Pesaro-Caserta: l’ultima spiaggia per la Serie A, e la storia (in qualche modo) si ripete

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Probabilmente, quella di oggi sarà una bella e calda domenica di maggio, con le prime famiglie che faranno un salto sul lungomare di Pesaro per approfittare del bel tempo. Tutt’altro clima, invece, è quello che ci sarà all’Adriatic Arena, dal momento che si affronteranno, in uno scontro direttissimo per non retrocedere, due squadre storiche del nostro Basket: la Victoria Libertas Pesaro e la JuveCaserta.
Ultima spiaggia, sulla quale non ci si può rilassare neanche per un secondo. Un secondo, due secondi, valgono una stagione, e i pesaresi lo sanno bene..

Elston Turner, eroe della salvezza pesarese lo scorso anno, ai tempi del college
Elston Turner, eroe della salvezza pesarese lo scorso anno, ai tempi del college

Nella stagione 2013-2014, Pesaro si ritrova a rimontare contro Montegranaro (in piena crisi economica, poi fallita) per la permanenza in Serie A. Sembra tosta, quasi finita, soprattutto quando sul finire del campionato la Virtus Bologna si trova avanti, a qualche secondo dalla fine, proprio all’Adriatic Arena. I secondi sono due: 76-78, Pesaro batte la rimessa, Turner riesce a smarcarsi all’ultimo, ricevere e tirare. E segnare. La VL vince, esplode la festa, e torna la fiducia che stava scemando. All’ultima giornata è a pari-merito con la Sutor, e la salvezza passa da Cremona, che supera Montegranaro, e Pesaro, che sbaraglia Venezia: la ormai ex Scavolini è salva, dopo patemi e sofferenza durati tutta una stagione. Destinati però a rinnovarsi l’anno dopo..

Esposito

Ma non saranno i soli. Un po’ più a sud, nel cuore della Campania, ad inizio di questa nuova stagione qualcosa è andato storto. La gloriosa JuveCaserta, costruita per i PO o almeno per provare a raggiungerli, comincia a perdere, a perdere e di nuovo a perdere. Sconfitte nel finale come con Trento, agli overtime come con Cantù: semplicemente una maledizione, Caserta perde sempre. Cambio di allenatore (arriva Markovski) ma ancora nulla. C’è bisogno di qualcosa di nuovo, per così dire, con un richiamo al passato: arriva El Diablo, Vincenzo “Vincenzino” Esposito. La situazione è un disastro, l’ambiente impaziente, i giocatori vanno e vengono. Eppure Caserta non muore mai.. Dopo uno scioccante 0-14, al PalaMaggiò arriva proprio la VL: la Juve vince e convince, è una liberazione totale, e l’ambiente torna a sperare. Pesaro ora è a soli 4 punti, ma i campani ci prendono gusto: cadono in fila anche Roma, Brindisi e Bologna. Tutto sistemato, sembrerebbe, ma Pesaro dopo un momento di sbando ritorna in se stessa, e appena i bianconeri mollano comincia ad allungare e ad allontanarsi. Sommate questo al punto di penalizzazione, e l’ambiente casertano sprofonda di nuovo.
Il colpo finale sembra passare, come l’anno precedente, dagli ultimi secondi. Più precisamente 0.3, il tempo necessario a Laquinton Ross per subire fallo e, freddo come il ghiaccio, risolvere la partita contro Capo d’Orlando a sirena suonata. Un po’ come all’andata, sempre contro Capo, sempre all’ultimo istante, sempre Laquinton Ross: quattro punti che definire di vitale importanza è dire veramente poco.

Pesaro dunque si ritrova a +7 a otto giornate dalla fine. Finita? Per nulla.
Caserta sorge di nuovo, sbaragliando tutto e tutti, tra cui Sassari e Reggio Emilia in casa. E ad una sola giornata dalla fine esce dalla zona retrocessione, per la prima volta nel campionato. Un misero +1 che non vuol dire niente: come l’anno prima, Pesaro si ritrova a lottare per la salvezza all’ultima giornata.

Ma questa volta è lei quella l’inseguita: riuscirà a scappare? “Ai posteri l’ardua sentenza”.

Gabriele Buscaglia

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