Italbasket U16

3+1 ragazzi dell’Italbasket U16 che dovete imparare a conoscere

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Prima del 13 agosto, nessuno si sarebbe mai aspettato un risultato del genere, specie considerando che tutti gli occhi del panorama azzurro sono puntati sulla Nazionale maggiore, più pronta che mai per affrontare il Mondiale di Manila. Eppure, 12 ragazzi dell’Italbasket U16 – sotto la guida del player development coach di Reggio Emilia -, Giuseppe Mangone, hanno compiuto qualcosa di difficilmente pensabile: arrivare a giocarsi la medaglia d’oro agli Europei Under 16 di Skopje.

Purtroppo per noi, la Spagna, ben nota per essere sempre tra le prime della classe, non solo a livello senior, ma anche per movimento giovanile, non ha fallito nell’atto più importante. Ma non è stato un argento di cui i nostri ragazzi si sono dovuti accontentare: è stato un piazzamento maturato lungo un percorso durato 8 giorni, in cui la selezione azzurra ha dimostrato una notevole combinazione di atletismo, corsa, opzioni perimetrali e impegno difensivo da più interpreti, tradotti nell’imbattibilità sul campo, caduta solo alla fine.

In questa selezione di ragazzi affamati e capaci di divertirsi al massimo abbiamo deciso di segnalarne alcuni piuttosto interessanti per impatto e potenzialità future.

Maickol Perez (Orange Bassano)

Figlio di un ex giocatore di baseball, il giocatore italo-dominicano è stato il nome più in voga di questi ultimi giorni dell’Italbasket U16 per essere stato inserito nel quintetto ideale del torneo e per l’attrazione che tante squadre europee hanno avuto per lui. Prodotto dell’SMG Latina, con cui è esploso alle Finali Nazionali U15, e poi passato all’ambizioso progetto di Bassano, per crescere sul piano internazionale, Perez aveva anche vestito la maglia azzurra al Torneo di Iscar, dove si era fatto ben notare, e al primo vero confronto europeo non ha deluso le aspettative, specie in semifinale contro i padroni dell’atletismo europeo della Francia.

Unione di potenza e forza per il talento dell’Italbasket U16

Ala di 203 cm, è stato una delle pietre miliari della selezione azzurra come primo slasher della squadra grazie ai suoi mezzi fisici. Fisicamente è molto più avanti dei suoi coetanei, con un bel corpo robusto e doti atletiche da affinare per sfruttare al massimo le sue peculiarità: potenza e forza si combinano bene in diverse situazioni di gioco, prima fra tutte dalle situazioni di isolamento fronte e spalle canestro dove già gareggia anche contro lunghi interni.

Punti deboli e di forza

Nonostante non sia ancora abilissimo nel palleggio o nel passaggio decisivo (oltre a forzare spesso le penetrazioni nel traffico), mostra grande determinazione ed energia nell’andare fino in fondo ed è sempre pronto a correggere i suoi errori e trasformarli in punti da seconda occasione. Ha anche una discreta visione di gioco per innescare i tiratori. Potenzialmente, se vuole ambire davvero all’NBA, lavorare anche come primo palleggiatore potrebbe dargli una grossa spinta, anche se per ora il suo istinto e la voglia di giocare 1 contro 1 prevale ancora nel suo arsenale.

Il tiro

Si tratta sicuramente un must su cui può lavorare il ragazzo dell’Italbasket U16, sulla morbidezza del rilascio e della selezione, anche se a volte ha dimostrato di avere una buona base di meccanica. Anche in difesa confida negli strumenti fisici e atletici per difendere dentro e fuori palla, cosa che lo rende potenzialmente uno switch defender molto intrigante, ma il suo impegno e la sua concentrazione sono spesso scostanti. Ciò non significa che il processo di questo giocatore possa metterlo nei radar più importanti, non solo d’Europa, ma anche degli States.

Adrian Mathis (Barcelona)

Di fianco a Perez, non si può non menzionare il figlio di Donte Mathis, cestista girovago per l’Italia (Ragusa, Novara, Pesaro, Imola, Udine, Pistoia e Orlandina) e sposatosi nel 2005 proprio nel nostro Paese. La formazione di questa guardia è avvenuta principalmente negli USA, seguendo le orme del padre, prima che venisse convocato per il Torneo dell’Amicizia con la selezione U15 dove con 26 punti contro la Grecia e 23 proprio contro la Spagna si era fatto conoscere nel Vecchio Continente.

Barcelona

Da qui è cambiato tutto, in primis la scelta di passare dalla Brentwood Christian School al Barcelona e poi di scegliere la nazionale italiana per il torneo continentale, dove è stato uno dei giocatori più frizzanti della selezione. Minaccia costante per gran parte del torneo, questa comboguard di 185 cm ha messo in mostra una grande freschezza atletica con gambe esplosive, letture degli spazi, capacità di cambiare ritmo e resistenza al contatto in aria.

Affamato di canestri

Grazie alla sua combinazione molto americana tra crossover e tiro in sospensione e capacità di far cambiare il ritmo alla squadra in maniera decisa, possiamo dire che è affamato di canestri, anche grazie alla sua voglia di spingere a tutto campo, coinvolgendo anche i suoi compagni. Nel momento in cui però la pressione aumenta, specie contro squadre più dure, il suo gioco a volte perde di concretezza e commette diversi errori, anche se a livello di scelte sta migliorando sulla distribuzione del gioco.

Anche per lui, il tiro è un’arma su cui lavorare, specie nell’aprire il campo

Efficace se non contestato, grazie alla sua meccanica molto veloce, ma un rilascio ancora discontinuo. In difesa preferisce concentrarsi del tutto sulla palla: cambi di pressione sul palleggiatore, mani astute e voglia di rimettersi subito all’attacco, spingono l’italo-americano anche nella propria metà campo. Dopo Dame Sarr, che sia lui l’ennesimo azzurro da monitorare in terra catalana?

Achille Lonati e Diego Garavaglia (Olimpia Milano e Italbasket U16)

Si, due giocatori. Non ci scuseremo per averli messi entrambi sul terzo gradino, perché i prodotti biancorossi sono stati per gran parte del torneo il perno cardine della nazionale in alternativa alle giocate di Mathis e all’atletismo di Perez.

Questi due ragazzi meneghini avevano già attirato diverse attenzioni al Torneo di Bassano nel 2022, nell’equilibrato roster agli ordini di coach Halabi, che poi era stato capace di vincere le Finali Nazionali U15 lo stesso anno, poi Lonati aveva già saggiato la maglia azzurra al Torneo di Iscar assieme a Perez e Mathis, mentre Garavaglia aveva sperimentato il campo internazionale all’ANGT di Monaco di quest’anno.

Come dicevamo, questa accoppiata è stata protagonista del percorso azzurro, specialmente nella seconda fase del torneo dove hanno contribuito alla larga vittoria sul Belgio e soprattutto hanno limitato lo straripante atletismo di Duru nella partita contro la Germania, che ha permesso l’accesso in semifinale. Purtroppo problemi fisici contro la Francia, hanno limitato Lonati costringendolo a non giocare la finale, mentre la durezza fisica di Garavaglia hanno aiutato contro i transalpini e hanno tenuto in gara l’Italia nella finale contro gli spagnoli.

Lonati

Si tratta di un prototipo di 3&D: il ragazzo è una guardia oltre 190 cm con un atletismo nella media, ma un fisico forte e una mobilità costante e intensa che si fa valere su ambo i lati del campo. Prima arma perimetrale grazie alla sua capacità di muoversi negli spazi giusti, alla meccanica affidabile e freddezza nel segnare non contestato, può agire anche da secondo palleggiatore, tra basi di PNR, capacità di giocare con i compagni, cambio di ritmo all’attacco e visione di gioco.

Sicuramente non è un go-to-guy, ma lavora bene in campo per la squadra, senza forzare la giocata e attaccando forte solo quando è già slanciato e ha lo spazio per infilarsi, resistendo anche ai contatti. In difesa è un giocatore ostico: piedi reattivi, apertura alare limitante, capacità di inserirsi sulle linee di passaggio, attenzione a tutto campo e capacità di accettare i cambi difensivi lo hanno reso uno dei migliori difensori del torneo. Ragazzo allenabile, si impegna per migliorare. Prodotto sicuramente da valorizzare per il suo impatto two-way.

Garavaglia

Nonostante i soli 196 cm di altezza, che lo rendono un giocatore sotto taglia nel ruolo moderno di combo-forward, Garavaglia compensa con un fisico molto forte e un gioco duro, che lo rendono una colonna solida su ambo i lati del campo, come dimostrato con l’Italbasket U16: partito come giocatore di sistema ad alto impatto, la sua forte personalità e mentalità hanno avuto un ruolo sempre più rilevante nel torneo, oltre alla sua mobilità, reattività a tutto campo e atletismo, spesso sottovalutati dagli avversari.

Cresciuto molto nell’efficienza al tiro, nonostante non abbia ancora una forma e un rilascio fluidi, usa molto bene anche il fisico per sfondare al ferro e resistere al contatto. Anche per lui, la difesa è un plus di cui tenere conto: rispetto a Lonati, lui è più dedito a coprire l’interno dell’area, senza paura di cambiare anche contro giocatori più fisici, forte nell’aiuto e sufficientemente atletico per ostacolare il tiro e andare forte a rimbalzo. Effort guy molto allenabile e apprezzabile per l’impegno che mette in campo, adattandosi a giocare sia come punto di forza dell’attacco che come giocatore di sistema.

Oltre a questi 4 nomi dell’Italbasket U16, ci aggiungiamo anche lo specialista tiratore Matteo Accorsi della Virtus Bologna, arma solidissima dietro l’arco e meritevole di menzione per la costanza dimostrata lungo tutto il torneo in uscita dalla panchina, soprattutto nella semifinale contro la Francia, dove il suo 5/6 dai 6 metri e 75 ci ha lanciato verso la corsa per l’oro.

 

A questi ragazzi dell’Italbasket U16, e ai rispettivi compagni, auguriamo le migliori fortune e soprattutto che magari possano un giorno coronare la possibilità che le opportunità giovanili possano concretizzarsi anche in una chiamata in nazionale maggiore. D’altronde, a pochi giorni dal Mondiale, perché non provarci?

 

Redazione BasketUniverso

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