quello di preparare una squadra, un giocatore o una persona per le opportunità a venire. Ribadisco: voglio ringraziare Pop per avermi preparato al meglio per questa occasione.

Nei secondi finali della conferenza, Bud ha ritagliato uno spazio per i più classici ringraziamenti alla famiglia e alla squadra intera. Ma indubbiamente, questa notte, come se fosse ancora necessario, è venuto a galla il rapporto bellissimo che lega Popovich ai suoi giocatori, collaboratori e semplicemente chiunque gli stia affianco. Per parafrasare un altro celeberrimo discorso di premiazione, tenuto l’anno scorso da Kevin Durant in occasione del titolo di MVP, ci permettiamo di dire: Pop, you’re the real COY.

Il video del discorso originale di Mike Budenholzer:

Niccolò Armandola

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