Anche nel Basket, i soldi abbattono le frontiere: non solo Europa, ma Asia e Oceania per gli ex-NBA

Home

Aumenta il numero di ex-giocatori NBA che firmano per sconosciuti club extra-europei… qualcosa sta cambiando nel mondo della pallacanestro?

Che l’Europa fosse in netto calo – dal punto di vista economico e di conseguenza da quello dell’appeal – al fronte di un continente asiatico sempre più importante, era risaputo da un pezzo. Che questa ascesa economica mettesse a rischio la posizione privilegiata del basket europeo, forse no. Ai più appassionati sembrerà una vera e propria assurdità, e in effetti ne ha tutte le sembianze nel 2014. Ma per quanto ancora, la sempre più povera pallacanestro del vecchio continente starà davanti ai ricchissimi investitori dell’est?

J.R. Smith qui con la maglia dei Golden Bulls di Zhejiang nel 2011.
J.R. Smith qui con la maglia dei Golden Bulls di Zhejiang nel 2011.

Le prime preoccupazioni di questo tipo sono nate durante il famoso periodo del Lockout del 2011: tra i tanti giocatori che avevano firmato un contratto fuori dagli Stati Uniti, molti avevano preferito i soldi cinesi piuttosto che la qualità dei più competitivi campionati nostrani. Kenyon Martin, J.R. Smith, Earl Clark, Josh Powell, Wilson Chandler… tutti questi giocatori avevano firmato prestigiosissimi contratti con team cinesi; contratti in cui – come ricorderete – non tutti avevano provveduto ad inserire una clausola NBA-escape nel caso (poi verificatosi) di una fine anticipata del lockout. Alcuni hanno avuto svariati problemi per rientrare nella lega di pallacanestro più bella di sempre, altri hanno addirittura deciso di rimanere là, come il buon Powell, che ha provato esperienze anche nelle Filippine. E’ stato il primo campanello d’allarme: il campionato europeo stava perdendo fascino? Tanto da preferirgli i soldi asiatici?

Al Harrington, qui con la maglia dei Nuggets, giocherà in Cina l'anno prossimo.
Al Harrington, qui con la maglia dei Nuggets, giocherà in Cina l’anno prossimo.

Le ufficialità della giornata di oggi ci offrono lo spunto per risollevare la questione: come anticipato, Al Harrington è ufficialmente un giocatore del Fujian. A seguirlo a ruota c’è Byron Mullens, giocatore giovane (25 anni) ma utilizzato più come pedina di scambio che altro nella sua breve carriera in NBA (ha vestito le maglie di Thunder, Bobcats, Clippers e 76ers). Ora giocherà per i Shanxi Brave Dragons, con i quali avrà l’occasione di incontrare l’esimio collega ex-Nuggets e Wizards da avversario. A loro si aggiunge un altro giocatore americano, che l’NBA non l’ha mai toccata ma che in Europa godeva di un discreto valore di mercato: Jacob Pullen. Diverse squadre – anche italiane – hanno sondato il terreno per il play formato tascabile, ma alla fine è stato il Lioning ad aggiudicarsene le prestazioni. Ed è così che il detentore del record di  triple segnate in una singola partita di Liga Endesa lascia l’Europa a soli 25 anni.

Se cambiamo continente, ma restiamo sempre fuori dal nostro, un altro nome illustre della pallacanestro d’Oltreoceano ha snobbato le offerte europee, andando a finire in… Australia. Si tratta di Josh Childress, che ha firmato un contratto con i Sidney Kings proprio in giornata. A 31 anni e con un massimo in carriera di 13 punti di media a partita, Childress avrebbe potuto forse dire la sua in Europa, ma evidentemente l’offerta della squadra australiana è stata giudicata più consona al suo valore.

Lo spettacolo dell'OAKA Arena: non basta più per convincere i giocatori NBA...
Lo spettacolo dell’OAKA Arena: non basta più per convincere i giocatori NBA…

Che succede, dunque, alla nostra cara, vecchia Europa? Vedere un Palau Blaugrana o un’ OAKA Arena quasi in fiamme dal calore dei tifosi non vale forse di più di qualche faraonico contratto in un paese dalla tradizione cestistica parecchio bassa, se non nulla? Essere allenati da un Ettore Messina, piuttosto che da un David Blatt (ora entrambi in America) anche solo per qualche anno, a carriera ormai finita, non è più stimolante che avere la licenza di inventare ciò che si vuole in ogni singola azione? Forse no. La verità è che forse tutto questo non basta più. Non basta la tradizione; non basta l’indiscussa qualità della pallacanestro vecchio stile; non basta il calore senza uguali del pubblico europeo. Accanto a tutto ciò servono i soldi, di cui le squadre europee, al momento, sono a corto. Non è un caso, infatti, che in Europa, i grandi giocatori in uscita dalla NBA si accasino per la maggior parte in Russia, Turchia ed Israele, dove oltre alla buona tradizione cestistica, ci sono anche parecchi liquidi

I tifosi italiani, ad esempio, sperano ancora in uno svernamento di Bryant in Italia, quando la stella dei Lakers sarà a fine carriera. Lui da anni lancia messaggi d’amore al Belpaese, sottolineando il fatto che suo padre ci ha giocato per molte stagioni. Abbiamo dunque di che continuare a sperare, ma siamo sicuri che Kobe non ci sarà scippato all’ultimo momento da qualche tycoon asiatico in vena di shopping?

Niccolò Armandola

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.