Sylvain Francisco alza la voce dopo aver ricevuto un mare di insulti razzisti sui social.
Gli haters si sono scatenati dopo il controverso episodio nel finale di Francia – Slovenia, quando Francisco ha segnato un lay-up mentre i giocatori si salutavano. Dopo le prime denunce, il playmaker dello Zalgiris è tornato a farsi sentire in un’intervista a BeBasket.
Ciò che è successo è assurdo soprattutto perché molti degli insulti arrivano da adulti, genitori, e persino bambini che non dovrebbero nemmeno stare sui social. Accetto le critiche sul mio modo di giocare, ma quando si tratta del mio colore della pelle o della mia razza, non posso e non voglio restare in silenzio. Non mi aspettavo una reazione così pesante, la verità è che mi ha colpito profondamente. Mentalmente mi ha influenzato tanto. Sono umano e questa cosa mi ha davvero toccato. Spesso si pensa che non possa succedere a te, ma poi succede. Sto cercando di andare avanti, perché la cosa più importante adesso è vincere le partite e so che i miei compagni hanno bisogno di me. Non è facile. Questa situazione ha un impatto sul mio umore, sulla mia concentrazione in campo e su tanti altri aspetti.
Francisco poi ha parlato di una differenza di trattamento rispetto ad altri sportivi più famosi, ribadendo che non si fermerà nella sua battaglia.
Quando Dennis Schröder ha subito episodi simili, si è intervenuti subito. Per me, invece, c’è voluto parecchio. Se non sei una star come Vinicius o un giocatore NBA, tutto va più lento… Ma quello che mi è successo non è accettabile, punto. Io non sono uno che sta zitto. Parlerò sempre, fino alla fine. Ho ricevuto sostegno da molte persone e questa è la parte positiva. Però queste cose vanno denunciate, anche quando non coinvolgono personaggi famosi. Sto anche valutando l’idea di sporgere denuncia. Non si può far finta di niente. I messaggi ricevuti sono stati tantissimi, più di 3.000. Commentavano anche post vecchi, alcuni dei quali non ho potuto eliminarli perché legati a collaborazioni. Ho dovuto bloccare completamente i messaggi privati. I DM arrivavano da ovunque: dall’Europa dell’Est, dagli Stati Uniti, perfino dalla Francia. Se la FIBA ha bisogno di prove, posso fornirle senza problemi. L’addetto stampa della nazionale e il presidente della federazione sono già informati e stanno seguendo la situazione.
[Foto: FIBA]
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