Philadelphia 76ers
Noni ad Est nel 2012-2013 (34-48)
Roster:
Michael Carter-Williams, Vander Blue, Darius Morris, Khalif Wyatt / Evan Turner, Jason Richardson, Tony Wroten, James Anderson/ Thaddeus Young, Hollis Thompson, Royce White, Rodney Williams / Nerlens Noel, Lavoy Allen, Gani Lawal, Arnett Moultrie / Spencer Hawes, Daniel Orton, Mac Koshwal
La stella: Evan Turner
Il nativo di Chicago ha dimostrato nell’ultimo anno una costanza invidiabile, risultando spesso decisivo nei finali di partita. Con la partenza di Holiday avrà maggior leadership all’interno dello spogliatoio, facendo si che in linea di massima diventi il go-to-guy indiscusso della franchigia. A livello mentale è già pronto per trascinare una squadra NBA, sul livello tecnico c’è qualcosa da rivedere, le sue doti difensive infatti non convincono fino in fondo (soprattutto sul lato debole dove spesso perde l’uomo), ma è ancora giovane ed ha buoni margini di miglioramento. Inoltre non dovrebbe sentire eccessivamente la pressione, sia per la sua mentalità sia per gli obiettivi della squadra, non di certo elevati per i prossimi due anni.
L’arma in più: Michael Carter-Williams
Giocatore solido e determinante per una squadra giovane come i 76ers. Può ricoprire più ruoli tranquillamente date le sue eccelse doti atletiche e gestionali. E’ pronto per gli standard NBA? Secondo gli esperti sì (molto di più dell’incognita Noel), secondo la dirigenza di Phila pure. Il nuovo Earvin “Magic” Johnson, così devono averla pensata a Phila, tanto da sacrificare Jrue Holiday (per arrivare a Noel) per lasciargli campo libero davanti a sé. Un lavoratore ineguagliabile, in grado di viaggiare a ritmi elevatissimi, talvolta eccessivi (alla Rajon Rondo). Può contare su mani sublimi che possono smarcare i compagni in qualsiasi momento. Grazie alla sua statura molto elevata per essere una point-guard (198 cm) è in grado di dire la sua anche a rimbalzo, ma la sua specialità è la difesa: genera un numero incredibile di palle recuperate ed è un difensore eccelso sia in 1vs1 sia in rotazione. Le sue incertezze sono più che altro mentali, a volte prende tiri senza senso o alza troppo il ritmo della partita facendo perdere il tempo a compagni e avversari (arma a doppio taglio).
Il coach: Brett Brown
Il neo-coach dei 76ers, dopo la duplice esperienza come assistente di Popovich sulla panchina dei San Antonio Spurs, ha finalmente la possibilità di mettersi in mostra. Doug Collins dopo le dimissioni (resterà comunque un consulente di Philadelphia) lo ha consigliato alla dirigenza, ma è abbastanza difficile prevedere il suo ambientamento come head-coach, certo che se dovesse proseguire il buon cammino intrapreso con la nazionale australiana (dopo aver trascorso cinque anni come vice, ha conquistato la medaglia d’argento ai FIBA Oceania Championship 2009 e la medaglia d’oro assoluta nel 2011) siamo già a metà dell’opera…
Il mercato: via Holiday per avere Noel e lasciar spazio a Carter-Williams
Onestamente le scelte di mercato possono avere effetti devastanti: si rischia di cadere molto in basso o anche di risalire la classifica ad Est nei prossimi anni, dipende tutto dai due rookie: Nerlens Noel e Michael Carter-Williams.La scelta di cedere Iguodala per accogliere Bynum è stata catastrofica, a Phila sperano di non rivivere una situazione simile quest’anno con il nativo di Everett, scelto con la numero 6 all’ultimo Draft La partenza di Holiday inizialmente non è stata condivisa da gran parte della tifoseria, salvo poi ricredersi la sera stessa del Draft grazie alla chiamata numero 11. Buco nell’acqua o colpo di genio? Solo il campo potrà dirlo.
Aspettative: ricostruire una squadra competitiva attraverso un progetto a medio-lungo termine
Inutile caricare i ragazzi di Brown con pressioni superflue. La dirigenza ha espressamente chiarito di voler costruire una squadra competitiva per il futuro, grazie ad un progetto a medio-lungo termine. I PO ad Est non sono poi così impossibili, ma per essere una vera outsider devono attendere come minimo 3-4 anni.
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