Luka Dončić, la premessa di un campione

Estero Rubriche Spagna

 

Slovenia, 1999: la nazionale di pallacanestro tra poco, precisamente tra 4 mesi, giocherà i campionati europei, il 4° da stato indipendente dopo la rescissione dal sistema yugoslavo, avendo vinto il girone di qualificazione battendo proprio ieri, 27 Febbraio, la Bulgaria 86-67. La piccola nazione dal grande valore cestistico vanta giocatori come Marko Milič, giocatore che avrà da lì a pochi anni un grande futuro in Italia, ma anche Radoslav “Rašo” Nesterovič, punto fermo nella Virtus di Ettore Messina e che poi sarà anche campione NBA, o Sani Becirovič, detto Saniboy, oggi considerato ancora come uno dei giocatori più vincenti di tutta l’Europa, sono alcuni dei nomi di quella grande nazionale (tra cui anche figura anche un certo Smodiš, se lo ricorderanno Virtus e Fortitudo). Che cos’hanno in comune tutti e tre? Semplicemente la capitale Ljubljana, in italiano Lubiana, dove ci sono i festeggiamenti per il passaggio alla fase finale a Parigi. A Lubiana però c’è un giocatore, il quale sebbene non sia nel giro di quella nazionale, è lì per festeggiare non solo il suo paese, ma anche qualcosa di ancora più grande: la nascita di un figlio. Il padre in questione si chiama Saša, il quale decide di chiamare suo figlio Luka.

Ungheria, 2011: Vasas Cup, Budapest. Si sta giocando la finale tra Barcellona e Olimpia Lubiana: i catalani stanno avendo vita facile, l’esito del match è quasi scontato. Eppure c’è un ragazzino, precisamente il n.7 della compagine slovena, che sta sorprendendo tutti, provando a tenere testa agli avversari. Ed ha solo 12 anni, cioè più piccolo di 2 anni rispetto a tutti i giocatori in campo, eppure continua a giocare con una voglia incredibile. La partita finisce 117-66. Ma l’MVP del torneo è lui, quel ragazzino di 12 anni con la maglia n.7 dell’Olimpia Lubiana, la squadra della città dove è nato e cresciuto, dove il padre ha vinto il titolo di campione di Slovenia e per la quale gioca ormai da un anno. E il primo trofeo da campione lui lo ha già preso, seppur senza vincere. Ma qualcuno ha già segnato il suo nome…

Doncic con Segio Llull

Italia 2012: Torneo del Lido di Roma. 600 persone non riescono ancora a credere a quello che stanno vedendo in campo. Il Lazio sta subendo una cocente sconfitta contro l’Olimpia Lubiana: il n.4 sloveno è una macchina da guerra che segna a ripetizione. Vuole la vittoria con una determinazione a livelli estremi, dominando in lungo e in largo: stavolta non vuole fallire, vuole vincere il torneo. Ci riesce. La partita finisce 104-76 per i suoi, ma 54 punti della squadra li ha firmati lui, MVP del torneo e stavolta vincitore. Quel qualcuno che aveva già segnato il suo nome, qualche tempo addietro lo aveva chiamato a fare un torneo con la sua squadra dove aveva ben impressionato: ma stavolta ne è certo, lo vuole perchè sente che quel talento è “uno su mille” di quel paese dalla grande ambizione cestistica. Lo vuole nella sua squadra: il Real Madrid. Nell’estate del 2012, l’atto si compie: la giovane promessa slovena è un blanco.

30 Aprile 2015, Palacio de Los Deportes: mancano meno di 2′ alla fine. Il Real Madrid sta strapazzando l’Unicaja Malaga 89-71, ma intanto c’è un ragazzo alto 198 cm sul cubo del cambio che non vede l’ora di esordire con la prima squadra e nel frattempo ascolta le indicazioni del vice-allenatore. Se entrasse sarebbe il più giovane esordiente nella gloriosa storia dei blancos, ma la palla è in mano agli avversari. Vasiliadis però commette infrazione di passi a 88” dalla fine. Il cambio si fa, può entrare. Entra con il n.17 a soli 16 anni e 2 mesi, prendendo il posto di Rivers. Sull’azione seguente, il Chacho Sergio Rodriguez attacca il centro, vede il ragazzo sloveno in angolo e scarica per lui. I piedi sono già a posto, deve solo tirare: meccanica e rilascio vengono eseguiti con una rapidità impressionante. La parabola è perfetta: triplazo! Canestro dopo 16”. Un largo sorriso gli scappa dalle labbra mentre un intero palazzo applaude per lui.

Da quest’ultimo aneddoto avrete capito chi è il giocatore in questione: Luka Dončić, considerato da molti scout europei, il miglior giocatore classe ’99 d’Europa, un talento dalla classe purissima come chi indossa la camiseta blanca, una SG dall’enorme potenziale ancora da esplodere ma già competitivo anche a livello di senior, non solo per il modo in cui si è presentato, ma anche per la capacità di dominare tra i suoi coetanei e giocatori più esperti di lui anche di tre anni.

CatturaMa che giocatore è Luka Dončić? Abbiamo di fronte un giocatore che per stile di gioco, fisico e intelligenza va ben oltre gli atleti di pari età. Dal punto di vista offensivo è un attaccante versatile e aggressivo che possiede una vasta gamma di soluzioni. Il tiro è una delle sue armi migliori con una tecnica affidabile, veloce e pulita che unita alla mano morbida gli consente un ampio range; possiede anche un ottimo palleggio e gestione della palla che, in transizione come nell’1vs1, gli consentono un cambio di ritmo e mano in grado di battere qualunque difensore, per la sua abilità di usare entrambe le mani pur essendo destro. Guardia incredibilmente efficace in ogni parte del gioco, dal punto di vista fisico ha ampi margini di sviluppo, nonostante sia già un possente atleta con una enorme apertura delle braccia e una notevole rapidità di piedi che dal punto di vista difensivo, unito a una grandissima intelligenza nelle letture di gioco degli avversari come del proprio marcatore, gli consentono recuperi e palle rubate. E’ anche un ottimo rimbalzista per fisico e per intuito. Mentalmente, è un giocatore che quanto più la sfida si fa intensa, più alza il suo livello di gioco, prendendosi responsabilità per sè stesso e i propri compagni, a volte cercando di vincere la partita da solo, ed è animato da una voglia di competere come pochi.  Pur avendo tutto questo gran talento individuale, Dončić è un giocatore di squadra che ha un’ottima visione di gioco in cui cerca di coinvolgere spesso i propri compagni di squadra in penetrazione così come in transizione, sia nell’1vs1 che nel pick n’roll, e dimostra una grande capacità di scelta in attacco

Dovunque sia andato con la casacca dei blancos, ha dominato in lungo e in largo, anche in Italia: di lui, oltre il torneo del Lido di Roma, si ricorda soprattutto il torneo di Santa Margherita Ligure nel Dicembre 2013 dove ha tenuto una media tra i 25 e i 30 punti a partita, dando vita a una finale spettacolare contro la Montepaschi di Bucarelli. Il giovane talento italiano classe ’98 ne mise 36, il blanco 37 con 11 rimbalzi, 10 assist e un fantasmagorico 65 (sessantacinque!) di valutazione. Vinse il Real 68-84. Manco a dirlo, lo sloveno fu MVP del torneo.

Ora gioca nella seconda squadra del Real Madrid dove fa registrare 14,8 punti, 6,2 rimbalzi, 3,2 assist, 60% dal campo, 32% da 3 e 74% ai liberi: numeri ottimi, considerando che gli altri ragazzi sono di 3 anni più esperti.

Che si può dire? Luka Dončić, un predestinato e uno su mille insieme. Insomma, la premessa di un campione.

Federico Gaibotti

1 thoughts on “Luka Dončić, la premessa di un campione

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.