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Simone Fontecchio: “A Tokyo la nostra forza è stato il gruppo. In Italia ci sono poche opportunità per i giovani”

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Senza dubbio Simone Fontecchio, che la prossima stagione vestirà la maglia del Baskonia, è stato uno dei giocatori copertina della cavalcata Olimpica dell’Italia a Tokyo 2020.

Proprio Simone Fontecchio, in una lunga intervista rilasciata per Il Messaggero, ha parlato della sua esperienza alle Olimpiadi di Tokyo sottolineando l’importanza del gruppo, quando è avvenuta la presa di coscienza del vero livello di quella Nazionale e i complimenti ricevuti da Joe Ingles. Però, Fontecchio fa anche una piccola critica al basket italiano riguardo lo spazio che viene dedicato ai giovani.

Questi alcuni estratti:

Ci siamo stupiti da soli. Fino al preolimpico non ci rendevamo conto del nostro livello, non avevamo fatto praticamente nemmeno un’amichevole con il gruppo al completo. Poi dopo il debutto abbiamo iniziato a crederci sempre di più e ci siamo portati quella consapevolezza anche alle Olimpiadi.

Io ho giocato bene, questo è indubbio. Ma la nostra forza è sempre stato il gruppo. I veterano, dal Gallo a Melli fino a Polonara, sono stati decisivi nel fare da collante in una rosa in cui chiunque entrasse, per 30 secondi o per 30 minuti, deva l’anima. Nessuno aveva pretese, nessuno pensava a se stesso.

I complimenti di Ingles? Mi hanno fatto piacere ma c’è stato un fraintendimento. Un paio di giorni prima della sfida all’Australia mi avevano chiesto quale fosse il loro giocatore che stimavo di più e avevo fatto il suo nome. Gli hanno riportato che era il mio idolo… Lo rispetto, ma i miei idoli sono Kobe e LeBron.

In Italia ci sono poche opportunità per i giovani. Specie se hai l’ambizione di giocare in EuroLeague e in Italia c’è solo una squadra che la fa

Kevin Bertoni

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