Tom Bialaszewski e Marco Legovich

Varese, presentati Bialaszewski e Legovich: “Non poteva esserci un posto migliore di Varese”

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Entrambi galvanizzati dalla nuova esperienza, Tom Bialaszewski (head coach) e Marco Legovich (Assistant coach) sono stati presentati dalla Pallacanestro Varese questa mattina nella pancia del Palasport Lino Oldrini. Prima nel classico appuntamento della conferenza stampa e poi un giro sul campo per osservare quella che sarà la loro nuova casa per la prossima stagione di Lega Basket Serie A e, chissà – dipenderà dagli spareggi di fine settembre – magari anche Basketball Champions League.

Gli obiettivi sono nobili. Poter essere competitivi e in grado di mettersi nella posizione di vincere ogni partita è quello principale, partendo dalle qualificazioni per l’appunto della BCL per un altro passaggio della ricostruzione della reputazione internazionale che passa anche per gli ordini di Bialaszewski e Legovich, (prima esperienza lontano da Trieste, la sua casa) senza permettere però che la programmazione europea intacchi i risultati in Italia.

Il primo giudizio sul roster di Bialaszewski:

“Sono molto contento del roster, hanno fatto un grande lavoro nel trovare giocatori che soddisfano il nostro stile di gioco. Giudicherò quando vedrò io stesso. Sono arrivato in tarda estate quando gran parte della squadra era già stata composta”.

L’idea di gioco:

“Abbiamo cominciato a lavorare sul gioco, ci sono indicazioni da parte della società. La mi esperienza mi porta a formare una squadra che avrà questo atteggiamento in campo: corsa, velocità e tiri rapidi. Lo sarà anche quest’anno. Abbiamo un supporto tecnico e manageriale che ci indicherà questo tipo di lavoro in campo”. 

Perché accettare la proposta di Varese da parte di Legovich:

“Non è mai stato un discorso di ruolo, l’anno scorso è stato formativo. La pagina dell’anno scorso è stata girata e adesso ho aperto un altro libro: non è facile dire di no a Varese che al momento ha un progetto anche internazionale. Col coach ho trovato subito una bella connessione, voglio essere un compagno di viaggio e trasmettere ciò che di piccolo ho vissuto nella mia realtà. È sempre pallacanestro… arrivo qua e la sfida più bella è quella di aprire la mente, non esiste un solo modo di giocare a pallacanestro. C’è un credo che propone qualcosa di nuovo. Abbracciare questa cultura è qualcosa di unico”

Il rapporto con coach Luis Scola di Tom:

Conosco Luis da quando giocava a Milano e poi siamo sempre rimasti in contatto. È stata una cosa rapida tra la prima telefonata e la firma del contratto, sono passati solo un paio di giorni. È un’ottima persona, anche lui è aperto al dialogo, condividiamo buona parte della nostra filosofia sportiva in Italia e in NBA. Non ci poteva essere un posto migliore di Varese”.

Il rapporto coi giocatori:

Bialaszweski: “Stare in contatto coi giocatori è iniziato già prima che lasciassi gli States. Mi sono connesso con ognuno di loro specificando che è una collaborazione la nostra e il fine non è usarli per vincere partite di basket. Magari hanno avuto altre opportunità o hanno aspirazioni maggiori, ma io sono qua per aiutarli così come loro sono qua per dare successo alla squadra. Non penso che sia un messaggio che generalmente ricevono da un coach: è una partnership da entrambe le parti e dobbiamo trovare il modo per renderla effettiva. L’unico modo possibile è giocare duro per la società e per il pubblico. Da questo punto di vista non sono preoccupato”
Legovich: “Per me vale la stessa cosa. A 30 anni in Italia si è considerati giovani, ma se metteremo la carta d’identità davanti al lavoro allora questo aspetto non cambierà mai. È vero, anagraficamente sono giovane ma spero che venga prima il professionista ma che verrà giudicato per il lavoro in campo e non per la sua età. Il giocatore non deve mai essere usato per un fine, ma dargli fiducia e fargli capire che attraverso il lavoro, avendo un rapporto quotidiano e migliorando si può arrivare ad una situazione win-win. Per noi e per il club. Tutti hanno sogni e obiettivi ma sta a noi trovare la chiave giusta per entrare nella relazione e poi spingerci verso l’obiettivo”

L’esperienza con coach Ettore Messina di Bialaszewski:

“Non abbiamo abbastanza tempo per parlarne. È stato fondamentale per me, per insegnarmi la cultura. Parlando di basket giorno per giorno mi ha mostrato l’attenzione al dettaglio, finalizzato a dove si vuole arrivare. Molto importante è stato il modo di farmi capire la differenza tra basket fiba e college / NBA perché ci sono cose molto nascoste ma sono fondamentali da trasmettere ai giocatori. È stato un grande amico e imparare da lui è stato importante”.

Varese comincerà ad allenarsi all’inizio di settimana prossima. Oggi pomeriggio la squadra vedrà arrivare anche Tomas Woldetensae (rientrato un giorno dopo rispetto agli altri dopo la sua esperienza con ItalBasket) e poi sarà il turno di Willie Cayley-Stein, alle prese con qualche problema col Visto, molto probabilmente nel weekend. Da lunedì comincia sul serio la stagione varesina.

 

Matteo Bettoni

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