Jacopo Balanzoni a BU: “Il Poz ha sempre cercato di starci vicini come un fratello maggiore”

Esclusive Serie A

BasketUniverso ha intervistato in esclusiva per voi la giovane ala della Openjobmetis Varese, classe ’93, Jacopo Balanzoni.
balanzoniTi senti maturato e cresciuto cestisticamente all’interno del contesto Varese?
Sicuramente il salto al professionismo vero qui a Varese ha aiutato tanto la mia evoluzione, sia sul piano fisico che tecnico, merito di uno staff sempre disponibile. Poi ha fatto tanto anche stare a stretto contatto con giocatori forti ed esperti, pronti ad aiutarmi con i loro consigli.

Sei partito col botto quest’anno: alla prima partita della stagione subito dentro 10 minuti nel derby con Cantù, partita per altro giocata con grande tenacia da parte tua. Ti aspettavi però di essere impiegato con più frequenza nel corso delle stagione?
Ho giocato le prime tre partite con Cantù, Pesaro e Reggio quando le cose per la squadra stavano andando bene, probabilmente con gli infortuni e l’inizio delle sconfitte Gianmarco non si è sentito di buttarmi in campo nella difficoltà collettiva e capisco benissimo la sua scelta. A Reggio Emilia ho rimesso piede in campo e anche nella partita successiva, in casa contro Venezia, purtroppo durante il riscaldamento a Trento ho sentito tirare il flessore sinistro e sono stato a riposo precauzionale quasi tutta la settimana successiva. Ora spero di trovare spazio durante questo finale di stagione.

Nel derby ci fu una scena bellissima: tu che esci dal campo omaggiato dal pubblico in delirio e l’abbraccio a coach Pozzecco. Cosa ha voluto significare per te quel momento e cosa ti ha trasmesso un allenatore del genere?balanzoni
Ad inizio stagione, durante la preparazione estiva, il Poz prendendomi un po’ in giro mi disse: “Per farmi due risate quest’anno ti butterò in campo qualche minuto, magari a marcare Eric Williams!” Non so se durante il derby abbia effettivamente ripensato a queste parole o sia stato un gesto istintivo quello del mettermi in campo, però il mio abbraccio è stato un modo per ringraziarlo. Mi ha regalato una delle emozioni più forti che abbia mai provato su un campo da basket e non, facendomi partecipare a quella che è stata una festa per tutta Varese, con il palazzetto in delirio insieme a noi giocatori. Gianmarco ha sempre cercato di starci vicini come un fratello maggiore e ci ha sempre messi tutti sullo stesso livello, dal più giovane al veterano. È stato sempre disponibile a prenderci da parte se qualcosa non andava per parlare a quattrocchi, perché avendo fatto questa vita prima di noi, sa cosa passa per la testa di un giocatore durante l’arco di tutta la stagione, specie nei momenti no. Già dal primo giorno, con le sei regole appese in spogliatoio, ci ha fatto capire chiaramente che voleva instaurare un rapporto umano e d’amicizia oltre che lavorativo e personalmente è stato un piacere averlo vicino in questi mesi e lavorare in palestra con lui. Purtroppo tra infortuni e sfortuna, ha deciso di farsi da parte perché probabilmente era quello che soffriva di più questa situazione.

Vieni messo in campo raramente e per pochi attimi, come gestisci questa cosa? A 22 anni si tende a voler spaccare il mondo, non deve essere facile rimanere in panchina e guardare gli altri giocare al tuo posto…
Non è facile ma so che devo farmi trovare sempre pronto perché l’occasione di mettere piede in campo può arrivare da un momento all’altro. Ho iniziato a giocare dei minuti veri solo quest’anno, che per me è il terzo a Varese e devo dire che la pazienza è stata premiata. Ora devo continuare a lavorare per dimostrare di poter reggere il campo e di essere utile alla squadra.

Scenderesti di categoria per giocare con più continuità?
Dipende da tanti fattori ma non voglio crearmi troppi problemi. Purtroppo coi tempi che corrono è difficile conoscere le situazioni di una determinata società in cui si potrebbe finire a giocare, perché anche quest’anno ci sono state squadre sparite dall’oggi al domani lasciando i propri giocatori per strada. Varese si è dimostrata fin da subito una società seria e ormai ho un forte legame d’amicizia con tutte le persone che vedo quotidianamente da 3 anni a questa parte. Mi sono sempre trovato bene e circondato da persone disponibilissime, pronte ad aiutarti e ad esaudire nel limite del possibile qualsiasi richiesta. Poi essendo nato e cresciuto in provincia di Varese e avendo seguito e supportato fin da piccolo questa squadra, per me questo posto ha e avrà sempre qualcosa in più.

Meglio fare il decimo giocatore in A1 o essere protagonista in A2 Silver? Cosa sceglieresti?
Fin dal primo anno i tifosi mi hanno sempre dimostrato tanto affetto nonostante fossi l’ultimo o quasi nelle rotazioni della squadra e per me questa è una cosa fantastica. Penso che su un’eventuale scelta influisca molto la città in cui si gioca e il fatto che la serie A1 sia l’unico campionato di basket considerato professionistico in Italia.balanzoni-varese

Quale giocatore, in squadra, ti ha aiutato a crescere cestisticamente parlando?
Un nome per ogni annata, 2012/2013 sicuramente Mike Green, aveva una leadership fuori dal comune e spronava tutti a dare il massimo, spiegando nel vero senso della parola il basket a noi giovani. La passata stagione Dusan Sakota, perché aveva sempre un consiglio o una correzione pronti. Quest’anno Dawan Robinson, che mi ha spesso parlato faccia a faccia incitandomi a lavorare sempre col sorriso stampato sulla faccia ma diciamo che avendo molti giocatori esperti in squadra ho tanti punti di riferimento disponibili ad aiutarti. Certo che poter allenarsi e vedere l’intelligenza cestistica di Kangur è davvero tanta roba.

Stando in panchina si possono guardare le partite da una prospettiva importante: hai ammirato tanti campioni ma quale avversario ti ha colpito di più?
Marshon Brooks, visto che quest’anno abbiamo giocato 3 volte contro Milano e gli ho visto fare 26, 37 e pochi giorni fa 15 punti. Gioca con una tranquillità incredibile e fa delle giocate spettacolari come se nulla fosse. Un altro è sicuramente Achille Polonara, avendolo avuto due anni come compagno e quest’anno come avversario, continua a mostrare costanti miglioramenti.

BasketUniverso ringrazia Jacopo Balanzoni per la grande disponibilità e gli augura un grosso in bocca al lupo per il finale di stagione in maglia Varese.

Redazione BasketUniverso

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.