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NBA – Svolta inaspettata nel processo che coinvolge Vanessa Bryant e la polizia di Los Angeles

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Nelle settimane successive al tragico incidente che uccise Kobe Bryant nel marzo 2020, sua moglie Vanessa intentò una causa legale contro alcuni agenti della Contea di Los Angeles. Questi avrebbero fotografato il luogo dell’incidente per uso personale, diffondendo gli scatti e addirittura vantandosene con amici e conoscenti. Un comportamento estremamente poco professionale e irrispettoso della tragedia che la famiglia e gran parte del mondo sportivo stavano vivendo in quei giorni.

Secondo l’accusa di Vanessa Bryant, lei stessa avrebbe sofferto emotivamente a causa dell’improprio utilizzo di quegli scatti. Ora però il processo ha preso una svolta inaspettata, perché la Contea di Los Angeles ha chiesto a Vanessa le prove psichiatriche di questo suo malessere. Secondo la difesa infatti è probabile che la sofferenza della donna fosse dovuta all’incidente, più che alla diffusione delle foto. L’entourage della famiglia Bryant ha emesso un comunicato per commentare duramente questi ultimi sviluppi:

Incapace di difendere l’indifendibile condotta dei loro dipendenti che hanno scattato e condiviso foto orribili del decesso dei cari dell’accusa, la Contea ricorre a tattiche pensate per costringere l’accusa ad abbandonare la sua persecuzione della giustizia. Dopo aver cercato in maniera intrusiva in tutti i registri terapeutici di Vanessa, la Contea ora vuole accusare le vittime della pessima condotta dei suoi dipendenti, spingendole ad esami psichiatrici contro la loro volontà.

Secondo varie fonti, Vanessa avrebbe fatto causa alla Contea di Los Angeles per decine di milioni di dollari.

Francesco Manzi

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