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Il pensiero di Sasha Djordjevic, CT della Cina, sulla naturalizzazione di Kyle Anderson

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Nei giorni scorsi, a un mese dall’inizio del Mondiale, la Cina ha annunciato la naturalizzazione di Kyle Anderson, giocatore dei Minnesota Timberwolves. Americano di nascita, Anderson aveva un bisnonno cinese emigrato in Jamaica, dove conobbe una donna del luogo e diede alla luce quella diventata poi la nonna del giocatore. Tanto è bastato alla Cina per avere tutte le carte in regola e arruolare Anderson, che altrimenti difficilmente sarebbe mai stato convocato da Team USA nonostante un impatto di tutto rispetto nelle squadre in cui ha giocato finora. Attualmente però la Cina è allenata da Sasha Djorjevic, un allenatore che in Italia conosciamo molto bene. Soprattutto però Djordjevic è serbo, e la Serbia non ha mai avuto un giocatore naturalizzato, per scelta.

Il nazionalismo serbo è talmente forte che, nonostante le regole lo permettano, la Nazionale non ha mai aggiunto un giocatore passaportato. Djordjevic, che è stato anche CT della Serbia vincendo un argento al Mondiale 2014 e un argento alle Olimpiadi 2016, ha detto quindi la sua sulla “novità” Kyle Anderson.

“Kyle Anderson ha sangue cinese e jamaicano, quindi il suo caso è un po’ diverso. La FIBA permette la naturalizzazione di un giocatore straniero per squadra. Quindi molti allenatori e presidenti federali mi chiamano spesso per chiedermi un’opinione su alcuni giocatori americani” – ha dichiarato il coach serbo. – Cosa posso dire? Anthony Randolph non è sloveno. Questo è il mio punto di vista da allenatore serbo ed ex giocatore di Nazionale. Ma dall’altra parte, le regole sono chiare. Devono essere accettate, non aggiungerò altro.

Insomma, se dovessimo parafrasare le parole di Djordjevic, Anderson non sarebbe mai stato convocato se fosse dipeso esclusivamente da lui. Ma visto l’impegno della Federazione, che ha speso un milione di dollari per le pratiche, e l’opportunità concessa dal regolamento, approfittare della presenza di un giocatore del genere, tra l’altro in una Nazionale povera di talento come quella cinese, è stato quasi obbligatorio.

Fonte: SportKlub

Francesco Manzi

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