BasketUniverso ha avuto l’opportunità, grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa della Virtus Bologna e che ringraziamo, di intervistare in esclusiva Alessandro Pajola, con il quale abbiamo parlato della sua avventura con la VuNere finora, le prospettive in vista delle Final Eight di Coppa Italia, il rapporto con coach Luca Banchi e quello che ha portato con il suo arrivo, ma anche delle qualificazioni a EuroBasket 2025 e il Pre-Olimpico con l’Italbasket e quanto è stato importante Milos Teodosic per il suo percorso da professionista, dentro e fuori dal campo.
Finora la Virtus ha giocato una stagione ai limiti della perfezione. Sappiamo tutti che il segreto di questa Bologna è il gruppo. Ma dicci qualcosa in più. Cosa vuol dire che il gruppo è il segreto di questa Virtus?
“Siamo un collettivo. E per collettivo intendo un modo di essere, un pensiero, una filosofia, sia in palestra sia fuori. E coach Banchi ci ha dato la spinta maggiore da questo punto di vista, ci ha invitati ad aiutarci a vicenda sia in attacco sia in difesa, oltre che in allenamento”.
Tra poco c’è la Coppa Italia, il secondo obiettivo stagionale dopo la Supercoppa Italia. Siete, come si dice in questi casi, allacciati per vincerla?
“Siamo allacciati ma anche un po’ acciaccati (sorride n.d.r.). Con questi ritmi è sempre difficile allenarsi tutti insieme. Recuperi uno ma ne perdi un altro. Sicuramente stiamo meglio adesso rispetto a 2-3 settimane fa dove ci mancavano Mickey, Shengelia e Polonara non era proprio al top. Vogliamo far bene, senza dubbio, e dobbiamo lavorare partita per partita perché ogni gara a Torino sarà una finale!”.
Coach Luca Banchi recentemente ha criticato il calendario molto fitto di impegni perché non giova ai giocatori. Tu cosa ne pensi?
“Devo dire che è molto impegnativo e stressante. Sto provando a farci l’abitudine dopo un paio di anni in EuroLega e un paio d’anni di EuroCup. Davvero, non è facile perché quando c’è il doppio turno giochi 4 gare in 7 giorni ma questo è quello che è, dobbiamo accettarlo. Non possiamo controllarlo. Dobbiamo cercare di tirare fuori il meglio da noi stessi in ogni allenamento che facciamo, non essendo tantissimi”.
A proposito di Banchi, in cos’ha fatto la differenza con il suo arrivo?
“L’impulso che ci ha dato coach Banchi è stato importante ma nulla da dire contro coach Scariolo, è un grandissimo allenatore che ha portato titoli nella mia bacheca e in quella della Virtus Bologna. Si è trattato di un momento strano per noi ma, insieme a coach Banchi, siamo stati bravi a reagire subito, facendo cose semplici ma importanti. Dal primo giorno con Banchi c’è sempre stata un’atmosfera positiva. Poi vince aiutare a stare meglio ma, davvero, il suo impulso di semplicità e tranquillità ci hanno aiutati tantissimo!”.
Esordisci in serie A a 16 anni. Nel giro di poco diventi un giocatore imprescindibile sia per Bologna che per la Nazionale. Si può dire tu abbia fatto un percorso perfetto, motivo per cui sei diventato il simbolo di tanti giovani cestisti che sognano per il futuro. Ci racconti qual è stato il tuo segreto per bruciare le tappe così presto? E soprattutto raccontaci a cosa hai dovuto rinunciare durante l’adolescenza per arrivare dove sei arrivato.
“Non ho una formula magica da trasferire. Come prima cosa mi sento di dire che sono sempre stato me stesso. Mi sono sempre divertito e questo ho continuato a portarlo avanti nel corso degli anni. Stare in palestra e nello spogliatoio mi fa stare bene, anche lavorare duro, a volte, mi fa stare bene. Io poi sono cresciuto insieme alla Virtus e a Segafredo che ha portato qui giocatori fortissimi. Qualche sacrificio ho dovuto farlo, soprattutto a livello di amicizie e scolastico, ma comunque l’ho fatto perché sapevo dove volevo arrivare”.
Quattro anni di scuola dal maestro Teodosic. Cosa ti ha lasciato Milos nel tuo bagaglio tecnico e caratteriale?
“Ogni volta rimanevo stupito dal talento e dalle magie che faceva. Stiamo parlando di un giocatore davvero allucinante. Io non ho cercato di imitarlo, altrimenti avrei lanciato qualche palla in tribuna o cose di questo tipo, però l’ho ammirato, me lo sono goduto da vicino e gli ho rubato un po’ di cose, soprattutto il suo modo di essere. Milos è un bell’essere umano che fa magie in campo ma che fuori è proprio molto umile, in quegli anni ha cercato di imparare davvero tanto dell’Italia, è uno super curioso, sempre pronto a fare mille domande su storia e tradizioni“.
Spesso si pensa a lui come un robot. Ma è così anche fuori dal parquet oppure è tipo Andrea Pirlo che in campo non lasciava trasparire emozioni e in spogliatoio era il più giocherellone di tutti?
“No, scherza, ride, gioca con noi, è piacevole soprattutto per quello. Fuori dal campo è simpatico, disponibile, umile. Non è uno che non ti considera solo perché sei un ventenne alle prime armi, non è affatto così. Poi in campo prova a mantenere dentro le sue emozioni, anche se non sempre si può perché è un essere umano. Mi piace perché cerca di rimanere sempre concentrato, senza perdersi troppo in esultanze e proteste. Con quella faccia lì resta sempre sul pezzo, bello concentrato ed è parte integrante del suo essere giocatore”.
Sei oramai un punto fermo anche dell’Italbasket, quest’estate parlando con Melli e Datome ad Afternoon hai scherzato dicendo che sei quasi un veterano, pur avendo tu solo 24 anni. Sono diversi anni che gli italiani sognano una medaglia in competizioni internazionali. Secondo te, quanto siamo lontani ancora da questo traguardo?
“Nelle ultime 3 competizioni giocate siamo arrivati ai Quarti di Finale e in 2 su 3, a parte gli Stati Uniti, ce la siamo giocata punto a punto o quasi. Quindi direi che ci mancano 2 partite, anche se ogni competizione è diversa dalla precedente. Quest’estate ci giocheremo il Pre-Olimpico e dobbiamo partire da lì per poter arrivare a medaglia. Di sicuro posso dire che negli ultimi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati, visto che erano tantissimi anni che non ci qualificavamo al Mondiale e alle Olimpiadi e ce l’abbiamo fatta”.
Nel Maggio 2023 hai rinnovato il contratto con Bologna fino al 2026. Nei tuoi progetti futuri c’è l’idea, un domani, di fare nuove esperienze, magari anche fuori dall’Italia? Pensi che questo potrebbe aiutarti ad arrivare in NBA come accaduto a Fontecchio?
“L’NBA è il sogno di tutti quelli che iniziano a giocare a basket ma io mi reputo fortunato perché non mi sono mai prefissato troppi obiettivi, ho sempre lavorato giorno per giorno e questa cosa ha sempre pagato. Adesso sono qui, lo devo fare ancora per molti anni, non riesco proprio a immaginarmi altro. Ci penserò quando sarà necessario pensarci. Mi concentro sempre sull’oggi, sul presente, così da migliorare come giocatore e come squadra e chi vivrà vedrà come sarà il futuro. Di sicuro posso dire che oggi sto benissimo qui e voglio continuare a migliorarmi qui”.
Ti reputi il miglior difensore d’Europa? Se no, dicci chi è secondo te e in cosa devi ancora migliorare per diventarlo?
“Non mi reputo il miglior difensore d’Europa e devo migliorare su molte cose, soprattutto da un punto di vista fisico, proprio a livello di corpo. Un altro aspetto dove devo crescere è quello mentale: a volte mi capita di bucare un anticipo e lascio la mia squadra 5 contro 4 e questo non va bene. Il migliore? Ce ne sono davvero tanti, è difficile scegliere e poi sono fortunato perché ogni giorno ammiro Bryant Dunston. Ogni allenamento è un clinic difensivo, per poi non parlare di quello che riesce a fare in partita. Sicuramente gli anni contano ma, nonostante questo, è ancora fisicamente incredibile. Poi anche Cordinier è un super difensore. Molto spesso è un leader offensivo e quindi viene poco esaltato per la fase difensiva però lui è davvero un giocatore a tutto campo perché sa fare canestro ma ti sa anche vincere le partite in difesa. Davvero fortissimo, fisico pazzesco ma anche bravissimo a livello tecnico-tattico. Sono proprio fortunato ad averlo in squadra con me!”.
Ringraziamo ancora una volta Alessandro Pajola e la Virtus Bologna per la disponibilità dimostrataci nella realizzazione di questo contenuto esclusivo.
- Virtus Bologna, siamo alla fine del rapporto con Rayjon Tucker? - 9 Dicembre 2024
- Mike Brown usa 26 volte la stessa parola per sottolineare un’idea - 9 Dicembre 2024
- Lakers e Clippers hanno giocato in casa la stessa sera 25 anni dopo l’ultima volta - 9 Dicembre 2024