Le pagelle della serie Olimpia Milano – Dolomiti Energia Trento (3-0)

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EA7 OLIMPIA MILANO

Jamel McLean 6: Out in gara 1 per rotazione degli americani, in gara 2 parte davvero male ma nel secondo tempo è fondamentale per mantenere il vantaggio con 2 recuperi a metacampo e due annessi contropiedi, nel finale poi è decisivo il suo rimbalzo in attacco dopo il libero sbagliato da Simon per sigillare la vittoria. Nella terza gara risulta più incisivo di Batista ma non è di certo il McLean di inizio stagione.

Oliver Lafayette 5.5: Aveva il compito di affiancare Kalnietis in cabina di regia per rimpiazzare i minuti di Cinciarini ma non è riuscito nel compito: catastrofico in gara-3 (0 punti, 0/1 da 2 e 0/6 da 3 in 22 minuti), si arrabatta nelle prime due gare con qualche bomba qua e là in mezzo a troppe palle perse e un’insicurezza prolungata.

Image00020Alessandro Gentile 8: un crescendo spettacolare per il capitano dell’Olimpia: solo 17 preziosi minuti in gara-1 al ritorno dall’infortunio, 17 in 28′ in gara-2 con molte chiamate offensive a suo favore per sfruttare i chili in post e 16 in 29′ in gara-3 con il finale di partita che tutti abbiamo visto. Fisico, carisma, talento e leadership: se Gentile è questo per Milano la strada è tutta in discesa.

Bruno Cerella 6: non incide e non sfigura, parte addirittura in quintetto in gara-2 ma gioca nel complesso molto poco.

Mantas Kalnietis 7: di fatto l’unico play a disposizione di Repesa in contumacia Cinciarini, il lituano ha dimostrato di essersi ormai adattato al gioco italiano diventando il metronomo indispensabile dell’attacco milanese. Paga qualcosa in difesa, ma in attacco a tratti è poesia pura. E se gli entra anche il tiro da fuori…

Milan Macvan 6.5: Repesa ha fatto capire che le coppie di lunghi da qui in avanti saranno quelle formate da Sanders e Batista e da Macvan e McLean: il serbo accetta il ruolo da relativo comprimario assestandosi sui 3 punti o in post medio con estrema efficacia. Deve, però, sempre ricordarsi di andare a rimbalzo come ha fatto in gara-3.

Rakim Sanders 7: MVP assoluto di gara-1 (21 con 7/10 al tiro e 25 di valutazione), molto meno efficace in gara-2 (quell’1/6 ai liberi piange miseria) ed inspiegabilmente lasciato a riposo in gara-3. Repesa gli ha trovato la dimensione ideale nello spot di 4 di fianco ad un 5 interno come Batista e Rakim ci sguazza. Deve essere più incisivo a rimbalzo.

Charles Jenkins 6: le statistiche non gli danno merito ma la guardia americana si conferma il miglior (se non unico, a tratti) difensore della squadra. In attacco, però, è nullo benchè giochi più di 20 minuti a gara.

Krunoslav Simon 7-: il “-” nel voto è per la sufficienza con cui gioca a tratti alcuni possessi, esagerando in preziosismi inutili, ma quando punta al concreto è il migliore per mix tra talento ed intelligenza. Il tiro da fuori c’è e ci sarà sempre, deve limitare le palle perse banali.

Esteban Batista 7: con 3/4 centimetri in più sarebbe dominante su ogni parquet d’europa, Milano si “accontenta” che lo sia in Italia: banchetta contro i lunghi avversari e corre su e giù per il campo come un piccolo. Come ha ben detto Repesa, deve imparare a scaricare un po’ di più il pallone quando viene raddoppiato in post.

Daniele Magro, Andrea Cinciarini, Stanko Barac SV.

Coach Jasmin Repesa 6.5: è vero che gli americani vanno fatti ruotare, ma tenere fuori Rakim Sanders da una partita di playoffs dovrebbe essere punibile con una notte in prigione. Alla fine ha ragione lui perchè il 3-0 arriva lo stesso e soprattutto ha il merito di aver rigenerato da subito Gentile.

Dolomiti Energia Trentino

Will Cummings 6.5: arrivato da pochissimo a Trento, parte piano ma mano a mano diventa una sicurezza per coach Buscaglia, che con Poeta a mezzo servizio trova in Cummings un’arma offensiva affidabile.

Peppe Poeta 6: limitato dall’infortunio alla gamba che gli ha fatto saltare gara-1 oltre a tenerlo fuori dal campo per ampi sprazzi della serie, gioca 20′ veri in gara-3 dimostrando di poter stare bene in campo.

Image00030Davide Pascolo 7.5: indubbiamente il migliore dei suoi, il primo quarto di gara-2 è ancora nella mente di tutti e se Trento imparasse a coinvolgerlo un po’ più spesso facendogli toccare la palla e non solo correre avanti ed indietro per il campo magari una partita avrebbe potuto portarla a casa. 16 punti e 8 rimbalzi di media contro la fisicità dei lunghi milanesi, chapeau.

Andrès Forray 6.5: Toto prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo sopperendo alle mancanze atletiche e tecniche con la voglia e la garra tipica del suo animo argentino; molto pericoloso dalla lunga distanza, ma per prendere iniziative offensive citofonare da altre parti.

Diego Flaccadori 5: playoffs sottotono dopo una stagione con molti alti e pochissimi bassi per la giovane guardia di Seriate, paga l’inesperienza a questi livelli ed un avversario troppo forte per lui. Ha tutto il tempo per crescere.

Dominique Sutton 6: il più continuo degli americani di Trento (Cummings a parte), si conferma pericolosissimo su entrambi i lati del campo grazie ad un atletismo spaventoso. Qualche errore di troppo al tiro in gara-3.

Trent Lockett 5.5: senza Jamarr Sanders, per forza di cose l’attacco passa gran parte da lui ed anche se i numeri sono dalla sua, le percentuali non lo sostengono: 10/23 da 2 e 4/14 da 3 non sono ciò che Trento necessitava per vincere.

Luca Lechthaler 5: 10 falli in 12 minuti nelle prime due gare. 0 falli in gara-3…in zero minuti. Basta questo.

Julian Wright 5.5: ha il demerito di nascondersi un po’ troppo, ma spesso gli arrivava la palla negli ultimi secondi dell’azione ed era chiamato a creare dal nulla, cosa che ovviamente non gli compete. Va in difficoltà contro la fisicità degli avversari, soprattutto di Batista, ma rimane uno dei talenti più grandi che questa stagione di serie A ci ha offerto.

Jared Berggren 5: impalpabile, 2 punti e 4 rimbalzi in 22 minuti complessivi. Non il tuo lungo di riserva ideale.

Jonan Lofberg, Simone Bellan, Jamarr Sanders, Filippo Baldi Rossi SV.

Coach Maurizio Buscaglia 6: gli infortuni e le numerose partite stagionali hanno penalizzato i suoi e limitato le scelte per il coach di Trento, che ha però il merito di non mollare mai e si vede lontano chilometri che è riuscito a trasferire questo spirito anche ai suoi giocatori.

Francesco Manelli

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