Phil Jackson: “Ai Knicks avevo tutti i media contro, capisco Donald Trump…”

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Phil Jackson non parla spesso, anzi lo ha fatto molto di rado da quando ha lasciato la NBA al termine della fallimentare esperienza come presidente dei New York Knicks, dal 2014 al 2017. L’ex allenatore di Bulls e Lakers è tornato davanti ad un microfono a The Curious Leader, il podcast condotto da Coby Karl, ex giocatore di Milano e figlio di George Karl.

Tra i tanti argomenti, Jackson ha parlato proprio del fallimento con i Knicks, imputandolo in parte ai media e ai giornalisti, avversi alla squadra e che quindi non permettevano che l’organizzazione lavorasse serenamente.

Per prima cosa avevamo i media che erano decisamente contro la franchigia, cercavano di fare qualsiasi cosa pur di creare problemi all’organizzazione. Penso che Jim [James Dolan, proprietario dei Knicks, ndr] sapesse che stavo affrontando un compito troppo arduo e mi tolse il lavoro perché vedeva i media appoggiare Carmelo Anthony in quella situazione, mentre io ero considerato il cattivo. C’è stata molta distorsione nella rappresentazione delle cose, e i media e la stampa sono stati i principali responsabili.

Il tweet in risposta a Michael Graham riguardo l’impossibilità di cambiare le macchie di un leopardo significava che ho imparato tante cose sui giocatori, e una è che non puoi cambiare chi sono. Utilizzai quella terminologia che usavamo molto, mi accusarono di razzismo e qualsiasi cosa che potesse essere buttato nel mix. E l’agente di Carmelo si arrabbiò molto. Penso che un giornalista che conoscevo disse: “Phil ha commesso un errore. Credeva che Carmelo potesse diventare quello che erano stati Kobe e Michael nell’attacco Triangolo”. Ma non era vero, pensavo: “No, non è come loro. In attacco poteva funzionare con Carmelo, ma non era lo stesso tipo di giocatore [di Kobe e MJ, ndr], e non puoi cambiare un giocatore a tal punto per farlo rientrare in un modello. Deve essere sé stesso in campo”. Feci quel tweet e fu una delle cose che crearono il polverone intorno a me. Capisco abbastanza ciò che Trump ha dovuto attraversare probabilmente per tre anni e mezzo del suo mandato, con i media avversi a tal punto ai Knicks.

Francesco Manzi

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