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Esclusiva BU, Mike Hall: “Milano può ripetersi! Su Siena e Corso Como…”

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Manca davvero poco all’inizio della nuova stagione ufficiale di Serie A e allora abbiamo pensato fosse opportuno intervistare in esclusiva il tifoso numero 1 di Milano: Mike Hall.
L’americano è un grande fan del nostro Paese e segue assiduamente il nostro campionato, anche quando non ci gioca. Ecco perché ci è piaciuto poter avere qualche parola in esclusiva da Mike Hall.

Partiamo dall’attualità: dove si trova oggi Mike Hall e che progetti hai per il futuro? Ti rivedremo di nuovo in campo in Italia?

“Al momento sto lavorando su alcuni progetti che non riguardano il campo, ma continuo ad allenarmi per mantenermi pronto per la chiamata giusta. A questo punto della mia carriera è meglio aspettare per l’opportunità giusta piuttosto che firmare il primo contratto che arriva. Sono sempre stato un giocatore troppo intenso o pazzo (ride, ndr) per giocare per squadre che non hanno obiettivi, ma in questo momento a causa della pandemia purtroppo molte squadre devono puntare a sopravvivere. Non sono contento di stare fermo a inizio stagione, però magari nei prossimi mesi una squadra con ambizioni di playoff o che vuole evitare i playout avrà bisogno della leadership di un veterano come me”.

Hai seguito le ultime Olimpiadi? Ti è piaciuto il torneo, hai trovato un livello alto? E cosa ci dici dell’Italia? Se le hai viste, pensi che Mannion e Pajola sono da NBA?

“Le Olimpiadi sono state fantastiche! Considero l’Italia la mia seconda casa e sono stato molto felice di vedere la Nazionale avere successo. Ho seguito la carriera di quasi tutti i giocatori che sono andati a Tokyo ed è stato pazzesco vedere la loro crescita. Sono eccitato all’idea di vedere se Polonara, Fontecchio, Melli e Pajola saranno in grado di migliorarsi ancora e vincere una medaglia a Parigi”.

L’ultima stagione si è conclusa con Milano sconfitta in semifinale alle Final Four di EuroLega all’ultimo secondo e con la Virtus che ha dominato le finali scudetto: ti hanno sorpreso questi risultati?

“I risultati raggiunti da Milano non mi hanno sorpreso. Il roster era stato costruito per vincere nell’immediato, con punti nelle mani, difesa e giocatori di esperienza in grado di portare leadership. Arrivare alle Final Four di EuroLega è stata una delle cose più belle che ho vissuto da tifoso: la serie col Bayern è stata incredibile. E poi la battaglia con il temibile Barcellona è stata molto divertente da guardare in TV. È stato un vero peccato perdere così, però l’energia che deriva da un’esperienza così avrebbe dovuto essere trasportata nei playoff, invece è inspiegabile quello che è successo contro la Virtus, che ha meritato lo scudetto e riportare il titolo a “basket city” è un bene per il movimento italiano”.

Da tifoso Olimpia, che aspettative hai per la prossima stagione? Vincere l’EuroLega è un obiettivo concreto oppure è quasi impossibile?

“Come tifoso spero di poter raggiungere di nuovo le Final Four di EuroLega e finalmente avremo di nuovo la Olimpia family a spingere la squadra al Forum. Come giocatore so però che bisogna lavorare molto per raggiungere gli obiettivi, gli infortuni e i cali di forma causa Covid sono dietro l’angolo e possono condizionare pesantemente. Il roster mi piace e so che i giocatori con maggiore esperienza sapranno spingere tutti a dare il 100%. E queste per me come tifoso è abbastanza”.

Pensando alla tua carriera, hai qualche rimpianto? Se sì, quale?

“Non ho rimpianti. Non sono mai stato il più forte o il più veloce, però ho sempre toccato il cuore dei tifosi perché in campo mi sono sempre divertito, ho giocato emozionandomi. Ho recuperato da molti infortuni (3 interventi chirurgici al ginocchio e infortunio al tendine d’Achille) che per altri giocatori avrebbero significato il termine della carriera e per questo mi sono guadagnato il rispetto di tutti. Forse ho preso troppi falli tecnici, forse ho trascorso troppe serate in Corso Como (zona della movida milanese, ndr), ma il basket mi ha permesso di viaggiare molto, di conoscere nuove culture e di farmi molti amici che sono diventati la mia famiglia in Italia. Alla fine della carriera ti poni 2 domande: ‘Ti sei divertito? Hai dato il massimo?’, e posso rispondere ìsì al 100%’ a entrambe le domande”.

In Italia hai raggiunto una finale Scudetto con Milano e negli anni di A2 hai giocato i playoff con Biella. Pensi che nelle tue stagioni nel nostro Paese tu abbia ottenuto il massimo o avresti potuto avere qualcosa in più?

“Sono ancora deluso dalla finale persa contro Siena, ma tutti sappiamo cosa c’era dietro quei successi dei biancoverdi e ci chiederemo sempre se il risultato sarebbe potuto essere diverso se ci fosse stato della lealtà competitiva. Io sono ancora triste per aver perso la finale di Coppa Italia di Serie A2 con Biella nei secondi finali (contro la Virtus Bologna, ndr), ma ora che sono diventato grande posso dire di essere stato fortunato a vivere quei momenti, che invece molti giocatori non hanno potuto vivere. Sono grato per tutti i momenti passati sul campo con tutte le maglie che ho indossato in Italia. Perché tutto ciò che ho vissuto mi ha reso l’uomo che sono oggi”.

Da uomo di esperienza nel basket, che consiglio ti sentiresti di dare a un ragazzo che vorrebbe diventare giocatore professionista?

“Il mio consiglio è semplice ma importante: fallo con amore e perché ti piace farlo. Non giocare per i soldi o per arrivare in NBA o in Eurolega. Non allenarti per essere migliore del tuo avversario. Ogni volta che ti allacci le scarpe fallo perché ami le sensazione che il gioco ti fa vivere. Questo amore ti accompagnerà nei momenti difficili in allenamento, ti aiuterà a rialzarti quando cadrai e ti consentirà di raggiungere dei livelli che non avresti mai neanche sperato. Ama il gioco e questo amore ti verrà restituito!”.

Ringraziamo Mike Hall per questa intervista esclusiva e gli auguriamo davvero il meglio per la sua carriera.

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Riccardo Picco

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