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Giannis Antetokounmpo ha commentato il licenziamento di Adrian Griffin

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Fin dai primi minuti successivi alla notizia dell’esonero di Adrian Griffin da parte dei Milwaukee Bucks, varie fonti hanno indicato i veterani della squadra, compreso Giannis Antetokounmpo, come mandanti della decisione. Il greco ed alcuni compagni avrebbero infatti perso fiducia nell’allenatore, portando la dirigenza a cambiare guida tecnica. Per la prima volta in questa stagione ieri notte i Bucks sono andati in campo senza coach Griffin, sostituito per il momento dal suo vice Prunty e nei prossimi giorni in pianta stabile da Doc Rivers. Milwaukee ha vinto 116-126 contro i Cleveland Cavaliers, salendo 31-13 in stagione.

Dopo la gara ovviamente a Giannis è stato chiesto del licenziamento di Adrian Griffin: la superstar dei Bucks però ha smentito di essere stato lui la causa. Anzi, si è detto molto dispiaciuto ed ha dichiarato che queste cose “sono ciò che non gli piace della NBA”.

Questo è ciò che non mi piace della NBA, è un business pazzo. Ieri coach Griff era il nostro allenatore, oggi non più e sembra non lo sia mai stato. Questo non mi piace della NBA e ne parlo apertamente. Ma lo capisco, è un business. La gente viene scambiata e tagliata, deve cambiare la propria vita in uno schiocco di dita. E poi là fuori ci sono persone che creano una narrazione poco accurata. Cerco di non cascarci, non voglio commentare ogni volta se una notizia è vera oppure no, perché diranno sempre qualcosa su di me o sulla mia squadra.

‘Oh, non aveva un buon rapporto con Griffin’. Falso, lo adoravo. L’ho invitato al mio matrimonio, sapete? Abbiamo parlato, lui mi ha allenato e stavamo andando molto, molto bene. In queste situazioni dovete capire che quando qualcuno viene assunto, a volte il GM viene e chiede cosa ne pensi. Non solo a me, in generale ai giocatori e alle persone di cui si fida. Ma a volte fanno pensare che siano stati i giocatori a prendere quella decisione. Ma no, io ho un lavoro. Il mio lavoro è giocare al meglio e far vincere delle partite a questa squadra.

Poi il greco ha proseguito:

Non vengo pagato per cambiare le vite delle persone e metterle a disagio. Vengo pagato per difendere, stoppare e cerco di farlo più che posso. Perché capisco che non mi piace questo aspetto. Ci sono persone che vengono pagate per prendere quelle decisioni, e sono decisioni difficili. Rispetto Jon [Horst, GM dei Bucks, ndr], ma non voglio essere coinvolto in queste situazioni.

Mi è stato chiesto un parere? Sì, molte volte. Ma non sono stato coinvolto nell’assunzione di coach Griffin. Gli ho parlato come avevo parlato con coach Budenholzer, ma in quell’occasione nessuno aveva detto che ero stato coinvolto perché ero un ragazzino. Mi hanno chiesto un parere e io ho risposto che mi sembrava bravo, una brava persona. Sono tutte brave persone, ma non sono io che decido. Non fraintendetemi, questo non mi disturba, cerco di pensare solo al basket.

Redazione BasketUniverso

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