Ad Aleksa Avramovic, tra tutti i giocatori che hanno rappresentato la Serbia alle Olimpiadi di Parigi del 2024, abbiamo voluto un bene particolare perché nei suoi anni a Varese è stato uno dei migliori, oltre che uno dei più simpatici.
Abbiamo avuto modo di intervistarlo in esclusiva chiedendogli della sua nuova avventura al CSKA Mosca, dell’esperienza olimpica con la Serbia e anche del suo bellissimo passato proprio a Varese.

Per prima cosa, come stai? Come stanno andando questi tuoi primi giorni a Mosca?
“Sono molto felice di essere qui e di giocare con il CSKA Mosca perché è uno dei 3 club migliori d’Europa e sono proprio felice di essere diventato un loro giocatore. E poi Mosca è una città bellissima e mi sto trovando molto bene”.
Hai vissuto un paio di estati incredibili con la Serbia: l’anno scorso hai vinto l’argento al Mondiale e quest’anno siete stati a un passo dall’eliminare Team USA alle Olimpiadi, tu sei stato uno dei protagonisti indiscussi. Come ci si sente a rappresentare il proprio Paese in competizioni di questo livello?
“La Coppa del Mondo è stato un passo importante della mia carriera perché abbiamo fatto bene e mi sono divertito tantissimo con i miei amici e compagni di squadra. Mi sono goduto ogni secondo che ho vissuto con la Nazionale e spero proprio di poterne vivere ancora tanti altri nei prossimi anni. Sulle Olimpiadi, arrivare in semifinale e competere al pari livello con Team USA è stato incredibile, senza dubbio una delle migliori partite che ho giocato nella mia carriera. Non solo Steph Curry, ma tutti e 12 i giocatori ci hanno messo in difficoltà e sapevamo che avremmo dovuto fare più del nostro massimo per vincere. In alcuni momenti del match siamo stati molto bravi perché li abbiamo dominati ma poi hanno recuperato il vantaggio che avevamo accumulato e alla fine sono andati loro in finale per l’oro contro la Francia”.
Dopo l’Olimpiade si è a lungo parlato di un tuo possibile trasferimento in NBA, con Clippers e Hawks che si dicevano interessati. Come mai non si è concretizzato il tuo approdo oltreoceano?
“Non posso dire che ci sia stata una vera e propria opportunità di andare in NBA ma sicuramente ci sono stati diversi contatti con alcune squadre americane. Sono comunque molto contento di aver firmato per il CSKA Mosca perché è una di quelle squadre in cui ho sempre voluto giocare”.
Sul podio delle Olimpiadi non sembravate proprio lucidissimi, anzi, avevate esagerato con la festa? Ci racconti cosa avevate combinato?
“L’Olimpiade si è conclusa con una medaglia, che abbiamo festeggiato come se fosse un oro perché per noi luccicava come se fosse d’oro, anche se era di bronzo”.
Facendo un passo indietro nella tua carriera, in Italia ti vogliamo particolarmente bene perché sei arrivato a Varese che eri un ragazzo e l’hai lasciata da uomo. Cosa ti porti dentro della tua esperienza italiana?
“Sono veramente felice di aver giocato per Varese, un club incredibile e con una storia pazzesca. Sento che Varese è la mia seconda casa perché ci sono arrivato che ero un ragazzino e l’ho lasciata da uomo. Lì ho ancora oggi molti amici che ogni tanto torno a trovare e che sento telefonicamente spesso, specialmente Max Ferraiuolo, Claudio Coldebella e Toto Bulgheroni perché mi hanno aiutato molto a migliorare giorno dopo giorno e a diventare un giocatore da EuroLega. Infine voglio menzionare anche Attilio Caja, il mio coach dell’epoca. Mi ha insegnato tantissimo in quella mia fase di carriera e anche lui mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi”.
Al Partizan hai potuto lavorare con uno dei migliori coach del mondo. Com’è stato lavorare con Obradovic?
“Stiamo parlando di uno dei migliori allenatori della storia del basket e per me è stata una grandissima opportunità poter lavorare con lui 3 anni con il Partizan Belgrado. Mi ha aiutato tantissimo a migliorare e a farmi diventare un giocatore meritevole di rappresentare la propria Nazionale prima al Mondiale e poi alle Olimpiadi, specialmente perché mi ha fatto diventare una point guard, ruolo che non avevo mai fatto prima di incontrarlo ma in cui oggi mi trovo benissimo“.
Sei un ragazzo fortunato perché in Nazionale hai anche la possibilità di giocare con uno dei migliori giocatori al mondo, se non il migliore, Nikola Jokic. Che tipo di compagno di squadra è?
“Nikola Jokic è tra i migliori giocatori della storia del basket serbo, al pari di Dejan Bodiroga, e poi come compagno di squadra è fantastico. In campo ti permette di essere la versione migliore di te stesso e fuori è un ragazzo simpaticissimo, tutti lo vorrebbero avere accanto”.
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