La terra trema ma la mano di Zubcic no. Il croato dipinge pallacanestro con il compagno di merende Jacob Pullen tirando giù un autentico capolavoro contro la Virtus Bologna.
Una vittoria di importanza clamorosa se consideriamo l’oblio in cui era sprofondata Napoli dopo la doppia sconfitta con Pistoia e Cremona.
Sicuramente un aspetto psicologico da analizzare, con l’aiuto di un folto team di esperti.
Black-out in ogni scontro salvezza, con qualche sporadica eccezione; prestazioni eroiche contro corazzate del calibro di Brescia, Tortona e Bologna. Napoli è una squadra strana, umorale, istintiva. Jacob Pullen, Kevin Pangos e Tomi Zubcic sono quei classici alunni che conoscono la capitale del Kazakhistan ma cadono sulla domanda della capitale dell’Olanda.
E Giorgio Valli a tratti è il piccolo tra grandi, timido e inadeguato in certi momenti quanto straordinariamente sorprendente in altri.
Fiducia all’istinto
I primi minuti di Napoli Virtus Bologna suggeriscono un match tutto in salita per i padroni di casa, che nonostante le mani calde sin da subito faticano a trovare vantaggi sia perimetrali che sotto le plance. La Virtus dispone di un roster forte e completo, potendosi prendere il lusso di accettare cambi difensivi piccolo-lungo senza subire mis-match (Diouf che toglie palla a Pangos in isolamento e Pajola che mette il corpo contro Totè ne sono la prova provata.). L’unico modo per restare attaccati al match è mantenere alto il ritmo sperando di trovare nei primi secondi dell’azione subito tiri ad alta percentuale, derogando all’idea di sviluppare il gioco offensivo con lucidità e riflessione. Zubcic è alla sua miglior prestazione di sempre con la canotta azzurra (25 pt e 5 rimbalzi) perché trasforma in oro colato tutto ciò che gli passa per le mani limitando all’osso le sbavature (2 su 2 da 2 e 7 su 10 da 3); nel frattempo Jacob Pullen è in versione profeta quando prende sulle spalle il peso della partita e spara in faccia a Diouf la tripla del controsorpasso a 90 secondi dalla fine. Il terzo moschettiere è Kevin Pangos da 16 punti e 8 assist, molto solido nell’accoppiamento difensivo con Cordinier e autore della palla recuperata più importante del match.
Serata difficile per Dusko
Ivanovic fatica a trovare un assetto che dia equilibrio ed è tradito da Belinelli che sbaglia un rigore a porta vuota dall’angolo nel momento clou. Il migliore in campo per le VuNere è Diouf, auto-certificatore di una crescita esponenziale nella presente (5 su 5 da 2 con 13 punti e 3 palle recuperate); deludente Cordinier che non riesce mai a sfruttare l’enorme vantaggio fisico-atletico contro difensori perimetrali molto modesti e si fa battere in 1 vs 1 da Pullen sull’azione che porta all’inchiodata di Totè (game-set and match). Pajola parte bene ma macchia la partita nel finale con una gestione scellerata del possesso decisivo. Indecifrabile il comportamento di Shengelia che perde la testa tentando l’aggressione a Woldetensae per aver ricevuto una spintarella, a gioco fermo, assolutamente non proporzionata alla reazione. L’espulsione del georgiano è l’evento decisivo della partita.
Si conferma sui suoi livelli Leo Totè, ormai con Diouf il miglior centro italiano del campionato: il ballottaggio tra i due è apertissimo per render vita difficile a Pozzecco nella scelta estiva.
Come si muove la classifica
La Virtus subisce un brutto colpo in termini di classifica perché, mai come quest’anno, il piazzamento play-off sembra pesare tantissimo. Ci siamo abituati nelle precedenti stagioni ad un atteggiamento talvolta distratto delle franchigie Eurolega nella Regular Season LBA, forti della convinzione di raggiungere la finale scudetto a prescindere da come si arriva al play-off. Quest’anno tira un vento diverso e i 131 punti di Sabato sera in terra di cannoli e arancini (/e?) spaventano un po’ tutte.
Intanto, la lotta retrocessione è interessante, e non poco. Napoli è risorta dalle ceneri con questa vittoria, toccando quota 12 punti al pari di Varese, Cremona e Scafati. Il derby campano di Domenica prossima avrà un sapore ancor più speciale. Il PalaBarbuto di Fuorigrotta è stato il sesto uomo in campo e promette battaglia alle prossime Milano e Trapani
E’ tutto apertissimo, sia in alto sia in basso. I colpi di scena non sono finiti.
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