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Il GM del Partizan: “Con Mirotic era fatta, poi però ha commesso un errore”

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Zoran Savic, GM del Partizan Belgrado, ha commentato ufficialmente la cronologia della trattativa ormai saltata per Nikola Mirotic. Il giocatore, che ora sembra molto vicino all’Olimpia Milano, aveva praticamente firmato un biennale con il club serbo, salvo poi fare un clamoroso dietrofront a causa soprattutto delle minacce ricevute dai tifosi della Stella Rossa.

Savic ha raccontato come sono andate le cose, affermando che Mirotic avrebbe commesso “un solo errore” che ha poi portato al fallimento della trattativa, quando sembrava ormai tutto fatto.

Leggo tanti commenti come se qualcuno potesse saperne più di noi, ma la verità è una. Abbiamo parlato per la prima volta con Mirotic ancora prima delle Final Four, sapevamo che il Barcellona se ne sarebbe liberato e lo sapeva anche lui. Siamo stati i primi a contattarlo e abbiamo avuto una conversazione sincera, ma abbiamo deciso di aspettare e vedere come sarebbe finita la stagione. Ne abbiamo parlato per tutto giugno, ma la risoluzione col Barcellona ha preso più tempo del previsto. Tutto stava andando bene, ma Mirotic ha commesso un errore. Quale? Mentre trattavamo, tutta Europa parlava di come stesse per firmare con l’Olympiacos prima e con Milano poi. Nessuno menzionava il Partizan, e questa cosa gli piaceva. Capiva che eravamo seri e non diffondevamo informazioni. Tutto andava bene, le sue risposte erano misurate. Poi, in un incontro con me, Ostoja e Zeljko, ha deciso di farla breve e dirci che avrebbe giocato con noi. “Informerò le altre squadre a riguardo”, noi gli abbiamo detto di non farlo perché la notizia sarebbe uscita sicuramente, cosa che infatti è successa. Appena la voce si è diffusa, è iniziata la pressione e la situazione è cambiata.

Avevamo un accordo di tre anni con lui, abbiamo accettato tutte le sue richieste. C’era anche una clausola che gli avrebbe permesso di lasciare la squadra dopo un anno se non si fosse trovato bene. Aveva addirittura parlato con Kevin Punter per essere sicuro di essere sulla stessa lunghezza d’onda. Ha detto apertamente che voleva competere per l’EuroLega. In un’occasione, ha anche dichiarato che non avrebbe preso la maglia numero 33 di Danilo Adusic, bensì il numero 3. Gli offrivamo la possibilità di giocare per il miglior allenatore in Europa, diventare l’idolo del 25% della Serbia ed essere parte di un progetto di cui tutti stavano parlando. L’unica cosa che non potevamo offrirgli erano i soldi che avrebbe potuto prendere in un altro club.

Quando la notizia è uscita, ha subito grandi pressioni, ma come tutti. Sia io che Zeljko Obradovic. Qui va così, alla fine come società abbiamo dato una brutta immagine, che un giocatore non possa venire in Serbia anche se non ha mai giocato con Stella Rossa o Partizan in carriera. Ma le divisioni non sono solo in Serbia, lo stesso Mirotic ha scherzato sul fatto che non avesse problemi con le pressioni avendo giocato sia per Real Madrid che Barcellona. Ma come avete visto poi le cose sono andate diversamente. La sua presenza non avrebbe creato divisioni, mi dispiace che tutto venga presentato come una questione di vita o di morte. Non è normale. È solo sport, e dovrebbe rimanere tale. Non dovrebbe essere una questione di tifo da parte del presidente o di soldi in più che una squadra riceve dallo Stato. I giocatori dovrebbero solo scendere in campo e mostrare chi è migliore, quella è l’unica misura. Ripeto: è stata data un’immagine negativa.

Fonte: Mozzart Sport

Francesco Manzi

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