Mark Cuban usa i casi George e Ginobili per attaccare la FIBA, Bird risponde

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L’eccentrico proprietario dei Dallas Mavericks attacca le regole tra NBA e FIBA riguardo l’utilizzo dei giocatori nelle rispettive nazionali.

L'infortunio di George offre molti spunti di riflessione.
L’infortunio di George offre molti spunti di riflessione.

La preparazione per partecipare ai mondiali di pallacanestro in Spagna ha avuto gravi ripercussioni sul team USA e soprattutto sugli Indiana Pacers, ora privi per una stagione intera della propria stella assoluta – Paul George, il top scorer del team infortunatosi l’altra notte. Dopo l’addio di Stephenson, si prospetta una difficile annata per la squadra di Frank Vogel…

Quasi in contemporanea, Manu Ginobili ha spiegato che non farà parte della rosa della nazionale argentina, decisione inevitabile a causa delle sue critiche condizioni fisiche, ma arrivata non senza qualche attrito con il proprio team, i San Antonio Spurs.

Questi due avvenimenti, intervallati da uno spazio temporale minimo, hanno rispolverato una questione vecchia come il mondo – o, almeno, vecchia come il mondo dello sport: la diatriba tra club privati e nazionali. Non solo nella pallacanestro, bensì in ogni sport in cui si giochi a livello professionale, le dirigenze dei club sono infatti riluttanti a lasciar partire i propri giocatori per i ritiri delle nazionali. I vari GM temono che possa accadere quanto successo a George: un grave infortunio che condizioni enormemente la squadra. L’infortunio subito con la maglia del proprio team ha un peso diverso per le dirigenze rispetto a quello avvenuto con la maglia della nazionale, in quanto il giocatore compromette la propria stagione mentre si trova sotto la responsabilità di qualcun altro.

Al momento il regolamento tra NBA e FIBA consente alle dirigenze dei club di vietare la partecipazione a competizioni internazionali solo nel caso in cui il giocatore abbia un problema fisico evidente. Altrimenti, è il giocatore stesso decidere se partecipare o meno a tali eventi. Inutile dire come, a causa dei motivi di cui sopra, molte società critichino tale norma.

Mark Cuban critica senza pietà le regole attuali tra NBA e FIBA.
Mark Cuban critica senza pietà le regole attuali tra NBA e FIBA…

Uno dei più aspri oppositori a questa regola è l’eccentrico proprietario dei Dallas Mavericks Mark Cuban, che già in passato ha proposto di instaurare la legge per cui le squadre di NBA dovrebbero possedere il diritto di vietare categoricamente ai propri giocatori di giocare per la propria nazionale, senza doversi giustificare in alcun modo. Proprio ieri Cuban ha ribadito il concetto, attaccando senza ritegno il Comitato Olimpico, una delle sue nemesi più grandi:

<< La più grande truffa mai operata dal Comitato Olimpico Internazionale è stata quella di convincere il mondo che le Olimpiadi riguardano il patriottismo e l’orgoglio nazionale, e non i soldi. Giocatori e proprietari dovrebbero unirsi e creare il proprio Mondiale di Basket. >>

... non è affatto d'accordo Larry Bird.
… non è affatto d’accordo Larry Bird.

Fortunatamente per il movimento della pallacanestro internazionale, c’è gente che la pensa diversamente, anche nei piani alti dell’NBA. Subito in seguito all’infortunio di George, è stato chiesto un commento sulla vicenda a Larry Bird, presidente dei Pacers. L’ex-numero 33 dei Celtics ha dichiarato molto sportivamente:

<< Continueremo a supportare la squadra degli Stati uniti d’America e crediamo nello scopo dell’NBA di promuovere il nostro gioco, le nostre squadre e i nostri giocatori a livello internazionale. [Quello di George, ndr.] è stato un infortunio estremamente sfortunato, che è accaduto sul palcoscenico della preparazione al mondiale e ha fatto parecchio scalpore. Ma sarebbe potuto benissimo capitare in un altro momento e in un altro luogo. >>

Giù il cappello davanti alle parole di Larry Bird, uomo che ha difeso i colori della propria nazionale sul campo fino a quando ha potuto e che continua a farlo nonostante l’attaccamento alla patria di George sia costato caro alla sua squadra. Cuban prenda lezioni…

Niccolò Armandola

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