Rokas Jokubaitis, la scuola lituana sul palcoscenico dei Ball

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Il nome rimbalza da ieri sera, soprattutto nella testa di coloro che hanno assistito a una partita che ha attirato gran parte del web; che sia un fenomeno o un guastafeste, questo sarà esclusivamente un giudizio dei lettori, ma i fatti sono i seguenti: ieri sera ha aperto i battenti il Big Baller Brand Challenge Games, l’evento promosso da LaVar Ball, padre di LiAngelo e LaMelo Ball, neo giocatori della società lituana del Vytautas, che stanno attirando mediaticamente tutto il mondo cestistico per scoprirne il vero talento. L’esordio con la nuova maglia è stato subito vincente contro la seconda squadra dello Zalgiris, composta da giovani di 16/17 anni (gli stessi LaMelo e LiAngelo hanno rispettivamente 16 e 18 anni), in un match che ha attratto addirittura 1,5 milioni di persone durante la diretta! Un milione e mezzo di spettatori per vedere la nuova generazione tanto conclamata. Buona la prima, sarebbe da dire, se non fosse che il palcoscenico dei Ball è stato in parte oscurato: perché dall’altra parte del campo, un altro giocatore ha fatto brillare gli occhi a coloro che hanno assistito al match. Il suo nome era sconosciuto ai più, anche se era già sul taccuino di parecchi scout internazionali: la certezza è che il suo pubblico sia aumentato e la sensazione è che probabilmente lo rivedremo ancora tra i grandi professionisti. L’imperfezione nella serata perfetta del BBB si chiama Rokas Jokubaitis.

Dal punto di vista biografico abbiamo ben poche informazioni: classe 2000, nativo del piccolo borgo di Mazeikiai (quasi al confine con la Lettonia), è cresciuto lontano dalle principali Academy della nazione baltica (nel vivaio del Neptunas Klaipeda), ma il talento gli ha permesso di farsi largo nel giro delle nazionali giovanili lituane formando una coppia eccellente di playmaking con l’altro grande prospetto nel ruolo, Arnas Velicka. Il risultato è stato un argento U16 (dietro alla Bosnia di Dzanan Musa), ma quest’anno il giocatore del Barcelona si è reso disponibile solo per l’europeo U18 rinunciando al mondiale U19: così Jokubaitis ha preso il posto di playmaker titolare guidando i suoi a un 6° posto intercontinentale, fermato ai quarti da una storica prestazione degli azzurrini di Capobianco. Dopo l’estate, la decisione di entrare nel progetto dello Zalgiris II, per farsi le ossa nella NKL; e poi ieri sera, dove con 31 punti (14 nell’ultimo periodo) ha macchiato la vittoria dei fratelli Ball, con 1500 persone al palazzetto venute quasi tutte a vedere loro e soprattutto tutti quei collegamenti online.

Primo esempio del bagaglio tecnico del giocatore: non riesce a sbilanciare il difensore sul palleggio, ma il controllo del corpo gli consente di prendere il contatto, aggiunge il lavoro di piedi anticipando il possibile recupero (BC Zalgiris Kaunas YouTube channel)

 

Ora la domanda che sorge spontanea è: che tipo di giocatore è Rokas Jokubaitis? Parliamo di un playmaker già ben quadrato fisicamente con i suoi 190 centimetri di altezza per 85 kg, con braccia lunghe, con rapidità ed esplosività sotto la media, ma un gran controllo del corpo ed equilibrio nel lavoro di piedi. Dal punto di vista tecnico, abbiamo di fronte un buon tiratore mancino di striscia, con una meccanica grezza ma efficace, che produce un’eccellente rotazione di palla; capace di costruirsi il tiro in tutti i modi, ammorbidisce il gesto a seconda della distanza dal ferro soprattutto sul jumper dalla media. Ottimo passatore, soprattutto sugli scarichi vincenti a una mano sul lato debole, ha un palleggio ancora lavorabile in termini di pericolosità: certo è capace di sbilanciare o confondere le scelte del difensore, ma raramente batte l’avversario sul primo palleggio, per non dire sul primo passo.

Classico esempio di jumper del giocatore lituano: non riesce a battere il difensore, ma con un cambio di passo si crea lo spazio necessario per il tiro; il rilascio del pallone è leggermente tardivo, ma il gesto è molto efficace (BC Zalgiris Kaunas YouTube channel)

 

Passiamo al repertorio offensivo: a dispetto dei 31 punti di ieri sera, non è abituato a prendersi tante responsabilità in termini di realizzazione; il suo uno contro uno non è disarmante a causa della mancanza di rapidità, ma riesce ad assorbire il contatto del difensore sulla penetrazione e a riequilibrarsi per un tiro sul mid-short range, raramente chiude al ferro. Giocatore estroso nel suo repertorio offensivo, nella lettura sui movimenti della difesa e sulla scelta delle soluzioni è ancora in fase di miglioramento. Dall’altra parte del campo non è propriamente un difensore d’élite: i suoi limiti atletici lo penalizzano contro avversari più rapidi di pari ruolo e per quanto riguarda i movimenti e le letture è ancora in piena fase di rodaggio. Personalità? Competitiva senza dubbio.

Le sue medie quest’anno dicono 9.4 punti (43% al tiro), conditi da 2.6 rimbalzi e 4.7 assist in 24’, un ruolo da PG titolare e soprattutto un reminder alla qualità del lavoro e della tradizione cestistica lituana. È ancora presto per dire se in futuro sarà un perno chiave per la sua nazionale (addirittura alcuni scout lo vedrebbero al secondo giro del Draft 2019), certo è che fare bella figura di fronte a un milione e mezzo di spettatori per i quali non sei sostanzialmente nessuno, aiuta. 

 

Immagine in evidenza: fiba.basketball

Federico Gaibotti

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