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NBA – Derrick Rose, il sentito messaggio su com’è cambiato il suo gioco

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Nelle scorse ore Derrick Rose è stato ufficialmente inserito tra i 3 candidati finali per il premio di Sesto Uomo dell’Anno della stagione 2020-21. La point guard dei New York Knicks aveva iniziato l’anno a Detroit, prima di tornare nella Grande Mela e contribuire alla sorprendente stagione della franchigia, che ha raggiunto il quarto posto ad Est.

Ad un paio di giorni dall’esordio stagionale nei Playoff e proprio in seguito alla candidatura per il Sesto Uomo dell’Anno, D-Rose ha pubblicato su Instagram un post molto sentito in cui ha parlato di com’è cambiato il suo gioco negli ultimi 10 anni. A causa degli infortuni, in primis quello al crociato, Rose è infatti un giocatore diversissimo rispetto al 2011, quando vinse l’MVP con i Chicago Bulls.

Immaginate avere il vostro lavoro dei sogni o lavorare per la stessa azienda per oltre 10 anni. Sangue, sudore e lacrime, poi un tizio di un’altra azienda viene da voi e vi dice: “Ehi, oggi sembri una versione vintage di te stesso”. Non li conosci, ma loro pensano di conoscerti perché ti hanno visto lavorare saltuariamente e da lontano. Questa cosa vi farebbe incazzare, vero? Avete i vostri alti e bassi in questa azienda! Siete umani! E se i numeri dicessero che quell’anno eravate molto più efficienti rispetto ad ora? Ma ora siete un giocatore completamente diverso!

Non c’è nulla di VINTAGE nel mio gioco, tranne i miei floater. Non schiaccio più e non salto in alto, non vi batterò in velocità e nemmeno andrò in contropiede da solo: non riesco nemmeno più a fare i reverse layup. Sono un giocatore completamente diverso. Adoro gli scacchi, quindi utilizzerò questo esempio. Ho perso la mia Regina all’inizio della partita, ma ho combattuto per portare uno dei miei pedoni fino dall’altra parte della scacchiera per riaverla. Se conoscete gli scacchi, saprete che è una cosa molto difficile da fare e se sapete davvero giocare saprete anche che i maestri degli scacchi vincono con pochi pezzi sulla scacchiera, con strategia, cuore e abilità.

È bello poter dire che so ancora un po’ giocare a basket. In più, combatto da tutta la vita. Nel frattempo sorrido, perché ho attraversato la m***a più dura. È stato crescere in povertà a Chicago, nessuno capisce il mio dolore e i miei sogni tranne me. Vintage o no… Sono estremamente fortunato e abile.

 

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Francesco Manzi

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