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NBA – Scottie Pippen torna ad accusare Phil Jackson di razzismo

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Scottie Pippen è il personaggio del momento in NBA. Tornato in auge grazie ad un’intervista a GQ, con le sue dichiarazioni Pippen ha scatenato un effetto domino che lo hanno portato ad altre ospitate. In una di queste, al Dan Patrick Show, l’ex giocatore dei Chicago Bulls ha rincarato la dose in particolare su una questione: l’accusa di razzismo a Phil Jackson.

Pippen aveva infatti spiegato col razzismo la scelta di coach Jackson di dare il tiro della vittoria in una Semifinale di Conference contro i Knicks a Toni Kukoc, piuttosto che a lui. In quell’occasione il #33 si rifiutò di scendere in campo per l’ultima azione, uno degli episodi più controversi della sua carriera. L’ospite dello show, Dan Patrick appunto, ha chiesto a Pippen delle spiegazioni a riguardo. L’ex giocatore ha ribadito di non capire quali motivi potessero esserci, oltre al volerlo danneggiare perché nero, per non dare a lui il tiro decisivo e consegnarlo invece nelle mani di un rookie come Kukoc. Era la prima e unica (ma in quel momento i protagonisti non lo sapevano) stagione senza Michael Jordan e Pippen ancora oggi pensa si meritasse quello che è percepito come una sorta di riconoscimento alla carriera e all’impegno negli anni precedenti passati a fare da spalla a MJ.

A quel punto Dan Patrick ha fatto una domanda precisa: “Pensi che Phil Jackson sia stato o sia un razzista?”. Da qui la risposta di Pippen: “Sì”, accompagnata ancora dall’incapacità di vedere altre motivazioni per dare quel tiro a Kukoc. L’ex stella dei Bulls ha poi ricordato, per provare ulteriormente la sua tesi, quando Jackson lasciò la panchina dei Lakers nel 2004, tornando in giallo-viola nel 2005. In quell’anno di pausa, l’allenatore scrisse un libro in cui parlò non troppo bene di Kobe Bryant. Qualcosa che Pippen considera a quanto pare motivato dal razzismo.

Per chiudere, l’ospite del podcast ha infine fatto un paragone tra il tiro del 1994 di Kukoc e quello che Jordan lasciò a Steve Kerr nelle Finals del 1997. Anche in questa occasione la risposta di Pippen è stata un po’ “complottista”. L’ex giocatore dei Bulls ha infatti sostenuto che Jordan non manifestò contrarietà nel lasciare quel tiro a Kerr durante il timeout perché era lui stesso a “controllare le telecamere” e un comportamento accondiscendente avrebbe contribuito alla sua immagine.

Francesco Manzi

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