Le pagelle dell’Italia: stecca ancora Beli, Filloy unica “luce” offensiva

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Una deludente Italia, soprattutto dal punto di vista offensivo, ha registrato una brutta battuta d’arresto contro la Germania. Un passo indietro enorme dopo le prime due vittorie e la sconfitta più che onorevole contro la Lituania. Di seguito, le valutazioni attribuite ai nostri giocatori:

Hackett 4,5: brutta prima stecca per Daniboy contro alcuni di quelli che saranno i suoi compagni di squadra alla corte di Trinchieri. Inizia sbagliando un comodo appoggio da sotto e da lì non riuscirà più a riscattarsi. Su Schroeder si adegua come può, ma la vera delusione è dall’altra parte del campo.

Cinciarini 6: si comporta discretamente nei primi minuti seri che Messina gli concede nella rassegna. Si sbatte, strappa rimbalzi, fa girare discretamente il pallone. Era difficile chiedergli di più.

Filloy 6,5: l’unico giocatore che mantiene un rapporto non burrascoso col proprio tiro al termine del match. Le due tardive triple finali sanno di beffa, ma anche nel corso del match sembrava l’unico in grado di tirare fuori la magata dal cilindro. Certo, Schroeder con lui ha vita più facile, ma dalla vita non si può avere tutto.

Aradori 5,5: inizia con 5 punti ben eseguiti nel primo quarto, ma restano le uniche perle di un altro match incolore. Se il ferro però è un nemico comune fra gli azzurri, tante disattenzioni difensive portano la sua firma nitida.

Belinelli 5: altra stecca dopo la Lituania. Inizia da trascinatore con 6 punti in bello stile, ma il resto della sfida è un continuo litigare con le percentuali, sia da fuori che nei semplici lay up interni al pitturato. Prova a prendere le redini della squadra, come è logico che sia, peccato che gli scivolino spesso.

Datome 5: forse doveva risparmiarsi qualcuna delle tante cartucce sparate contro la Lituania. Non si immette mai nell’incontro, i suoi rari momenti di genio non si tramutano mai in una continuità dominante.

Baldi Rossi 5,5: francamente continuiamo a pensare che c’azzecchi poco. Fa presenza, ma non ci si può aspettare nulla di trascendentale, nel bene e nel male.

Melli 6,5: per la maggior parte del tempo sembra addirittura dominante, almeno in difesa, dove cancella alternativamente tutti coloro che custodiscono l’ardire di passare dalle sue parti. Avanti però è poco coinvolto e, nel finale, gli mancano le energie e gli spunti per continuare a guardare tutti dall’alto in basso.

Cusin 6: i lunghi azzurri sono stati a lungo reattivi e positivi, soprattutto nella difesa del ferro. Il problema, probabilmente, sta proprio lì: che è impossibile pretendere molto altro. Lui si fa pure un’occhio viola a fior di combattere. Occhio che domani arriva Zaza, si rischia pure l’altro.

Biligha 6: vedasi Cusin. Meglio rispetto a Ucraina e Lituania, migliore nella lettura di alcuni sviluppi in difesa, sia in aiuto, che nell’intercetto e nell’uno contro uno. Peccato che la prestanza sia stata poco sfruttata sull’altro lato del campo.

Coach, Messina 5: l’attacco italiano ha patito le pene dell’inferno a lungo e un po’ le ha fatte patire anche a noi. Lui qualche responsabilità ce l’ha, forse sarebbe dovuto intervenire prima che i teutonici allungassero di quel tanto che bastava, non accontentandosi di una difesa di primo livello.

Bernardo Cianfrocca

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