Ogni giocatore di pallacanestro, dal CSI Italiano alla NBA, ha la propria routine quando si tratta di andare in lunetta per tirare dei tiri liberi, che siano in allenamento o sul finire di una partita punto a punto: c’è chi fa sempre lo stesso numero di palleggi, di movimenti, di piccoli gesti per trovare la giusta concentrazione (o anche per scaramanzia) o chi, come per esempio Karl Malone, ripeteva una piccola frase.
Quello che però ha raccontato Dwight Howard sulla sua routine in lunetta è molto particolare:
Tirare i tiri liberi è solamente una cosa mentale: in allenamento non sbaglio, in riscaldamento nemmeno, ma quando mi avvicino alla lunetta in partita sento la gente dire: “oh, adesso sbaglierà” e ciò mi entra in testa.
Ad Orlando all’inizio della mia carriera ho anche assunto uno psicologo sportivo personale che lavorara anche con Tiger Woods, mi disse di provare a canticchiare delle canzoni nella mia testa per cercare di pensare ad altro mentre tiravo: così io cantavo sempre le canzoni di Beyoncè, quello mi piaceva fare. Gliel’ho anche detto quando l’ho vista: “Quando canto le tue canzoni segno i liberi” le ho detto…mi è sembrato le abbia fatto piacere.
Ora gli Atlanta Hawks, nuova squadra del centro ex Magic, Lakers e Rockets, deve sperare che Howard ritrovi una routine per segnare i liberi, dato che il 56.8% in carriera è un handicap troppo grande da portare in campo, anche se le nuove regole contro l’hack-a sembrano in parte favorirlo.
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