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NBA – Il bellissimo discorso di Vanessa Bryant per l’ingresso di Kobe nella Hall of Fame

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Tra i tanti discorsi che ci sono stati questa notte, per la cerimonia di ingresso nella Hall of Fame della classe 2020, quello di Vanessa Bryant per suo marito Kobe era probabilmente il più atteso.

La vedova di Kobe, accompagnata sul palco da Michael Jordan, ha fatto un bellissimo discorso in cui ha parlato del marito e di cosa abbia significato per il basket, ma soprattutto per lei e per le sue figlie, ovviamente presenti in platea.

Lo scorso febbraio ho chiamato Michael e gli ho chiesto se volesse introdurre Kobe stasera. Lui ha accettato subito, grazie per essere qui, Michael. Kobe ti ammirava, questo significa tantissimo per noi.

Ho sempre evitato di esaltare mio marito in pubblico perché pensavo che lo facessero già abbastanza i tifosi in giro per il mondo, qualcuno doveva tenerlo coi piedi per terra. Ora sono sicura che starà ridendo in Paradiso, perché sto per esaltarlo per tutti i traguardi raggiunti, su uno dei palchi più “pubblici”. Lo posso vedere: braccia conserte, un grande sorriso, dicendo “Non è una cosa pazzesca?”. Sta continuando a vincere.

Speravo che mio marito sarebbe potuto essere qui per ricevere questo incredibile riconoscimento. Lui e Gigi avrebbero meritato di essere qui. Gigi sarebbe stata così orgogliosa di vedere suo padre essere introdotto nella Hall of Fame. Kobe era davvero felice di questo, aveva chiesto esplicitamente alla Hall of Fame di aggiungere un biglietto per Capri [l’ultima figlia, nata nel 2019, ndr]. Non parlava spesso dei futuri riconoscimenti, ma menzionò questo una settimana prima che lui e Gigi morissero.

Eravamo in cucina e stavamo parlando della presenza dei miei suoceri a questa serata. Ho invitato i miei suoceri stasera per ringraziarli per aver messo al mondo uno dei più fantastici esseri umani. Pam e Joe, grazie per aver cresciuto Kobe per essere eccezionale. Grazie a tutta la famiglia di Kobe.

Non ci sarà mai nessun’altro come Kobe. Kobe era speciale, era umile, fuori dal campo, ma bigger than life. Grazie a tutti i nostri amici che sono qui al mio fianco e al fianco delle mie ragazze. La lista è lunghissima, ma sappiate che il vostro affetto è molto apprezzato. So che Kobe sarebbe estremamente grato che siate qui per le nostre ragazze. Se mio marito fosse qui stasera, farebbe una lunga lista di persone da ringraziare, che lo hanno portato ad entrare nella Hall of Fame. Familiari, amici, mentori, i Lakers, i compagni, gli avversari. Questa è una delle tanti parti dure del non averlo qui. Per non rischiare di escludere qualcuno, posso solo dire grazie a tutti coloro che lo hanno aiutato ad arrivare qui. Sapete chi siete, posso solo ringraziarvi per conto suo. Vi voglio bene.

Non ho un discorso preparato da mio marito. Era intelligente, eloquente e aveva così tanti doni, compreso il saper parlare in pubblico. So che ringrazierebbe chiunque lo abbia portato qui, compresi coloro che dubitavano di lui e coloro che hanno provato ad ostacolarlo, dicendogli che non ce l’avrebbe fatta. Li avrebbe ringraziati per averlo motivato ad arrivare qui. Alla fine, vi sbagliavate.

Tutti gli atleti che entrano nella Hall of Fame hanno dovuto sacrificare parte della loro vita per il lavoro, ci vogliono tanto autocontrollo, sacrificio e disciplina. Nessuno può obbiettare qualcosa. Le statistiche di Kobe parlano per lui. Kobe era di un altro livello. Non ha mai preso scorciatoie nel basket, ha dato al gioco tutto ciò che aveva. Kobe ha giocato su diversi infortuni, ne menziono alcuni. Ha giocato con la nausea e la febbre per intossicazione alimentare. Ha giocato con un naso rotto, una volta si ruppe un dito e se lo fece sistemare direttamente in campo per finire la partita. Gli fu detto che avrebbe dovuto usare la sinistra per il resto della stagione per permettere al dito di guarire. Segnò addirittura 2 tiri liberi con un tendine d’Achille rotto, uscendo dal campo sulle sue gambe. Non scorderò mai il suo sguardo mentre usciva dal campo in quella partita. Sapevo che era un infortunio serio. Il pubblico lo incitava, mentre io mi assicuravo che Natalia e Gianna sapessero che il loro papà sarebbe stato bene, come per tutti gli altri infortuni. Ma nel tunnel non ci fu alcun occhiolino o bacio nella mia direzione, vedevo la preoccupazione nei suoi occhi. Era un infortunio serio, ma il suo ritorno in campo fu ancora più importante.

Molte persone non lo sanno, ma mio marito giocava su questi infortuni perché si ricordava di quando guardava i suoi giocatori preferiti insieme a suo padre. Ricordava tutto: il tragitto in macchina, le conversazioni e la felicità di essere tra i fortunati ad avere un biglietto per la partita. Kobe non voleva deludere i suoi tifosi, specialmente quelli che avevano risparmiato e fatto sacrifici per vederlo giocare, con la stessa felicità che aveva lui da piccolo. Ricordo di avergli chiesto perché non si prendesse una partita di pausa a causa del dolore, mi rispose: “E cosa dovrei dire ai tifosi che hanno risparmiato per potermi vedere giocare una volta sola?”. Non si dimenticava mai dei suoi tifosi. Se avesse potuto, avrebbe giocato ogni minuto di ogni partita. Vi amava tantissimo.

Kobe ha ricevuto tantissimi premi. È stato 5 volte campione NBA, è stato 5 volte miglior autore secondo il New York Times, 18 volte All Star, MVP, 2 volte MVP delle Finals, 2 volte medaglia d’oro alle Olimpiadi. È stato anche il primo atleta professionista a vincere un Oscar. La lista è lunga, ma il traguardo più grande è stato essere un fantastico padre per le nostre figlie. Vorrei ringraziare tutte le persone che lo hanno portato qui, ma non avendo la lista di nomi specifici di mio marito, voglio ringraziarlo io.

Lui ha fatto tutto il lavoro, lui ha battuto quei record e lui ha ispirato le persone ad essere grandi. Voglio ringraziarlo per aver trovato il tempo di essere non solo un incredibile atleta, un visionario e un grande narratore, ma anche un uomo di famiglia. Caro Kobe, grazie per essere stato il miglior marito e padre possibile. Grazie per aver imparato dai tuoi errori. Grazie per aver sempre cercato di migliorare. Grazie per non averci mai messe in secondo piano. Grazie per il tuo duro lavoro, per la nostra famiglia, per le nostre figlie Natalia, Gianna, Bianca e Capri. Grazie per aver lavorato così tanto per regalarci la migliore vita possibile insieme. Grazie per le sveglie alle 4 del mattino per allenarti. Grazie per i baci la mattina e per aver accompagnato le nostre ragazze a scuola prima di andare allenamento, finire e andarle a riprendere ogni volta che potevi. Grazie per non esserti mai perso un compleanno, una gara di danza, una cerimonia scolastica o una partita che le nostre figlie hanno giocato, se il calendario lo permetteva. Grazie per aver indirizzato il tuo amore alla famiglia in primis. Grazie per aver portato così tanta gioia nelle nostre vite e in quelle delle persone in giro per il mondo. Grazie per averci ispirato ad essere migliori di quanto fossimo il giorno prima. Grazie per averci insegnato a mettere la gioia di qualcun altro prima della nostra. Grazie per la tua generosità e il tuo cuore d’oro. Grazie per non esserti mai preso troppo sul serio, per il tuo senso dell’umorismo, per non avermi mai detto di no e per avermi fatto fare come volevo la maggior parte delle volte. Grazie per la pazienza, per avermi lasciata fare la guastafeste, per aver sopportato i miei sfoghi. Grazie per avermi amata per tutta la vita, in ogni vita sceglierei te.

Grazie alle nostre figlie, per aver sacrificato il tanto tempo che avrebbero potuto passare con loro padre, così che potesse essere il migliore in qualsiasi cosa volesse. Bianca e Capri, sono felicissima che siate qui stasera. Papà era incredibile, e vi vuole tantissimo bene. Congratulazioni amore, i tuoi sacrifici sono stati ripagati.

Una volta mi disse: “Se devi scommettere su qualcuno, scommetti su te stesso”. Sono felice che abbia scommesso su sé stesso. Ce l’hai fatta. Ora sei nella Hall of Fame. Sei un vero campione, non sei solo un MVP, sei uno dei migliori di sempre. Sono orgogliosa di te. Ti amerò sempre. Kobe. Bean. Bryant.

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Francesco Manzi

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