Ultima conferenza di MWP a Cantù: “Mi piace finire quello che ho iniziato, voglio far crescere il basket in Italia”

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Metta World Peace ha salutato l’Italia con una conferenza stampa tenutasi ieri in tardo pomeriggio, con moltissimi giornalisti accorsi a sentire le ultime parole del Panda.
Dopo il classico quarto d’ora accademico di ritardo, ha iniziato salutando tutti, con l’inconfondibile sorriso che lo ha contraddistinto in questa avventura nella “Terra del Mobile”.

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Il primo a prendere la parola è stato naturalmente World Peace, il quale ha commentato la sua avventura in italia:

A Cantù è stata una grandissima esperienza, mi piace tantissimo il basket italiano ed il campionato è di buonissima qualità, con giocatori di alto livello. Quando sono arrivato qui mi hanno chiesto di raggiungere i playoffs e la sola cosa a cui ho pensato da quel momento è stata il loro raggiungimento e ci siamo riusciti. In squadra c’erano pochissimi giocatori che avevano avuto esperienze in post-season mentre,
ad esempio a Venezia erano molti di più, e la differenza è stata fatta proprio da loro in Gara 5. Comunque abbiamo dimostrato di poter competere anche contro una squadra molto più esperta di noi e penso che l’anno prossimo questi giocatori potranno giocarsela alla pari con squadre come Venezia o Milano.”

Ci sono possibilità che tu rimanga a Cantù anche per la prossima stagione?

Sì, ce ne sono. Qui mi sono trovato benissimo e il mio agente ha già iniziato a parlare con la società per rinnovare il mio contratto. Spero vivamente di rimanere qui anche la prossima stagione.”

Oltre a Cantù ci sono state altre squadra che ti hanno contatto?

“Già un paio di squadre hanno chiamato il mio agente ma la mia priorità è Cantù. Io amo finire quello che ho iniziato e qui ho iniziato un progetto. In questa stagione ho giocato otto partite di Regular Season e metta-world-peace-cantùcinque di Playoffs, voglio ricominciare l’anno prossimo da Cantù e disputare l’intera stagione perché non sono uno che lascia le cose a metà.”

Raccontaci del tuo rapporto con gli arbitri italiani.

“Le regole in Italia sono molto diverse da quelle americane e all’inizio ho fatto fatica a capirle. Il mio rapporto con gli arbitri ha avuto dei momento positivi, mentre altri negativi. Soprattutto ho fatto fatica a comprendere il metro di giudizio da loro utilizzato: in Gara 1 c’è stato un chiaro fallo su di me che mi ha creato un piccolo infortunio al ginocchio, sul quale ci ho giocato sopra; mi aspettavo un fallo intenzionale all’avversario ma così non è stato. Anche in Gara 5 il fallo su Darius Johnson e le decisioni dei fischietti non le ho ben capite, però tutto sommato gli arbitri italiani sono di buon livello.”

Cosa ti ha detto Stone per farti arrabbiare il Gara 5?

“Non lo so, non me lo ricordo (ride). E’ stata una bella partita, una bella Serie, con dei fantastici tifosi. Venezia è una grande squadra, una bellissima città, e Recalcati un ottimo allenatore. La Reyer ha dei giocatori fantastici come Ress, ma anche lo stesso Stone è ottimo e sono comunque contento di quello che ha dimostrato la squadra in questa serie, anche se Venezia merita tutti i complimenti del mondo.”

Pensi che l’espulsione sia stata giusta oppure è stata un’ingiustizia?

“Non lo so. Ci sono delle regole e sono state applicate, anche perché non conosco molto bene il regolamento italiano. Mi ha dato molto fastidio che i tifosi ci abbiano tirato addosso tutti quegli oggetti, senza che nessuno ci proteggesse . Però il bello del campionato italiano è proprio questo: i tifosi. Per Venezia è stata durissima giocare qui al Pianella e per noi è stato lo stesso in Veneto.”

Mentre lasciavi il campo, i tuoi occhi erano tristi, non delusi, ma tristi, come mai?

“Ero triste perché io ero venuto qui per vincere il campionato ed in quel momento ho capito che saremmo usciti dai playoffs. Una delle poche cose che non mi è piaciuta quando sono arrivato è che non tutti i miei compagni credevano nella possibilità di centrare i playoffs e poi vincerli. Io gioco a basket per vincere, sempre, sono un vincente. La differenza fra un campione ed un ottimo giocatore è che non vuole perdere mai, anche se è sfavorito. Sono molto dispiaciuto di non aver vinto Gara 1 a Venezia perché lì abbiamo sprecato un’occasione d’oro, sono convinto prò che le cose sarebbero andate diversamente con quella vittoria. Avremmo potuto vincere lo Scudetto, peccato che in pochi ci credevano davvero…

Qual è il ricordo che ti porti via dall’Italia dopo questi mesi?

“Sicuramente la prima partita contro Pistoia. Non dimenticherò mai quella sfida. Venivo da mesi d’inattività metta-world-peace-cantùe sono arrivato stanchissimo alla partita, ma vedere tutte quelle persone pronte a tifare sugli spalti mi ha caricato e mi ha ricordato il motivo per cui gioco a pallacanestro. Già prima di quella partita avevo capito che quest’esperienza sarebbe stata fantastica.”

Quali sono le differenze fra Cina e Italia?

“In Cina ci sono moltissimi lunghi, gente altissima e pochi esterni, mentre in Italia si punta più sul gioco perimetrale e i centri sono più bassi e più tecnici. Un’altra grossissima differenza è la concezione che i tifosi hanno della propria squadra: in Cina puoi anche perdere ma segnare 50 punti e verrai comunque celebrato, in Italia no. Per i supporters italiani l’unica cosa che conta è la vittoria, poi se segni 4 o 50 punti non interessa a loro, fondamentale è che vinca la squadra e a me questa cosa piace perché il basket è un gioco di squadra.”

Hai già pensato di poter firmare per qualche squadra che gioca l’Eurolega o comunque in una grande città?

“Naturalmente vedrò tutte le offerte che arriveranno al mio agente ma prima voglio parlare con Cantù. Io voglio rimanere in Italia e far crescere il movimento cestistico qui. Voi avete già una buona Lega ma io posso farla crescere ancora di più: negli ultimi mesi molte persone si sono avvicinate al basket grazie a me. L’Italia è una delle Nazioni più famose nel Mondo e avete anche delle città fantastiche: Milano, Roma, Venezia, Firenze, Bologna e molte altre. Dovete provare a portare grandi campioni e sempre più persone verranno al palazzetto.”

Cosa ne pensi del cibo italiano?

“E’ il migliore del mondo. Era tantissimo tempo che non mangiavo la pasta e da quando sono qui mangio solo quella, praticamente tutti i giorni, mezzogiorno e sera.”

Ad inizio Playoffs avevi detto che vedevi San Antonio come favorita, oggi chi vedi come possibile vincitore fra Golden State e Cleveland?

ress-metta-venezia-cantùForse Cleveland. E’ una dura sfida fra due grandi giocatori di squadra ma LeBron oggi è più forte di Curry: è arrivato alla quinta Finals consecutiva, ha la giusta esperienza per vincere di nuovo, mentre Steph è alla prima, questa cosa potrebbe essere importante.”

Pensi che portando i tuoi figli in Italia potrebbero migliorare i loro fondamentali per diventare dei grandi campioni nell’NBA come lo sei stato tu?

“Ho già parlato con loro della possibilità di venire qui e loro erano entusiasti perché hanno sempre sognato di venire in Italia. Naturalmente giocherebbero nelle giovanili, anche se spingerebbero per esordire in prima squadra, conoscendoli.”

Dopo quasi una mezz’ora di domande, Metta ringrazia tutti e saluta, permettendo anche a qualche giornalista di scattare delle foto ricordo con lui.

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