Un 4-0 bugiardo, onore ai New Orleans Pelicans

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Essere entrati ai playoff con l’ultimo posto disponibile grazie ad una vittoria all’82esima partita contro i San Antonio Spurs che venivano da 11 vittorie consecutive non è semplice e dimostra la grande forza mentale dei New Orleans Pelicans che tanto hanno lottato pur sapendo che giocando contro i Warriors al primo turno un 4-0 sarebbe stato più che probabile. 

davis curry

4-0 è stato, ma se avete seguito con attenzione la serie avrete notato che è un risultato bugiardo. Partiamo dalla prima gara, giocata sabato scorso in serata: l’inizio dei Warriors è stato da brividi, ma Anthony Davis e i suoi non hanno mai mollato, anzi, complice il calo di attenzione, il Monociglio ha guidato i suoi nell’ultimo periodo avvicinandosi molto pericolosamente ai Warriors che vinceranno il match di appena 7 punti dopo esser stati a lungo sul +20/25. Da quella reazione d’orgoglio dei Pelicans, i Warriors hanno capito bene che questa serie dovevano giocarla per davvero. Così è stato, per battere i Pelicans in casa loro è stato necessario ricorrere alle magie finali di Stephen Curry, al quintetto estremo per recuperare i 20 punti di svantaggio in 10 minuti, alla dea bendata e ad un Draymond Green carico a mille, ma questa è una costante. 

Questi, e non solo, sono i motivi per i quali i Pelicans avrebbero dovuto vincere almeno una partita per riconoscenza, per dimostrare che in campo tutta questa differenza non c’è stata, anche se nei momenti chiavi la superiorità dei Golden State Warriors è venuta a galla. Andando a dare uno sguardo alle statistiche della serie si nota come queste 4 partite siano state tutt’altro che una passeggiata: i Warriors hanno concesso appena 98 punti su 100 possessi in Regular Season ne hanno concessi 105 ai Pelicans in questi 4 match, hanno abbassato i valori della percentuale reale al tiro e del differenziale tra punti segnati/subiti. Altro fatto emblematico è il parziale in gara-3 da 19-0 con cui Davis e compagni hanno messo 15 punti di differenza tra loro e i Warriors dimostrando di poter dominare la squadra più forte della lega, salvo giocare con leggerezza e sufficienza l’ultimo quarto.

Se fossi un tifoso dei New Orleans Pelicans uscirei a testa alta da questi playoff, la casella delle vittorie non si è mossa, ma sono stati in grado di far sudare i migliori della RS. Inoltre il futuro non può che essere brillante, oltre a Anthony Davis, anche Tyreke Evans ha dimostrato di poter giocare in un contesto non perdente, Norris Cole si è dimostrato un agonista di primo livello utilissimo quando l’energia si alza, il tutto considerando le condizioni non ottime di Jrue Holiday e Ryan Anderson, due attaccanti di assoluto livello. Ma torniamo per un attimo sul #23, le sconfitte hanno fatto passare in secondo piano le sue prestazioni ai limiti della normalità, da incorniciare gara-1 cominciata con serie difficoltà nel superare Draymond Green e terminata con uno degli esordi più dominanti di sempre: 35 punti con 13/23 dal campo, 7 rimbalzi e 4 stoppate.  Gara 1 è stata anche l’unica con meno di 10 rimbalzi delle 4, i primi playoff di Anthony Davis valgono 31.5 punti, meglio ha fatto solo Stephen Curry che, a dimostrazione del fatto che non si è trattato di una passeggiata, è stato costretto a fare gli straordinari in 3 delle 4 partite, 11 rimbalzi, 1.3 palle rubate, 3 stoppate, 89% ai liberi, 54% dal campo e 22 anni appena compiuti, se non vi fa paura questo siete davvero coraggiosi. 

Questo 4-0 non è stata una sconfitta, ma il possibilissimo inizio dell’era Anthony Davis. 

Luca Diamante

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