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Draymond Green STRIGLIA Buddy Hield: “Svegliati o siediti in panchina!”

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Durante la partita di ieri notte tra i Golden State Warriors e i Phoenix Suns, Draymond Green ha attirato l’attenzione per un episodio di forte tensione col compagno Buddy Hield. Durante una pausa del gioco, Green ha urlato a Hield: “Wake the f*ck up. Or go sit the f*ck down. Sh*t” (“Svegliati oppure vai a sederti in manchina. M***a!”). Il suo comportamento, che ha immediatamente scatenato discussioni sui social, è avvenuto in un momento cruciale della partita, nel terzo quarto con un solo punto a separare le due squadre. La strigliata di Green è arrivata dopo un’azione pasticciata degli Warriors in cui Hield ha temporeggiato troppo, sbagliato il passaggio e costretto lo stesso Draymond a tirare una tripla senza ritmo prima che scadessero i 24”, risultata in un airball.

Il veterano degli Warriors è noto per il suo stile di leadership diretto e senza mezzi termini, che talvolta include gesti di frustrazione, soprattutto quando percepisce che i suoi compagni di squadra non stanno dando il massimo. Tutti ricorderanno come reagì, in maniera violenta, a una provocazione in allenamento dell’allora compagno Jordan Poole, colpendolo con un pugno in faccia.

Dal canto suo, Hield non sta facendo bene nell’ultimo periodo a Golden State. Dopo un inizio di stagione ad alti livelli, l’ex Pacers e 76ers è calato molto di rendimento: nel mese di dicembre sta tirando solo col 38% dal campo (0/7 ieri notte contro Phoenix).

Nel post-partita Draymond Green ha commentato l’episodio spiegando il suo punto di vista: “Gioco con Buddy da una trentina di partite e sto provando diversi approcci. Per esempio, a Jonathan Kuminga dico cosa mi serve che faccia e sono sicuro che mi ascolterà. Se gli urlassi contro, non penso che mi ascolterebbe, mi manderebbe a quel paese. Con Steph [Curry, ndr] a volte parlo e a volte urlo, reagisce bene a entrambi. Come leader ho imparato che devi guidare i tuoi compagni, ma ti devi comportare in modo diverso a seconda della persona che hai davanti. Capire cosa ‘accende’ un determinato compagno. Con Hield sto ancora cercando di capirlo, in quel momento della partita c’era bisogno di urlargli in quel modo. Al giorno d’oggi i microfoni catturano tutto, ma non mi interessa. Lo direi tranquillamente anche dentro il microfono. Era ciò che ci serviva in quel momento e ci serve che Buddy Hield giochi bene, che segni i tiri e sono sicurissimo che lo possa fare”.

Francesco Manzi

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