NBA Numb3rs: i Raptors e l’incubo LeBron, la maturità di Mitchell-Tatum e l’entusiasmo di Boston

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Fonte immagine: CBS Sports

In queste semifinali di conference non è di certo mancato l’equilibrio anche se, ad oggi, tutte e quattro le serie sembrano decise o quantomeno indirizzate. Salvo grandi rimonte le due finali di conference dovrebbero essere Warriors-Rockets e Celtics-Cavs, proprio quelle più facilmente prevedibili ad inizio anno, ma i playoff ci hanno insegnato che è meglio aspettare qualche giorno in più prima di giungere a conclusioni affrettate. 

LeBron James ha appena ottenuto l’ottava vittoria consecutiva nei PO contro i Raptors grazie ad un canestro sul quale si sono già spese molte parole e complimenti. Si tratta della sesta vittoria su sette partite giocate in situazioni clutch di questi playoff e della seconda ottenuta sulla sirena finale. Solo LBJ negli ultimi 15 anni ha segnato almeno due buzzer-beater in un unica postseason, inoltre vanta un totale di 5 partite di playoff decise sulla sirena, anche in questo caso, nessuno come lui. Per l’ennesimo anno consecutivo i Raptors vedono le loro ambizioni terribilmente smorzate dai Cavs e dal numero 23. Anche quest’anno Casey ci ha provato in diversi modi, ma il risultato tende a non cambiare. L’unica consolazione statistica, se di ciò si può parlare, sono i 251 tiri stoppati in gare di playoff da parte di Serge Ibaka che, con tale risultato, supera Ben Wallace e raggiunge alla nona posizione all-time il suo idolo e mentore Dikembe Mutombo.

Passiamo ora a Celtics-76ers, un serie molto più equilibrata rispetto a quanto dica il netto 3-0. La differenza fino ad ora l’ha fatta Brad Stevens, la sua fantastica capacità di leggere la partita e la difesa che ha elaborato per limitare Ben Simmons. Non a caso Simmons ha segnato un solo punto in gara 2 e, attualmente, ha un disastroso -55 di Plus/Minus nella serie. D’altro canto, il suo avversario rookie Jayson Tatum, vanta tre ventelli consecutivi (che diventano 5 se consideriamo gara 6 e 7 contro i Bucks) e +35 di Plus/Minus. Tatum, insieme a Mitchell, sta riscrivendo parecchie pagine del libro dei record dei rookies. Jayson è infatti diventato il più giovane di sempre a segnare 4 ventelli consecutivi nei PO battendo Kobe Bryant ed, insieme a Terry Rozier e Al Horford, ha superato quota 25 punti in gara 1. L’ultimo terzetto Celtics in grado di terminare un match con tali numeri fu Allen-Pierce-Rondo nel 2009 che ci riuscirono con l’aiuto dell’overtime. Gli ultimi a riuscirci in una partita senza overtime furono Bird-McHale-Parish nel lontano 1987.  Anche nel caso dei 76ers c’è una consolazione, che in questo caso ha un peso specifico decisamente maggiore rispetto al caso dei Raptors. Per la prima volta nella storia dell’NBA, una squadra che ha ottenuto il peggior record della lega è riuscita, in sole due stagioni, a qualificarsi ai playoff e vincere il primo turno. 

Donovan Mitchell, collega rookie di Tatum, non sta perdendo tempo. Dopo aver battuto una squadra in grado di vantare ben 22 convocazioni all’All Star Game (nessun giocatore dei Jazz ha mai disputato una gara delle stelle), ha impiegato solo altre due partite (8 in totale) a raggiungere quota 200 punti nei playoff. Nessuno ha fatto meglio di lui in anni recenti, solo Kareem Abdul Jabbar (1970) e Wilt Chamberlain (1960) ci hanno impiegato meno. Donovan ha già vinto più partite di Gordon Hayward nei PO: 5 contro le sole 4 vittorie in due apparizioni e 7 anni ottenute dal suo predecessore che, sicuramente, quest’anno avrebbe avuto la possibilità di migliorare il suo record.

Ad Ovest continua alla grande la cavalcata dei Golden State Warriors che, nonostante la sconfitta in gara 3, hanno subito rialzato la testa dimostrando ancora una volta che se sono concentrati si può fare ben poco per ridimensionarli. Steph Curry ha segnato la sua tripla numero 325 nei playoff superando Manu Ginobili e conquistando il terzo posto all-time. Davanti a lui ci sono ora solo Ray Allen (385) ed un onnipresente LeBron James (346) che però hanno giocato rispettivamente 171 e 227 partite che, se paragonate alle sole 78 di Steph, lo proiettano direttamente al primo posto di questa classifica. Alle triple del #30 rispondono gli assist di Rajon Rondo, l’unico insieme a Stockton e Magic in grado di registrare almeno 20 assist in più di una partita di playoff. Ci è, nuovamente, riuscito in occasione di gara 3, l’unica vinta e per lunghi tratti anche dominata dai suoi Pelicans.

Per qualche giorno ci hanno sperato anche gli Utah Jazz che sono stati in grado di strappare una vittoria al Toyota Center in occasione di gara 2. I due match giocati a Salt Lake City hanno evidenziato però la superiorità di Harden e compagni pronti a chiudere i conti tra le mura amiche. Da evidenziare che, per la prima volta dopo mesi, qualcuno è riuscito a mettere in difficoltà James Harden. In gara 2, marcato da Dante Exum, il Barba ha tirato solo 7 volte in 22 possessi, sbagliando tutti i tiri, perdendo un pallone e servendo un solo assist. La fortuna però non è dalla parte di Snyder e i suoi, Exum ha appena subito l’ennesimo infortunio della sua carriera e con ogni probabilità lo rivedremo in campo solo il prossimo anno.

 

 

 

 

Luca Diamante

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