Trapani Shark, Valerio Antonini: "Ampliare il PalaShark o nuovo palazzetto da EuroLega! Altrimenti..."

Valerio Antonini, Presidente e proprietario della Trapani Shark, ha parlato a TeleSud in vista dell’inizio della stagione sportiva del calcio e del basket e ha parlato anche di alcuni argomenti interessanti, tra cui il palazzetto e il suo nuovo modo di comunicare.

PalaShark

“Noi abbiamo già presentato in forma scritta al Comune di Trapani questa richiesta: o ampliamo il PalaShark a 8000 posti in modo da consentirci nel più breve tempo possibile di poter competere in EuroLega oppure servirà costruire un nuovo impianto perché evidentemente questo palazzetto non ha i minimi requisiti per andare in Europa. È fondamentale oggi definire cosa fare del futuro perché abbiamo bisogno di un impianto moderno, con un sistema di aria condizionata che consenta ai giocatori di allenarsi, visto che oggi quando si allenano fanno la sauna e non è un modo di dire. Questo è il futuro, se non mettiamo la città in linea con il nuovo corso sportivo, è chiaro che poi bisognerà fare delle scelte che magari saranno antipatiche però io faccio l’imprenditore come ho più volte detto in varie interviste”, ha detto Valerio Antonini della Trapani Shark.

Nuovo modo di comunicare

“Il 30% e oltre degli articoli nazionali sono dedicati ai Trapani Shark, credo non sia mai successo per una neopromossa. È evidente che il mio modo di comunicare è innovativo per il mondo del basket perché è uno sport legato a un metodo gestionale completamente obsoleto e che va rinnovato. Visto che è uno sport bellissimo e parecchio mediatico, ha bisogno di un rinnovamento per consentire alle società di ottenere maggiori ricavi per le società. E maggiori ricaricavi significano maggiori investimenti, quindi portare questo sport a livello che secondo me non può essere così distante dal calcio. Io credo che sia importante cambiare il modo di comunicare, bisogna comunicare obiettivi importanti, idee nuove, com’è stato un po’ nel calcio alla fine degli anni Novanta. Oggi infatti è diventato un’industria sportiva che genera mini industrie sportive chiamati calciatori”.