Nel corso degli ultimi anni, più volte Dan Peterson è stato molto critico nei confronti della pallacanestro odierna. La leggenda della panchina e amatissimo telecronista ha uno spazio editoriale sulla Gazzetta dello Sport e, nell’edizione di oggi, ha lanciato una vera e propria bordata al nuovo stile di gioco, ovvero quello che si basa in larga parte sul tiro da tre punti. Negli ultimi 10 anni le triple hanno assunto, sia in NBA che in Europa, un’importanza sempre maggiore e, com’è noto, si sono ridotti all’osso invece i tiri dalla media distanza.
“Il problema è che il gioco di oggi è indirizzato (e limitato) dal tiro da tre. Non è colpa degli allenatori, che si adeguano alla situazione. Ma hanno messo tutte le uova nel “cestino” da tre punti. Se sono in serata di tiro, vincono; altrimenti perdono. L’importanza dei tiro da tre ha distrutto il vero basket” ha scritto Peterson nel suo editoriale, citando Bogdan Tanjevic e Valerio Bianchini come colleghi che la pensano come lui.
Quindi la sua proposta per migliorare il basket: eliminare il tiro da tre punti dagli angoli. “Un canestro è un canestro, da un centimetro a sette metri di distanza. È stato così per quasi cent’anni. E, con ciò, negli anni 80, avevamo il più bel basket di sempre, ovunque, Usa e FIBA. Quindi, un’idea: eliminare il tiro da tre dai lati e dagli angoli. Stabilito questo, sono convinto che gli allenatori di oggi ricorrerebbero a schemi e sistemi bellissimi, come nel passato” ha scritto The Coach.
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