Un caso giudiziario scuote la off-season NBA. Quasi la metà delle franchigie finiscono in tribunale per violazione del copyright.
Sono ben quattordici le franchigie citate in giudizio per violazione del copyright. L’accusa, mossa dalla case discografiche detentrici dei diritti, è di aver indebitamente utilizzato brani per i propri post sui social network. Le squadra portate in tribunale sarebbero Atlanta Hawks, Cleveland Cavaliers, Denver Nuggets, Indiana Pacers, Minnesota Timberwolves, New Orleans Pelicans, Miami Heat, New York Knicks, Orlando Magic, Philadelphia 76ers, Phoenix Suns, Portland Trail Blazers, Sacramento Kings e San Antonio Spurs.
Secondo la rivista specializzata Billboard, gli stakeholders avrebbero avanzato una richiesta da 150mila dollari per ognuna delle violazioni. Se si moltiplica questi cifra per il numero di post, su varie piattaforme, si arriva facilmente a una causa milionaria. Un potenziale problema per le casse della NBA e delle franchigie coinvolte.
Ad avanzare la richiesta principalmente la casa discografica Kobalt che, unendosi con altri competitori (fra cui Artist Publishing Group, Notting Hill Music e Prescription Songs) avrebbe avanzato la causa in 14 tribunali diversi degli Stati Uniti, quelli sotto la cui giurisdizione si trovano le varie franchigie coinvolte. I social su cui sarebbero avvenute le violazioni? Praticamente tutti quelli più usati: Facebook, Instagram, YouTube, TikTok e X (quando si chiamava ancora Twitter).
Le violazioni riguarderebbe principalmente brani di artisti delle città in cui hanno sede le squadre. I Knicks, ad esempio, sarebbero accusati di aver utilizzato indebitamente brani di Jay-Z e Cardi B, i Sixers varie tracce dell’idolo locale Meek Mill, gli Hawks diverse canzoni dei Migos e degli OutKast.
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