Il 3 Luglio 1999 a Parigi Bercy l’Italia vinceva gli Europei. L’ultima vittoria del basket italiano risale ormai a 25 anni fa.
Certo, successivamente ci furono un bronzo europeo nel 2003 e soprattutto l’argento Olimpico del 2004. Ci sono stati, in tempi più recenti, le qualificazioni ai quarti di Europei, Mondiali e Olimpiadi o la vittoria del PreOlimpico a Belgrado. Però l’ultima vittoria, nel vero senso della parola, della nostra pallacanestro risale a 25 anni fa.
E fu una vittoria in pieno stile italiano, il successo di una generazione che aveva già fatto vedere grandi cose, ma non senza polemiche. Nel ’97 argento alle spalle della Jugoslavia con Ettore Messina in panchina, poi l’arrivo di Bogdan Tanjevic e il sesto posto ai Mondiali del 1998, accolto con un po’ di delusione.
Il percorso francese si apre con numerose e accese discussioni riguardo la decisione di Tanjevic di escludere Gianmarco Pozzecco dalla lista dei convocati. Resta a casa uno dei giocatori più talentuosi, probabilmente il più amato dai tifosi, fresco vincitore dello Scudetto con Varese da dominatore della stagione. Sacrificato, il Poz, sull’altare dell’equilibrio del gruppo. Si parte con la rimonta subita dalla Croazia e i giornali che già bollano come fallimentare la spedizione, sparando addosso al ct e a un Carlton Myers da 1/11 al tiro. Dopodiché le vittorie risicate contro squadre oggettivamente inferiori come Bosnia e Turchia spalancano le porte del secondo girone. Trasferendoci a Le Mans saliamo di tono rullando la Germania di Nowitzki (ingabbiato alla perfezione) e la Repubblica Ceca, prima di cedere alla Lituania in un match privo di valore.
Nella fase a eliminazione diretta di Parigi viene fuori il fuoco che quel gruppo aveva dentro. La vittoria nei quarti sulla Russia è roboante, la semifinale con la Jugoslavia di Bodiroga, Divac e Danilovic sa di finale anticipata ed è un’autentica battaglia. Stavolta la vincono gli Azzurri che arrivano alla finalissima contro la Spagna. Gli iberici dovevano ancora arrivare ai fasti dei decenni successivi, giocano con grande spirito ma devono chinare il campo di fronte al talento nettamente superiore dell’Italia.
Finisce con le famose immagini di Myers che scappa con la palla nascosta sotto la maglia. Gli eroi di quella kermesse sono lui, Andrea Meneghin nel suo “prime” e un Gregor Fucka letteralmente immarcabile, nominato MVP del torneo. Del roster facevano parte anche alcuni di quelli che ci regaleranno l’argento di Atena, vale a dire Basile, Galanda, Marconato, Chiacig e Mian (con De Pol e Abbio tagliati poco prima di volare in Grecia).
Parliamo di un’altra epoca, di un altro basket. Di una generazione di fenomeni che in quanto a talento probabilmente è stata eguagliata da qualcuna di quelle successive ma che finora resta l’ultima ad aver regalato agli appassionati l’inebriante gioia della vittoria.
Adesso abbiamo un gruppo che in quanto a spirito ha poco da invidiare a chiunque. L’auspicio è che in Francia l’Italia del basket ci torni fra qualche settimana, anche perché dopo l’esclusione di 25 anni fa Pozzecco si meriterebbe la possibilità di ballare un tango a Parigi.
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