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È partita una polemica ridicola per un meme della Pallacanestro Brescia

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Diciamo sempre che nella pallacanestro italiana la comunicazione manchi, anche a livello social. La maggior parte delle squadre, non importa se big o piccole, si limitano a pubblicare comunicati stampa, semplici risultati delle partite e poco altro. Nulla che crei realmente engagement con i tifosi o che spinga a cliccare il tasto del “like” o a commentare. Nell’epoca dei social media, e vedendo anche il lavoro eccellente che fa la NBA o, per rimanere “sulla Terra”, la Liga ACB, è un handicap rilevante. Ma veniamo alla vicenda e alla polemica di oggi. Ieri sera la Pallacanestro Brescia, dominando contro Pesaro, ha strappato il pass per la finale di Coppa Italia che si disputerà oggi alle ore 18 a Torino.

Per celebrare il cammino alle Final Eight, che ha visto Brescia eliminare prima la favorita Milano e poi appunto Pesaro, l’account del club ha condiviso un semplice meme. Non un meme “nuovo”, bensì uno che gira su internet da anni, in varie forme. L’immagine del tristo mietitore che, dopo essere passato dalle “porte” di Milano e Pesaro, si prepara a fare lo stesso con la Virtus Bologna, avversaria della finale.

Attenzione, ci teniamo a sottolinearlo: non si tratta di una strategia comunicativa trascendentale, ma appunto di un semplicissimo meme che potrebbe strappare un sorriso, e un’interazione, a qualche tifoso o appassionato. Siamo sicuri che chi lo ha postato non aveva grosse pretese, e per questo non si sarebbe mai aspettato ciò che ne è scaturito. Proprio sui social si è infatti scatenata una polemica che ha del ridicolo. Non solo da parte dei tifosi delle altre squadre, ma addirittura, e questo lascia ancora più a bocca aperta, da parte di testate che si occupano quotidianamente di sport e di pallacanestro.

L’obiezione a questo meme, che ribadiamo è stato utilizzato su internet (anche nel mondo dello sport) migliaia di volte nel corso degli anni, è stata che si tratterebbe di un’immagine “macabra” e “offensiva” nei confronti delle altre squadre. Come se l’immagine parlasse davvero di morte, e non si capisse il senso reale del meme. Un’obiezione di questo tipo sarebbe ancora accettabile se provenisse da chi, sui internet, ha messo piede oggi per la prima volta. Nel 2023, in un mondo in cui siamo abituati a vedere franchigie NBA che si prendono in giro a vicenda sui social dopo una vittoria o una sconfitta, una tale reazione non è accettabile.

Si tratta di una polemica sterile, ma anche ridicola per quello che è il suo oggetto. “Pessimi”, “vignetta orrenda”, “imbarazzanti” sono solo alcuni dei commenti che potete leggere sotto il post su Instagram, Twitter o, peggio ancora, Facebook. Trattandosi di un meme, il giudizio è ovviamente soggettivo: può far ridere, può non suscitare alcuna reazione, può ancora (e qui probabilmente ci daranno ragione i tifosi di Brescia) fare paura in vista della stessa finale, insomma la più classica delle “gufate”. Ma non può assolutamente essere giudicato macabro o offensivo nei confronti delle altre formazioni precedentemente eliminate.

Se davvero bisogna aver timore di condividere un meme del genere, un “classicone” della comunicazione social, come si può sperare di fare qualcosa che possa alzare un minimo l’asticella, nella triste comunicazione del basket italiano?

Francesco Manzi

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